TORINO TAMARINDO – Ivano Barbiero – Fratelli Frilli Editori – Recensione

TORINO TAMARINDO – Ivano Barbiero – Fratelli Frilli Editori

Chi avesse letto “Torino il guardiano dei cavalieri”, sarà ben felice di sapere che è uscita la nuova indagine del commissario Piacentini, sempre firmata Ivano Barbiero,  Fratelli Frilli editori.

Parafrasando una vecchia entrata di Enzo Tortora potremmo iniziare la recensione proprio con un: “Dove eravamo rimasti?” perché in Torino Tamarindo, Barbiero riprende il filo della narrazione con uno sfasamento temporale di poco meno  un anno.

Ritroviamo quindi personaggi che abbiamo imparato a conoscere, apprezzare e detestare nel volume precedente e ritroviamo ovviamente il commissario Aldo Piacentini, anche questa volta alle prese con qualcosa di molto particolare, non un semplice omicidio.

I noir di Barbiero strizzano tutti l’occhio  ad argomenti che che non si possiamo limitarci a definire esoterismo perché non sempre lo è, ma il mistero sicuramente è l’aria che si respira nelle indagini.

Ambientazione suggestiva e intrecci che, finita la storia, oltre ad averti emozionato ti avranno lasciato qualcosa a livello culturale, ottimo per chi come me osa sempre sapere di più mettendo il naso nelle cose misteriose e particolari.

L’ispettore Piacentini e le sua squadra si trovano a tu per tu con il cadavere mummificato di qualcuno nei sotterranei nella basilica dei santi Maurizio e Lazzaro, (location realmente esistente come tutte le ambientazioni dell’autore).

Basterebbe questo per tuffarsi nel romanzo leccandosi i baffi, ma a questo vanno aggiunte tutte le sfumature emotive, sentimentali dei protagonisti, perché anche i più cattivi, (o i più buoni), smettono i panni dell’assassino o del poliziotto e hanno una vita privata, fatta di donne, mamme e altro …

Il “Torino Tamarindo” è più di un noir è un viaggio nella Torino che Barbiero conosce bene, dove ci accompagna facendoci vedere attraverso la sua penna luoghi poco noti, che alla fine del libro vorresti poter vedere dal vivo, perché appagherebbe al lettore il senso della vista.

Chissà che nel prossimo romanzo come fanno certi autori fin troppo ed eccessivamente blasonati, Barbiero o l’editore, non decidano di inserire nel volume delle fotografie…Sarebbe indubbiamente quello che si dice la ciliegina sulla torta.

Sandra Pauletto

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