Intervista ad Eugene Pitch scrittore autore di hyperbook

INTERVISTA A EUGENE PITCH

Eugene Pitch

  • Ciao Eugene, grazie della disponibilità, possiamo darci del tu? Vuoi raccontarci qualcosa di te per farti conoscere dai nostri lettori?

Sì, con piacere. Sono uno scrittore italiano che vive in Giappone da alcuni anni. Quando non scrivo lavoro come insegnante di inglese (o forse è il contrario?). Ho iniziato a scrivere piccoli racconti fin da piccolo e poi il grande salto, con la pubblicazione del mio primo thriller Absorption – I Colori del Sangue, ispirato alle opere di Dan Brown, è arrivato un anno fa. Da allora ho pubblicato un paio di hyperbook, un paio di hyperstories (più brevi), un saggio e un audiolibro (registrato dall’attore Alessandro Anglani). Attualmente sono al lavoro su altri due romanzi thriller. Se non collasso prima, dovrebbero essere pubblicato quest’anno!

  • Eugene Pitch è un nome d’arte? Se sì non vogliamo svelare la tua vera identità ma puoi dirci come nasce questo pseudonimo?

Sì è un nome d’arte. Ho scelto un nome anglosassone per dare risalto all’internazionalità delle mie opere, le quali sono ambientate in svariate nazioni ma non in Italia e non hanno nemmeno personaggi italiani. Il fatto di aver vissuto anche a Londra e comunque di risiedere all’estero da tempo mi ha portato naturalmente a questa scelta.

  • Come ti sei avvicinato agli hyperbook e perché hai scelto questa “forma” di comunicazione?

Ho ideato personalmente gli hyperbook per cercare di avvicinare alla lettura tutte quelle persone che vorrebbero leggere ma, data la vita frenetica che viviamo, non ne trovano il tempo. Spiegare la loro struttura sarebbe un po lungo, ma chi è interessato può trovare la spiegazione completa sul mio sito www.eugenepitch.com dove è possibile anche scaricare degli hyperbooks gratis. 

  • Qual è il tuo rapporto con i social e la virtualità dove mi sembra tu sia molto attivo?

Molti considerano i social come un mero mezzo per vendere i loro prodotti (spesso con risultati disastrosi tra l’altro). Ti riempiono di pubblicità e ti considerano solo un numero sulla loro cintura, un follower tra i follower. Io invece cerco di usare i social media per entrare in contatto diretto con i miei lettori, sentire cosa gli piace, cosa pensano di ciò che faccio, cosa vorrebbero. Sentire le loro singole voci, leggere i loro messaggi è la motivazione migliore per me.

Inoltre cerco, nel mio piccolo, di aiutare anche altri colleghi indie scambiando consigli ed esperienze nel campo, ancora nuovo in Italia, del self-publishing.

  • E ora l’ultima domanda che facciamo a tutti gli scrittori che intervistiamo. Puoi suggerirci il titolo di un libro che ti è piaciuto ma che è poco noto?

Ve ne suggerisco ben due: “Il Ragazzo Bendato” di Abel Montero e “Nei Pensieri del Nemico” di Monia Scott. L’abilità con la quale miscelano generi diversi risultando avvincenti ed emozioannti mi ha davvero sorpreso.

Grazie ancora per la disponibilità e in bocca al lupo per i tuoi hyperbook.

Grazie a voi per la vostra professionalità e crepi il lupo!

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