Simone Consorti, L’attimo lungo dieci anni (Chipiuneart edizioni, 2023)

Simone Consorti, L’attimo lungo dieci anni (Chipiuneart edizioni, 2023)

 

L'attimo lungo dieci anniPer chi ha intorno ai cinquant’anni, il dieci giugno del 1981 è, per citare il capolavoro di Ettore Scola, “una giornata particolare”. Quel giorno il piccolo Alfredino cadde, vicino Roma, in un pozzo artesiano e la tragedia si trasformò nel primo caso nazionale di cronaca spettacolo.  Tutto il paese si strinse alla famiglia seguendo in diretta i tentativi di salvarlo, tre giorni prima del finale tragico. La storia raccontata da Simone Consorti ne L’attimo lungo dieci anni (Chipiùneart edizioni, 2023) è quella di una banda di bambini che, perdendo un membro dopo l’altro, si assottiglia, fino a trasformarsi in una amicizia a due. L’amicizia si rompe proprio quel giorno, ma forse non si è mai rotta, è solo attaccata a un filo. Solo dieci anni dopo sapremo come sarà andata tra Sergio e Gigi e perché, nonostante il loro attaccamento simbiotico, si siano divisi. La struttura, con l’ellissi di tanti anni tra la prima e la seconda parte e l’agnizione finale, ricorda un po’ un famoso romanzo di Fred Uhlman. Qui, tuttavia, siamo nel campo della cronaca. Non si affaccia la grande Storia, semmai solo piccole storie e vicende di adolescenti. La loro epopea quotidiana, tra bilie e lucciole, corse e partite di calcio, sconvolta da un avvenimento più grande di loro. Sia Sergio che Gigi il ribelle che Gioia la perfettina che Davide il genio e tutti gli altri perderanno l’innocenza quel giorno. Un racconto che ci porta indietro in un’epoca più innocente, incentrato su una nostalgia che viene rifiutata e insieme ricercata. “A chi c’era e a chi, da lontano, c’è ancora” è la dedica. “Molto prima del tramonto c’è un momento/ma non ci ho mai creduto abbastanza/ per trattenerlo” l’esergo del libro. La scrittura, nitida ed evocativa, è l’unico strumento in grado di riavvicinare chi è sprofondato o ormai irrimediabilmente lontano. Una scrittura fluida, regredita, che restituisce con vivezza e precisione il gergo adolesceziale, illustrata dai disegni, belli ed eterei, di Valeria Fraticelli che materializzano e danno forma a quel mondo fantasmatico in modo credibile e empatico, rievocando ciò che non c’è più. Una storia di nostalgia, di amori prematuri e precoci, ma soprattutto di amicizia “ritrovata”. Colpo di scena finale.

 

CITAZIONE DELL’INCIPIT

 

“Il tesoro non era un vero tesoro, ma soltanto due collane chiuse in un sacchetto di

plastica, una figurina, quattro lettere rubate al vicino del primo piano, venti bilie e una foglia con due macchie del loro sangue. E comunque il giorno dopo non c’era più. La regola che Gigi e Sergio si erano dati era scavare una volta a settimana per controllare se fosse tutto a posto, tuttavia avevano fatto subito un’eccezione per verificare come era diventato quel sangue già dopo il primo giorno. Avevano tolto una manciata di terra per uno, inizialmente scherzando; poi sempre più ansiosi.

Sergio sosteneva che il sangue sarebbe stato marrone, Gigi che ormai era dello stesso colore della foglia. Il fatto è che dopo venti manciate non c’erano né il sangue, né la foglia né le collane…”.

 

Simone Consorti, L’attimo lungo dieci anni (Chipiuneart edizioni, 2023)

Sandra Pauletto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.