Recensione: Zumpday – Massimo Fontana –  Gilgamesh Edizioni

Recensione: Zumpday – Massimo Fontana –  Gilgamesh Edizioni

 

Tempo fa avevo recensito su questo blog il bellissimo “disco” per certi versi atipico dei Nova sui Prati Notturni dal titolo Quante Stelle. Ne ero rimasto veramente affascinato, le sue sonorità mi hanno portato a viaggiare con la fantasia e mi hanno anche accompagnato in viaggio, perché oramai sono nella mia chiavetta e li ascolto in auto molto spesso. Odio questa moda del consumo online su piattaforme che ti propinano sempre i soliti titoli, quando posso ascolto ancora in cd e altrimenti mi creo una compilation con i dischi e gli autori che voglio, niente Playlist, è una parola che detesto. Parlare di Zumpday non è semplice pur essendo un piccolo libercolo di sessanta pagine. La quarta di copertina recita: “Massimo Fontana è nato a Vicenza nella seconda metà dei Sessanta. In Zumpday discorre di un allunaggio, di un terremoto, della misura del tempo, di alcuni musicisti rock, di un sogno, di un ideogramma polverizzato. Undici brani. Secondo l’autore Zumpday può considerarsi un prequel asincrono dei Nova sui Prati Notturni o un tornare su alcuni fatti vissuti, alla ricerca di un ritmo. (…)”. Come già detto sopra la sensazione che avevo avuto non era sbagliata, questo piccolo saggio è legato con un sottile filo immaginario alla produzione musicale che verrà dopo, una piccola e valida germinazione di idee. In copertina, molto scura tendente al verde, si può intravedere stilizzato un orecchio, ed ecco un altro indizio, poi all’interno in più occasioni durante la scrittura dei racconti vengono citati tanti autori del calibro di Franco Battiato, Lou Reed, Kraftwerk, David Bowie, John Cale, Nico, The Jesus and Mary Chain, Brian Eno, Tin Machine e altri. Un parterre di musicisti ed autori di tutto rispetto che impreziosiscono le pagine del testo. I racconti sono brevi immagini di ricordi da bambino, da ragazzo e fino ad un sogno incubo nei nostri  giorni. Tutti gli undici brevi racconti sono attraversati da ricordi, immagini, sogni. Soprattutto la versione onirica nel racconto è molto presente e lascia dopo la lettura il lettore in uno stato di sospensione. Io ho avuto diverse sorprese durante la lettura, il racconto Doctor Electric opera un viaggio dentro la pazzia e la normalità socialmente pensata chiude con un bellissimo testo sulla necessità di trovare un proprio percorso cognitivo all’interno della società e le note che accompagnano il protagonista sono prima quelle dei Kraftwerk e poi L’Egitto prima delle sabbie di Franco Battiato. Il racconto successivo si intitola Radio Varsavia, non dico altro. Comunque tutti i racconti sono interessanti, il terremoto è raccontato in modo sorprendente così come il sogno post sbornia di chiusura del volume. Come Quante Stelle era legato al video di Pietro Scarso donando una completezza multimediale, così Zumpday chiude con un Qrcode che se inquadrato ci apre un video dal titolo Ambiente Meccanico Tripartito. Il video ci accompagna in un viaggio allucinogeno ed onirico con musica elettronica ed immagini di giostre a volte sfocate e a volte a fuoco, un caleidoscopio di immagini e suoni veramente intriganti. Per chi volesse leggerlo è stampato da Gilgamesh per la collana Anannuki Narrativa. Buona lettura Evviva!

Claudio Romei

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