Quante stelle – Nova sui Prati Notturni (NsPN)

Album: Quante stelle

Artista: Nova sui Prati Notturni (NsPN)

Produzione: Lizard Records per il formato cd

Produzione: QR code per il formato video

Nova sui Prati Notturni, strano nome per una formazione, di certo una band che adotta un nome di questo tipo non fa musica d’ascolto immediato, o almeno io la penso in quel modo. Nova sui Prati Notturni non so perché ma da subito mi ha riportato alla memoria un lavoro di musica elettronica sperimentale di Francesco Messina e Roul Lovisoni I prati bagnati del Monte Analogo, ad un primo ascolto non c’è nessun tipo di richiamo ma poi a quel mondo ci si ricollega, il viaggio, la speranza, l’approccio musicale ma soprattutto il viaggio, infatti il primo brano dei cinque che compongono Quante Stelle è Matkaa (Viaggio), poi il titolo Quante Stelle mi ha portato ad un altro parallelismo, i viaggi interstellari dei Mondi Lontanissimi di Franco Battiato. Dunque premetto subito che all’interno del disco non c’è nessun richiamo o omaggio ai due artisti che ho appena citato però il mondo che evocano i NsPN è quello del viaggio interiore, ma anche del viaggio fisico o del viaggio verso multiversi altri. Il disco è interamente strumentale e si compone di cinque brani: Matkaa, Fuera!, Lucet, Last ride e Zeit. L’intero lavoro poi è anche l’accompagnamento musicale dello splendido video di 45’ di Pietro Scarso. All’ascolto del primo brano Matkaa (Viaggio) ci si vede mentre ci prepariamo al viaggio, la chiusura delle valige, il controllo dei documenti, l’accensione della macchina, l’impostazione del viaggio ecc. ecc. brano composto interamente da batteria, percussioni e basso in primo piano e chitarra ad accompagnare incessantemente il suono del nostro io verso un viaggio non solo interiore. Finisce Matkaa e parte Fuera! (Fuori) l’atmosfera non cambia di molto però la ritmica si fa più incisiva, infatti chitarra e synth si fanno spazio. Terzo brano Lucet (Brilla) ricorda molto composizioni di musica classica contemporanea dove ci sono due piani di ascolto, un tappeto elettronico dove sopra vengono sovra incisi loop e suoni per definire un ambiente sonoro che evoca qualcosa di mistico. Sembra quasi di vedere sullo sfondo un’aurora, un’alba, una luce generatrice. Il quarto brano Last ride (Ultima corsa) non è molto diverso da Lucet come costruzione, ma è più sottotono, più dimesso, più evocativo, mima con le note un’ultima fatica, un trascinarsi verso la salvezza. Una voglia di rivincita. Una lunga cavalcata di musica elettronica di 11 minuti e 18 secondi che riempie appieno il nostro spazio interiore. In questo brano mi hanno ricordato vagamente come approccio i BTS, un gruppo Sud Coreano che ama le lunghe suite pianistiche. L’album chiude con Zeit (Tempo), molto bella. Zeit ha un incessante loop ripetuto che varia di lunghezza e piano piano cambia in altro. Non so se il genere che i Nova suonano possa essere definito post-rock, però è certo che il loro stile è un crossover attorno i generi meno consueti, prog, elettronica, indie, post-rock, kraut, minimalismo, avanguardia e cosmic music. I Nova sui Prati Notturni sono Federica Gonzato (basso e pianoforte), Giulio Pastorello (chitarre e batteria), Gianfranco Trappolin (batteria, basso e chitarra) e Massimo Fontana (chitarra elettrica). Band che spero possa raggiungere grandi risultati di pubblico senza cambiare se stessa, probabilmente allora anche in Italia il pubblico sarà maturato verso ascolti più complessi. Consiglio oltre l’ascolto del disco prodotto da Lizard Records anche la visione del video di Pietro Scarso. Il binomio immagine suono esalta entrambi, il video è la narrazione ovviamente di un viaggio di solo immagini dove le note sostituiscono egregiamente le parole. Ora sono venuto in possesso del volume di Massimo Fontana Zumpday che immagino possa essere collegato a Quante Stelle e mi metto alla lettura. Buon Ascolto e Buona Visione.

Claudio Romei

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