Recensione: I delitti di Genova di Massimo Ansaldo (Fratelli Frilli Editore)

Recensione: I delitti di Genova di Massimo Ansaldo ( Fratelli Frilli Editore)

 

Ho da pochissimo terminato la lettura di “I delitti di Genova” (Frilli Editore), l’ultima fatica letteraria di Massimo Ansaldo e confesso che mi sento ancora un po’ frastornato, ancora sotto l’effetto delle emozioni e delle sensazioni che questo splendido romanzo mi ha regalato a piene mani. Definire “I delitti di Genova” semplicemente come un giallo o un noir è secondo me assai riduttivo e non rende bene l’idea di quello che in realtà questo romanzo nasconde all’interno delle sue pagine. E’ vero che la cornice è quella di un thriller con tutti i crismi, di un noir ben strutturato con una trama robusta e credibile dall’inizio alla fine, ma c’è di più, c’è molto di più. C’è la storia di una serie di personaggi con dei conti in sospeso con la vita, con il loro passato, con i loro demoni, con i loro scheletri nell’armadio, con la voglia di chiudere questi conti una volta per tutte. Ma non è ancora tutto perché è anche una storia fatta di ambizione, dolore, sopruso, politica, potere, amore, miseria, vendetta e riscatto. Lo sfondo all’interno del quale si muovono i personaggi è una Genova sempre affascinante e sfuggente e come sempre seduta sui colli con i piedi a bagno nel mare. Il commissario di polizia Nicola Teiro è il protagonista del romanzo del quale è anche voce narrante, attraverso i suoi occhi, il suo cuore e la sua anima veniamo trasportati dentro ai fatti che via via si succederanno in un gioco di specchi, di luci, di ombre e di nebbie che solo alla fine verranno diradate per dare al lettore l’immagine definitiva del puzzle ricomposto. Insieme a Teiro ci sono altri personaggi davvero straordinari per come sono stati costruiti e caratterizzati dall’autore, ad esempio non possiamo non rimanere colpiti dall’ispettrice Ester Miniati, o dal clochard slovacco Vaclav o ancora dai funzionari Ramini e Grosso, dalle sfumature con cui Ansaldo li ha dipinti dando vita ad un opera a mio avviso davvero importante per qualità e per intensità. C’è poi un personaggio che guarda tutti dall’alto con i suoi occhi attenti e penetranti, che sembra quasi diventare un mentore, un confidente, una sorta di amico per Nicola Teiro, e cioè il Nibbio Reale. Non si tratta del soprannome di un qualche personaggio strano, si tratta di un vero e proprio Nibbio che ha deciso di fare il nido sul noce del giardino del commissario e che con lo stesso ha un rapporto strano e misterioso tutto da scoprire. La storia è scritta davvero in maniera magistrale e scorre via in maniera fluida ed adrenalinica. Non ci sono pause, ed i colpi di scena si susseguono quasi senza soluzione di continuità, fino ad arrivare allo tsunami finale, quello che spazza via tutto senza risparmiare nessuno, senza dare a nessuno la possibilità di ripararsi dalle conseguenze delle proprie scelte. Dopo lo tsunami però torna una certa calma ed i sopravvissuti potranno rialzarsi e ripartire ed è qui che secondo me l’adrenalina accumulata può trovare il suo naturale sfogo nella commozione. Non so se ci sarà un seguito, non so se rivedremo ancora Ester, Nicola e Vaclav all’opera, non so se questo team avrà modo di tornare in azione, io sinceramente mi auguro di sì.  È sempre brutto salutare personaggi che ormai sono diventati amici, è sempre un momento un po’ triste quando si chiude il libro e si deve in qualche modo dire addio ad anime a cui ci si è affezionati, quindi l’unica speranza è che quel addio possa trasformarsi in un semplice arrivederci.

 

David Usilla

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