Recensione: Il figlio ultimo – Andrea Imperiali – Robin Edizioni

Recensione Il figlio ultimo Andrea Imperiali – Robin Edizioni

 

Andrea Imperiali Il romanzo di Andrea Imperiali è una storia a  doppio filo dall’intreccio geniale, che rimbalza tra la Napoli dei primi anni 70 (a partire dal giugno del 1969) e  Milano partendo dagli anni ottanta fino al  nuovo Millennio.

Uno storia che potrebbe essere quella di due napoletani: uno,  giovane rampollo di ricca famiglia, che scopre il mondo fuori dagli agi e dalla strada imposta dal ceto, e l’altro che abbandona la propria città, e in cerca di fortuna, approda a Milano.

Due anime diverse ed uguali, due facce della stessa medaglia.

Romanzo che fin dalle prime righe ti trascina dentro le sue pagine, a fianco del protagonista di turno, con cui dividere e condividere stati d’animo, compagnie e solitudini.

La narrazione dalla scrittura fluida e mai sopra le righe, è arricchita con molta moderazione, solo dove strettamente necessario, con qualche mezza frase in  dialetto napoletano, che non rallenta la lettura, semmai ne completo l’atmosfera.

Due Mondi opposti: Napoli e Milano, ma anche due momenti storici differenti, che Andrea Imperiali fa scorrere sulla linea del tempo, descrivendoli quasi facendo rapidamente scorrere le pagine di un calendario, ripercorrendo i  fatti storici principali e le loro conseguenze sulla gente, sui sogni, sulla vita e sulla morte.

Finale sicuramente inaspettato, per quanto i più attenti avranno potuto, durante la lettura, farsi sorgere qualche dubbio, per rimanere comunque fino alla fine sul sì e no.

Siamo un po’ tutti figli ultimi rispetto al mondo che ci circonda, perché ci sarà sempre un figlio primo  e uno secondo, eppure primi,  secondi o  ultimi,  conta la propria voglia di lottare e di rivalsa,  perché sarà anche vero che il mondo è dei furbi, ma non ho detto che non ci debba  essere mai qualcuno più furbo di loro.

Figlio ultimo edito dalla Robin edizioni  è uno di quei libri da leggere e regalare perché quando un libro è fatto bene è giusto dedicargli attenzione.

Sandra Pauletto

 

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