Intervista a Darinka Montico – “Ballando nel silenzio” – Altrevoci edizioni.

Intervista a Darinka Montico – “Ballando nel silenzio” – Altrevoci edizioni.

Abbiamo da poco recensito “Ballando nel silenzio”, scritto da Darinka Montico, edito da AltreVoci Edizioni e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autrice. Buongiorno, grazie essere passato a trovarci, possiamo darci del tu?

 

 

  1. Cosa ti ha spinto a scrivere questa sorta di diario?

Sapevo di avere un libro dentro di me, inizialmente ho pensato fosse quello sul giro del mondo in bici e barca a vela che stavo facendo, ma nel marzo 2019 il mondo si è fermato, e io, come menziono nel libro, ho perso al gioco di sedie musicali e quando la musica si è fermata, sono rimasta in piedi, non avevo una casa dove tornare e sono rimasta “a ballare nel silenzio”. Ho trovato che scrivere un libro di viaggio in quel momento fosse fuori luogo e ho deciso invece di condividere uno dei viaggi più significativi che abbia mai compiuto, quello dentro di me. Ho pensato che mettendomi a nudo, mostrandomi nella mia interezza, compresa la parte vulnerabile, in molti si potessero riconoscere tra le mie sfaccettature e prendere ispirazione dalle mie esperienze per affrontare i propri di ostacoli. Spero di non peccare di arroganza, ma ora che è uscito, e ascoltando anche le recensioni di chi lo ha letto, lo immagino come un libro dai poteri terapeutici.

 

 

  1. Darinka Montico in alcuni punti del libro dimostri spiccate doti ironiche, hai mai pensato di scrivere testi “leggeri”?

Non sono certa di capire cosa intendete per leggeri. Adoro la comicità, sono una grande appassionata di Stand-up (anglofona) ma credo che il vero comico sia colui che riesca a farci ridere camminando su una corda tesa sulla profondità degli argomenti che tocca, in bilico tra una reazione di scomodità e rabbia nello spettatore. Esiste un piccolo spazio tra questi due sentimenti che è quello della risata a crepapelle, perché riesce a farci da specchio verso l’assurdità di ciò che nella società chiamiamo normale, verso i nostri comportamenti dettati spesso da regole sociali, che fuori dal loro contesto sono ridicole.

 

Se ho la fortuna di riuscire a far ridere nei miei libri è perché a volte mi capita, probabilmente perché adoro quello spazio, di tendere ad andare in quella direzione.

 

In ogni caso, non sono praticamente mai io a decidere cosa accadrà, dove la vita mi porterà, di quali situazioni potrò raccontare. Per esempio, il mio secondo libro è piuttosto “leggero”, è strada, risate e rock and roll. Ora, se fossimo in un periodo storico in cui potessi permettermi la leggerezza pre-pandemia, lo farei volentieri, in questo momento, con tutte le grandi lezioni che arrivano sempre dai periodi difficili, apro le vele e se la vita avrà voglia di portarmi nello spazio sopra-menzionato sufficientemente spesso da poterci scrivere un libro “leggero”, sarò felicissima di condividere quell’esperienza.

 

 

  1. Cosa pensi del metodo “Italia” per gestire la pandemia?

Versione breve o lunga? Penso che nel momento i cui gli studi di modellazione statistica sulle potenziali morti si sono rivelati completamente errati in eccesso, sarebbe stato immediatamente necessario ridurre le restrizioni. Hanno mantenuto (e non si può fare a meno di chiedersi se di propostio) uno stato di terrore nella popolazione, introdotto misure distopiche anti-democratiche, violazioni dei diritti umani, provocato danni irreversibili alla salute mentale e fisica di un’intera generazione, all’economia della classe media (favorendo quella delle multinazionali) e si sono resi complici di una manovra mediatica internazionale nella censura del pensiero dissidente. Dirti che punto ad ottenere cittadinanza straniera è sufficiente per rendere l’idea? Il governo italiano non si merita le tasse di nessuno.

 

  1. Qual è il tuo rapporto con la religione?

Ti cito un paragrafo del libro: “Resto curiosa verso il divino, con il quale mi sembra di essere entrata in contatto qualche volta, ma altrettanto critica e sospettosa verso le religioni. Queste creano delle storie con la pretesa di donare all’umanità una verità assoluta, ma proprio perché scritta da uomini non può essere altro che una storia. Forse per questo sarebbe meglio trovare una linea diretta col divino, senza intermediari.”

Per farla breve, credo che sia molto arrogante da parte di ogni essere umano pretendere di sapere chi/cosa è dio. Penso che se lo sapessimo, la nostra esistenza non avrebbe senso. Credo esista qualcosa di molto più grande di noi, e che allo stesso tempo sia dentro di noi, nella perfezione di ciò che ci circonda e anche nello spazio tra noi e ciò che ci circonda. Nel definirlo, lo abbiamo perso, è effimero e siamo in grado di scorgerlo con più frequenza in base a che stile di vita decidiamo di adottare.

 

  1. Cosa pensi del moltiplicarsi sul web dei motivatori?

Nulla, non è un argomento che seguo con abbastanza passione per avere un’opinione a riguardo.

 

  1. Qual è ora il tuo rapporto con l’amore?

 

Finalmente felice. E ci ho messo 40 anni per poterlo dire con onestà, per la prima volta, la chiave è stata risolvere traumi famigliari, ma non sto a svelare troppo, è tutto scritto nel libro.

 

 

  1. In quale parte del mondo ti trovi ora?

Ancora Bali, Indonesia, e finché viaggiare sarà compromesso da restrizioni che invadono la privacy dei nostri dati biometrici arricchendo big tech sulle spalle della nostra libertà, senza alcuna valida giustificazione, non vado da nessuna parte. È possibile che presto riuscirò a rientrare in possesso della mia bicicletta, rimasta in Irlanda… (continua)

 

Stai lavorando ad un nuovo libro?

 

(…riprende) In tal caso, l’Indonesia ha 17.000 isole, tanti traghetti che le collegano e io una sella comoda e tanta voglia di strada… allora ci saranno le premesse per un nuovo libro.

 

Grazie mille a Darinka Montico per la disponibilità, arrivederci a presto sempre sulle pagine de I Gufi Narranti.

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