“I CODICI NERI DI ALFRED HITCHCOCK” – ANTONELLO ALTAMURA – ROBIN EDIZIONI

RECENSIONE: “I CODICI NERI DI ALFRED HITCHCOCK” – ANTONELLO ALTAMURA – ROBIN EDIZIONI

 

Il volume edito dalla Robin Edizioni: “I codici neri di Alfred Hitchcock” è scritto da Antonello Altamura, affermato psicologo e psicoterapeuta nel campo della riabilitazione e del sostegno dell’emarginazione.

Appassionato di cinema da sempre ha dato vita a un saggio in cui analizza Hitchcock e la sua filmografia.

Sapevate ad esempio che il maestro del giallo fu folgorato in gioventù dalle vicende del serial-killer John Christie?

Un saggio imperdibile per chi ama il cinema e il maestro Hitchcock, ma superbo anche per chi (esiste davvero?) non ha mai visto un suo film, perché il libro è così scorrevole e interessante che può essere un utile strumento per vedere anche per la prima volta i film del regista, ma con occhio più attento e diverso.

Cosa sono i codici neri di cui si parla nel titolo?

Ovviamente non ho nessuna intenzione di dirvelo perché dovrete scoprirlo voi leggendo il libro, ma posso darvi dei piccoli input.

Il maestro, quasi come il serial-killer che “influenzò” in qualche modo la sua produzione, ha un suo modus operandi che si ritrova da pellicola in pellicola, una sorta di firma che fa dei film di Hitchcock qualcosa di inconfondibile, dalla serie: guardi un film che non hai mai visto senza sapere se è del Maestro oppure no, se hai letto “I codici neri di Alfred Hitchcock” sei in grado di capirlo da solo.

Oltre all’analisi strutturale delle pellicole, nel volume si trova una parte in cui l’autore si sofferma sulle figure femminili dei films e non manca una sezione in cui si approfondiscono i temi “scottanti” affrontati nelle pellicole.

Già così sarebbe un volume assolutamente degno di attenzione, ma la Robin Edizioni ormai ci ha abituato bene e ha inserito diverse fotografie in bianco e nero a completamento del tutto.

Consigliamo quindi di non farsi mancare “I codici neri di Alfred Hitchcock” nella propria biblioteca perché come direbbe il regista: “sarebbe un delitto…”

Teresa Breviglieri

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