Exodus – Bonded By Blood – Una lezione nella violenza.

Exodus – Bonded By Blood

Anno: 1985

Paese di provenienza: USA

Genere: thrash metal

Membri: Tom Hunting – batteria; Rob McKillop – basso; Gary Holt – chitarra; Paul Baloff – voce; Rick Hunolt – chitarra

Casa discografica: Torrid Records

1. Bonded By Blood

2. Exodus

3. And Then There Were None

4. A Lesson In Violence

5. Metal Command

6. Piranha

7. No Love

8. Deliver Us To Evil

9. Strike Of The Beast

Parlando di Exodus non si può che far riferimento ad una vera e propria istituzione del thrash metal a stelle e strisce. Se dovessimo individuare un piano di popolarità adeguato a loro infatti si troverebbe esattamente sotto a quello dei Big Four, insieme a Testament e Overkill (sempre rimanendo nella corrente statunitense). Senza tralasciare il fatto che, per di più, la prima formazione era già composta sul finire degli anni ‘70, cosa che mette in forte dubbio la paternità del genere a Metallica e Slayer. Sono proprio i Four Horsemen a dovere tanto agli Exodus, visto che saranno proprio loro a fornirgli il talento della chitarra Kirk Hammett. Bonded By Blood esce un po’ in ritardo rispetto ai debutti su lunga distanza dei colleghi più famosi, ma ha il grande pregio di centrare un punto che né Metallica, né Megadeth o altri erano riusciti a centrare all’esordio.

Se Kill ‘Em All è un grezzo quanto ambizioso primo capitolo, Show No Mercy è un maligno e incalzante esempio di speed metal luciferino, Killing Is My Business… And Business Is Good! un eclettico heavy metal dalle tinte rock’n roll e Fistful Of Metal la galoppata classicheggiante ancora legatissima alla NWOBHM, Bonded By Blood è il thrash metal più puro, compatto, diretto e bestiale dell’epoca. Gli scenari dipinti dai testi non lasciano dubbi interpretativi. Gli assalti sonori e verbali fanno riferimento ad una violenza perpetrata e continua, che parte dalla musica che come linguaggio si diffonde nel corpo scatenando il mosh, una vera e propria danza tribale che attesta l’appartenenza ad un genere che non è solo musicale ma attitudinale. In questo gioco al massacro, nella filosofia degli Exodus, chi non crede in questi “sacramenti” è un poser, uno che ascolta hair metal, la musica di Mötley Crüe, Poison ecc.., cioè musica tutt’altro che aggressiva, per “fighette”, che ha come unico scopo quello di agghindarsi in maniera equivoca. Gli Exodus riprendono lo stile straccione dei Ramones fatto di jeans strappati, scarpe da ginnastica e magliette tagliate, facendo scuola nella scena thrash. Un look sofisticato ma quanto basta per lasciare il giusto spazio alla musica che deve essere incazzata, vigorosa e furiosa. Bonded By Blood ed Exodus sono due brani che tra le chitarre abrasive, le urla ossessive di Baloff e i tappeti di batteria al cardiopalma infiltrano nelle vene dell’ascoltatore un brivido fatto di adrenalina ed energia pura. La sintesi di metal e punk è praticamente perfetta ed equilibrata.

Gli Exodus non sanno solo fare casino, ma dimostrano anzi di avere già idee brillanti. And Then There Were None, al di là della scelta dei riff, più lenti ma estremamente coinvolgenti, riesce nella fantastica impresa di inserire uno stranissimo coretto ossessivo in un ritornello che diventa per forza di cose indimenticabile. Serpeggiante ed infida A Lesson In Violence travolge qualsiasi cosa senza alcun compromesso. La violenza sonora degli Exodus è tuttavia classica. La sua particolarità sta infatti nel rigore, che a differenza di correnti musicali ben più estreme, come ad esempio il grindcore, si incarna in un dinamismo chiaro e ordinato, cosa che la rende digeribile anche per l’ascoltatore più tradizionalista. Diversi pezzi qui contenuti potrebbero infatti essere visti (con un po’ di fantasia, certo) come l’estremizzazione dei pezzi dei Deep Purple. Con Metal Command entriamo di diritto nella categoria degli inni che uniscono ancora oggi frange ampissime di punk e metallari. Ingenuità, complicità e sano divertimento gli ingredienti principali al fine di creare un simbolo di questo tipo. E dopo la tellurica Piranha, altro momento imprescindibile di Bonded By Blood, arriva l’unica apertura realmente melodica, seppur breve, del disco con No Love. Un arpeggio quasi angelico e sognante si annulla in un riff sinistro che si evolve continuamente in un insieme audace di riff e assoli. Sulla stessa scia Bonded By Blood prosegue con Deliver Us To Evil, composizione più estesa, mirabile e riuscita del disco. La conclusione però per essere davvero in stile Exodus deve essere fulminea, lacerante e rabbiosa. Strike Of The Beast è il modo migliore per un gruppo di questo livello di salutare con un sentito VAFFANCULO al mondo intero.

Con una maturità non trascurabile il gruppo di San Franciso dimostra in “tenera età” di essere il gruppo più incisivo e cazzuto in circolazione.

Voto: 10

Zanini Marco

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.