Recensione: Milano sotto tiro di Matteo Speroni (Fratelli Frilli Editori)

Recensione: Milano sotto tiro di Matteo Speroni (Fratelli Frilli Editori)

 

Bisogna che lo dica chiaramente, Matteo Speroni è uno di un livello assoluto, uno scrittore di prim’ordine. Certo non è solo uno scrittore, si è fatto notare alla grande come giornalista e non solo, però credo che nella serie di gialli dedicati al commissario Egidio Luponi si sia davvero superato, abbia dato una grandissima prova delle sue indubbie qualità di fine giallista.

Prima di tutto non si può non sottolineare la sua bravura nell’offrire al lettore un attento e preciso spaccato psicologico di tutti i personaggi coinvolti nelle vicende raccontate.

Alla fine del primo capitolo, “Milano rapisce” (Fratelli Frilli Editori), il commissario Luponi va in pensione e in una delle ultime scene lo si vede abbracciare il suo collaboratore più stretto, il giovane agente scelto Corrado Spezia. In questo secondo capitolo, “Milano sotto tiro” (Fratelli Frilli Editori), ritroviamo un Corrado Spezia che è salito di grado fino a diventare ispettore, mentre il suo mentore Egidio Luponi si gode la pensione tra un libro, un giornale e una normale quotidianità.

Nella sua quotidianità c’è un appuntamento che per Luponi è irrinunciabile, si tratta del pranzo del martedì che consuma sempre nella stessa trattoria, “Al Bel” in zona Brera, con l’amico Corrado Spezia.

Qui oltre ai due amici pranzano anche altri personaggi, sempre gli stessi, che tra una chiacchiera e l’altra, a modo loro, si riveleranno essere utili alle indagini.

Già, perché ci sono alcuni delitti che turbano i sonni dell’ispettore Spezia, e più il tempo passa più questi delitti aumentano, alcuni sembrano avere un denominatore comune, altri no.

Alla fine l’ispettore Spezia dovrà per forza avvalersi del contributo di intuito ed esperienza del suo mentore, per venire a capo di questi crimini così efferati e così sconvolgenti.

Matteo Speroni nel suo raccontare ha creato un intreccio di storie nella storia, di trame e sottotrame, un complesso puzzle in cui alla fine le tessere andranno a ricomporsi svelando quello che sarà il finale che lascia senza fiato, sbigottiti ed interdetti di fronte all’inusitata crudeltà con cui gli inquirenti si troveranno a dover fare i conti.

C’è una protagonista particolare in questa storia che è Milano.

L’autore per voce e pensieri dei vari personaggi ci regala un ritratto molto preciso e molto attento della città, una delle città più importanti non solo del nostro paese ma dell’Europa e del mondo intero.

L’autore non risparmia critiche alla Milano attuale, a come si è evoluta a come gli abitanti si sono evoluti, critiche che denotano però un grande attaccamento alla città un grande legame affettivo. Solo un milanese “doc” come Matteo Speroni poteva scandagliare Milano così in profondità andando ad esplorarne gli anfratti più reconditi, gli angoli più remoti, nell’anima stessa della città e dei suoi abitanti.

Penso che “Milano sotto tiro”, come fu anche per “Milano rapisce”, sia un giallo dall’alto tasso di adrenalina, ricco di colpi di scena, carico di suspense, al punto che probabilmente si presterebbe benissimo ad una trasposizione televisiva.

Come sempre il momento dei saluti è quello più triste, la parola fine vuol dire allontanarsi da personaggi a cui per un tempo più o meno breve ti eri affezionato, vuol dire sentirne poi un po’ la mancanza.

Sicuramente Egidio Luponi e Corrado Spezia sono due personaggi indimenticabili, quindi è normale augurarsi che il saluto sia solo un arrivederci e mai un addio.

David Usilla

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