IL VIAGGIO racconto di Teresa Breviglieri

IL VIAGGIO racconto di Teresa Breviglieri

viaggio

Immagini di luoghi meravigliosi, scorrevano sullo schermo del computer; montagne innevate e prati rigogliosi contornati dai fiori più strani ed inusuali. Mara, osservava rapita ogni particolare e si innamorava dei paesaggi meravigliosi che avrebbe desiderato visitare. La vacanza che la aspettava, purtroppo non sarebbe stata quella che lei anelava da tempo, ma almeno avrebbe passato le sue due uniche settimane di ferie in campagna, nella fattoria di sua madre, anche se purtroppo si sarebbe dovuta sorbire le sue continue lamentele.

<< Per fortuna ho i miei cavalli…>>, disse fra sé e sé mentre con riluttanza si accingeva a spegnere il computer. Guardò l’orologio; erano le dieci del mattino ed era giunto il momento di partire.

Caricò un paio di valigie in macchina e si mise alla guida, pensando che non aveva nessun desiderio di rivedere sua madre, ma non aveva altra possibilità. Le sue finanze non permettevano viaggi da sogno, perciò si sarebbe dovuta accontentare.

Il traffico era intenso in autostrada, ma fortunatamente quando si ritrovò sulla statale, non si ritrovò imbottigliata e il viaggio proseguì senza intoppi.

Sua madre era davanti alla porta di ingresso e la accolse immediatamente con un sorriso e un rimprovero.

<<Sei in ritardo!!>>

<<Scusa mamma! Ho trovato traffico…>> Non proseguì le spiegazioni anche perchè sapeva che sua madre non ammetteva repliche e per questo si limitò a quell’unica frase.

Era già ora di pranzo e Mara ebbe appena il tempo di posare le valigie, per sedersi immediatamente a tavola; sua madre era abitudinaria e non ammetteva ritardi di nessun genere, tanto meno a pranzo e a cena. La tavola era imbandita di ogni ben di Dio e Mara si sentì un po’ in colpa per aver criticato tanto la madre che si era prodigata per offrirle il meglio. Un tagliere enorme di salumi e formaggi, che emanava un profumo delizioso, le fece ricordare che aveva fame; ne fece man bassa mentre sua madre le intimava di non esagerare dato che la aspettava un piatto di pasta e tutto il resto. Il pranzo finì nel tardo pomeriggio e Mara si chiese come avrebbe avuto la forza di cenare quella sera.

Dopo aver aiutato sua madre in cucina, uscì per fumare una sigaretta in santa pace. Il paesaggio non era certo quello che aveva visto tramite lo schermo del suo computer, anzi, era decisamente deludente; a parte qualche albero striminzito nel giardino della fattoria, l’unica cosa che vedeva era la campagna sconfinata. Solo ed esclusivamente campagna. Non si vedeva un albero nel raggio di diversi chilometri. Rientrò in casa sbuffando, ma poi le venne l’idea di andare a cavallo.

Sua madre, era distesa sull’enorme divano del salotto, per il suo abituale sonnellino pomeridiano e Mara per non svegliarla, le lasciò un biglietto sul tavolino accanto.

“VADO A FARMI UN GIRO A CAVALLO! TORNO PRESTISSIMO, PROMESSO!!”

Jake era il suo animale preferito e quando lei entrò nella stalla, la accolse con gioia ed entusiasmo.

Mara lo accarezzò e lui per tutta risposta le appoggiò il capo sulla spalla.

<<Ok Jake, andiamo a fare un giro!>>

Il tempo non esisteva più mentre il suo cavallo trottava e Mara si sentì decisamente meglio. Anche se il paesaggio era sempre uguale, stare in sella al suo amato Jake, la faceva sentire libera.

Il tramonto si stagliava davanti a lei e in quel momento capì che si era fatto tardi. Non seppe spiegarsi come il tempo era passato così veloce, per cui decise di tornare indietro. Sua madre, sicuramente si stava preoccupando e già si aspettava la solita sfuriata. Si rese conto che Jake era stanco, e per questo decise di fermarsi un po’ a farlo riposare. Scese dal cavallo e si stese sull’erba.

<< Cinque minuti e ripartiamo Jake!>>

Mara si svegliò di soprassalto e si accorse che il suo amato cavallo era sparito. Ma quello che la stupì enormemente fu il paesaggio. La campagna che aveva attraversato non esisteva più. Al suo posto vi era un enorme prato; fiori di tutti i tipi ed in lontananza una grande montagna innevata.

<<Ma che succede? Dove sono? Dov’è Jake?>>

Naturalmente, le sue domande, rimasero senza risposta; Mara si alzò in piedi di scatto e si guardò intorno, ma per quanto il paesaggio fosse meraviglioso, si rese conto che non sapeva da che parte dirigersi. Si era persa e non aveva idea di come fosse finita in quel posto che non conosceva e si diede della stupida per aver lasciato il suo smartphone a casa di sua madre.

Mamma Jane, si svegliò, accorgendosi che stava facendo buio.

<<Devo preparare la cena… sono in ritardo!>> Si alzò dal divano e cercò sua figlia, ma in casa non c’era nessuno. Ritornò in salotto e vide il biglietto, ma questo non la rincuorò dato che tra poco avrebbe fatto buio e sua figlia non era ancora tornata.

Andò nella stalla e vide che i cavalli c’erano tutti. Perchè allora Mara le aveva scritto che era uscita con uno di loro? La paura si impossessò di mamma Jane, soprattutto quando si accorse che Mara aveva lasciato il telefono sul tavolo della cucina. Uscì sull’ingresso ed iniziò a chiamare a gran voce sua figlia ma le rispose solo l’eco della sua voce.

Mara, inebriata dal profumo dei fiori si dimenticò che doveva tornare a casa. La bellezza di quel posto che sognava da anni era tale, da farle scordare sua madre che la stava aspettando. Si sentì improvvisamente felice ed iniziò a ballare e a cantare. Era nel luogo più bello del mondo. Che poteva volere di più? Con il passare delle ore, scoprì di non essere sola; i fiori, gli alberi e anche le montagne da lontano le parlavano. E nei giorni successivi, le fecero trovare cibo per rifocillarsi e un letto comodo per riposare. Non le mancava nulla, era felice e non era mai stata tanto bene in vita sua. Il tempo passava e non la sfiorava mai il pensiero di sua madre che la stava aspettando. Era entrata in un mondo senza tempo, dove non esisteva niente e nessuno a parte lei e i suoi amici vegetali che le tenevano compagnia.

<<Mara svegliati!>>. Aprendo gli occhi vide il suo tulipano preferito che la osservava.

<< Il tuo tempo è finito qui! Devi tornare a casa amica mia!>>

<< Casa? È questa la mia casa!!>>

<< Tua madre ti aspetta… e forse è troppo tardi!!>>

Mara si guardò intorno. La campagna rigogliosa che lei ricordava non esisteva più. Pannocchie sparse, bruciate dal sole. Si chiese come era possibile. Era uscita di casa solo da poche ore con Jake…

<< Jake…. ma dove sei?>> Lo chiamò a gran voce, ma nessun cavallo arrivò. Si sentiva stanca ma doveva tornare a casa…

<< Ma che è successo qui?>>.

Il giardino era incolto, il cortile pieno di terra e la stalla sembrava abbandonata. Entrò pensando di ritrovare i cavalli e il resto degli animali ma trovò solo il vuoto.

Mara, spaventata e confusa, corse in casa chiamando sua madre ma nessuno le rispose. Trovò invece tanta polvere, come se nessuno pulisse più da anni. Le sedie erano accatastate sul tavolo e non c’era nulla al suo posto. La ragazza, scoppiò a piangere disperata. Non capiva cosa poteva essere successo in quel lasso di tempo così breve. Ricordava solamente che era uscita con il suo cavallo preferito… non riusciva però a ricordare altro. Uscì correndo e piangendo senza sapere cosa fare, poi vide la sua auto. Vi salì di corsa e la mise in moto. Fortunatamente, la macchina si avviò al primo colpo e partì sgommando. Doveva andare nella città più vicina a sporgere denuncia.

Stentò a riconoscere le vie di quella piccola cittadina. Tutto era cambiato. Le piccole case che lei ricordava, avevano lasciato il posto ad un enorme centro commerciale. Come era possibile che in poche ore tutto fosse così diverso? Ad un tratto, vide la piccola edicola in cui lei si fermava ogni volta che tornava da sua madre; frenò di colpo e parcheggiò l’auto alla meglio. Scese e si avviò per salutare John che gestiva l’edicola da sempre, ma quando fu davanti all’uomo, rimase basita nel vedere un uomo molto anziano che però le sorrise felice.

<<Piccola Mara!! Che bello rivederti dopo tanti anni! Non sei assolutamente cambiata. Sei ancora bella e giovane come io ti ricordavo!!>>

<<John?? Ma sei proprio tu? Ma non è possibile che tu sia invecchiato in un anno. Ma che ti è successo?>>

L’uomo la guardò stupito.

<< Tesoro ma che stai dicendo? Sono passati trent’anni dall’ultima volta che ti ho vista! Tua madre mi aveva detto che eri andata a lavorare all’estero e non sapeva quando saresti tornata! Povera donna… è morta senza rivederti.>> Una lacrima scese dal suo volto.

Mara non capiva e non sapeva cosa John stava dicendo; lo ascoltava e al contempo si guardava intorno, fino a che i suoi occhi videro la data del quotidiano locale. In quel momento, si rese conto che non erano passato solo poche ore da quando era uscita dalla casa di sua madre. Erano passati davvero trent’anni…

Mara si mise ad urlare… e mentre il suo grido di dolore arrivava al cielo, il suo corpo si dissolse, lasciando basito il povero John.

Mara si svegliò di colpo mentre i fiori le solleticavano il viso…

<<Perdonaci… abbiamo fatto passare troppo tempo!!>>

Ma la ragazza sorrise.

<<Troppo tempo per cosa? Io sono felice qui… questa è la mia casa…>>.

Teresa Breviglieri

 

 

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