Intervista a Diego Pitea – “La stanza delle illusioni” – Altrevoci editore

INTERVISTA A DIEGO PITEA – “LA STANZA DELLE ILLUSIONI” – ALTREVOCI EDITORE.

Diego Pitea

Abbiamo da poco recensito “La stanza delle illusioni”, scritto da Diego Pitea, edito da AltreVoci Editore e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autore. Buongiorno, grazie essere passato a trovarci, possiamo darci del tu?

 

  • Come nasce l’idea per il personaggio di Richard Dale?

Molte delle caratteristiche che contraddistinguono Richard sono anche le mie. La passione per gli scacchi, per la pittura e la “malattia” per gli enigmi in generale. La prima volta che pensai a lui volli creare un personaggio particolare, che uscisse dai soliti schemi del giallo o del thriller mondiale. La sindrome di Asperger è una condizione che conosco bene e mi sembrò una buona scelta per un personaggio che doveva vivere fuori dagli schemi. Pensai inoltre che così com’era straniero fra gli uomini per via della sua malattia, dovesse essere anche straniero nella terra dove viveva.

 

  • Un particolare passaggio del romanzo mi ha ricordato il fantasma dell’Opera di Gaston Leroux, è possibile?

Certamente. “La stanza delle illusioni” è un miscuglio di tutte le letture che ho incontrato nella mia vita di lettore, soprattutto gialli, ma anche tutti quei romanzi che hanno lasciato dentro di me un ricordo e “Il fantasma dell’Opera” è uno di quelli. Quando ho pensato al libro, che per la cronaca è il primo che ho scritto, l’ho immaginato come un grande omaggio ai romanzi che mi hanno tenuto compagnia, che mi hanno fatto sognare.

 

  • Qual è il tuo giudizio su Agatha Christie?

Agatha Christie è stata e sarà la più grande scrittrice di gialli della storia. Le sue storie sono inarrivabili, non solo dal punto di vista della trama, lei aveva la capacità di creare dei personaggi talmente complessi, sfaccettati, da sembrare vivi. Romanzi come “La serie infernale”, il mio preferito, ma anche “Dieci piccoli indiani”, non potranno mai essere superati. Rappresentano la base sulla quale qualsiasi scrittore di gialli deve appoggiarsi per creare qualcosa di plausibile.

 

  • Da lettore di gialli cosa non ti piace trovare nei libri?

Ammetto di essere un lettore di gialli un po’ particolare perché sono molte le cose che mi fanno storcere il naso. I miei amici sostengono sia esagerato, ma se su alcune posso anche passarci sopra, ce n’è una sulla quale non transigo: la storia d’amore. In un giallo che si rispetti non è concepibile che vi siano pagine e pagine di “effusioni”, quelle lasciamole ai romance.

 

  • Da scrittore qual è la difficoltà maggiore nello scrivere un giallo?

Da sempre sostengo che il giallo sia il genere più difficile da scrivere e la difficoltà maggiore risiede nel far combaciare tutti gli elementi della storia. Guai se alla fine del libro il lettore ha la sensazione che l’autore abbia barato. Nella maggior parte dei casi quello è un lettore perso, per cui nei miei libri cerco in maniera maniacale di rendere tutto credibile, logico, senza buchi nella trama che la renderebbero poco verosimile.

 

  • Hai un tuo “rituale” quando scrivi?

Confesso di sì. Dopo che mi siedo davanti al computer, la prima cosa che faccio è mettere in bocca una liquirizia, come fa sempre anche Richard Dale, il protagonista dei miei libri, poi, può sembrare strano, metto le cuffie e faccio partire “Sadness” degli Enigma, una canzone che ha il potere di rilassarmi e trasportarmi in un altro mondo. Nel mio caso la musica è essenziale, riesce a mettermi nello stato d’animo idoneo per creare. I migliori capitoli dei miei libri li ho scritti così.

 

  • Hai in mente di dare vita a una saga con il tuo personaggio?

Esiste già. “La stanza delle illusioni” è il secondo libro con protagonista Richard Dale. Il primo “L’ultimo rintocco” è uscito nell’aprile del 2020 e ha ottenuto un notevole successo di vendite e di critica. A Natale di quest’anno, inoltre, uscirà il terzo episodio, un thriller psicologico pieno di enigmi come nella tradizione dei miei libri.

 

  • Stai lavorando a un nuovo libro?

Sì, anche in questo caso si tratta di un thriller psicologico che però abbraccia generi diversi. Un lavoro corposo, il lavoro più lungo e complesso a cui mi sia mai dedicato, ma per l’uscita ci vorrà ancora un po’ di tempo, per adesso accontentatevi di quelli che sono usciti.

 

Grazie mille a  Diego Pitea per la disponibilità, arrivederci a presto sempre sulle pagine de I Gufi Narranti.

Matteo Melis

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