INTERVISTA A IVANO BARBIERO autore de TORINO TAMARINDO

INTERVISTA A IVANO BARBIERO

Torino Tamarindo – Fratelli Frilli

tamarindo

Diamo il bentornato a Ivano Barbiero sulle pagine dei Gufi Narranti. Circa ad una anno di distanza da “Torino Il guardiano dei cavalieri”, torna in libreria con “Torino Tamarindo”, che possiamo definire come: volume 2 visti i forti legami con il precedente  che da poco abbiamo recensito.

Ma vediamo di far due chiacchiere con l’autore

Innanzitutto ciao Ivano e grazie per essere tornato sulle pagine dei Gufi narranti

  • Quando hai scritto: “ Il guardiano dei cavalieri”, avevi già in mente quello che poi è diventato il seguito?
  • – No. L’idea è venuta dopo aver parlato con il mio amico Dino Aloi (di cui avevo già descritto la casa nel mio primo libro e “consegnandola” al mago Marco Isidori). Tra l’altro Dino abita nello stesso edificio dove c’è l’antica basilica dei Santi Maurizio e Lazzaro. Lui aveva delle vecchie piantine e degli infernotti dell’intero edificio. Inoltre, per stuzzicarmi, mi ha detto che in alcune cripte della basilica erano seppelliti dei Cavalieri della Santissima Annunziata. A quel punto sono arrivate le prime idee per la stesura del Guardiano dei Cavalieri.
  • Come scegli le ambientazioni per i tuoi libri?
  • – In modi disparati. Luoghi che ho visitato, case di conoscenti o di estranei, strade ricche di storia, angoli di città che mi hanno provocato profonde inquietudini anche senza motivi specifici. Una delle mie preoccupazioni è che tutto risulti credibile.
  • Cosa credi ci sia di vero nelle storie sulla Torino magica?
  • – Per mia fortuna tendo a dimenticare o ad anestetizzare le situazioni forti che ho vissuto. Diversamente passerei gran parte delle notti in bianco. Solo i bimbi e gli innocenti sono duri da rimuovere dalla memoria, Per quanto uno si sforzi di assumere atteggiamenti neutri si tratta pur sempre di persone sfortunate colpite inaspettatamente da disgrazie.
  • Essendo stato un giornalista qual è la cosa, o notizia che di cui hai scritto che non potrai mai dimenticare?
  • – C’è da sorridere. Questo è ciò che la maggior parte della gente si aspetta, brividi compresi. Naturale che ora in città si organizzino tour magici del fine settimana, né più né meno dei viaggi turismo gastronomici in centro del risto-tram. Di concreto persone con poteri fuori dal comune o luoghi veramente magici ne ho incrociati pochi. Spesso la suggestione o la paura giocano un ruolo chiave.
  • Le figure femminili hanno sempre un ruolo influente nei tuoi romanzi, c’è qualche dona “reale” a cui ti ispiri?
  • Tante le donne che ho provato a descrivere, l’ultima è Cecilia che posso assicurare è realissima. Ma è difficile descrivere compiutamente una donna. Carattere, temperamento, apparenti fragilità possono comporre personalità poliedriche. Però il tocco finale non arriva da chi scrive, per quanto uno si sforzi di delinearne la personalità, bensì dal lettore che dà una personale interpretazione delle varie figure femminili che legge in un libro.
  • Se dovessi consigliare un libro dalle tematiche particolari su Torino, ci sarebbe qualcosa che i nostri lettori farebbero bene a leggere?
  • – Tiro l’acqua al mio mulino: Torino, la città che cambia, un libro storico con relativa mostra fotografica a cui ho partecipato attivamente, per capire almeno e trasformazioni dell’ultimo secolo del capoluogo piemontese, comprendere chi siamo, dove viviamo e le origini socioculturali della città.
  • Hai valutato l’idea di ampliare il tuo metodo comunicativo parlando del libro e qualcosa di diverso tipo graphic novel o altro?
  • – Ci ho pensato diverse volte, però mi sembra di avere le mani legate. E’ un lavoro che andrebbe concordato innanzi tutto con l’editore ma comporterebbe costi ulteriori, non fosse altro per pagare un disegnatore o un fotografo per visualizzare le varie situazioni salienti di Torino Tamarindo.

Grazie per la disponibilità e per il tuo libro “Torino Tamarindo”.

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