Recensione – “La stanza delle illusioni” – Diego Pitea – Altrevoci edizioni.
Il nuovo romanzo di Diego Pitea ha atmosfere che richiamano, più o meno palesemente, l’intramontabile Agatha Cristhie, in particolare uno dei suo gioielli indiscussi: “Dieci piccoli indiani”, troviamo infatti sparsi nel romanzo dettagli che, chi conosce il libro, non potrà non notare.
Però, è importante sottolineare che “La stanza delle illusioni” non è affatto un romanzo scontato o già visto, anzi.
La trama è accattivante, ben scritta e con la giusta quantità di mistero. in grado di coinvolgere il lettore avvolgendolo in un’ atmosfera che si fa pagina dopo pagina sempre più pesante e tenebrosa.
Nel romanzo di Diego Pitea edito da Altrevoci edizioni, di cui abbiamo recensito diversi ottimi lavori, e questo è uno di quelli, tutti sembrano avere qualcosa da nascondere, nulla è come sembra tranne, forse, la neve che tiene i protagonisti bloccati all’interno di una villa.
Il personaggio principale non è un classico poliziotto più o meno pulito, né un commissario imbattibile.
Richard Dale è uno psicologo affetto dalla sindrome di Asperger, variante di alto funzionamento dello spettro autistico. Questo lo rende originale ma anche, in qualche modo, più simpatico, per la sua mania dell’ordine, una certa asocialità e una passione smodata per la liquirizia che mangia compulsivamente e della quale a volte ci sembra di percepire l’aroma.
Che c’entra uno psicologo in tutto questo?
Semplice, Richard Dale collabora con la polizia e li aiuta a risolvere quello che loro non sono capaci di sbrogliare spesso perché hanno le barriere mentali molto rigide e non vanno a guardare o a pensare quello tanto di quello che potrebbe essere a seconda scontato o impossibile.
In “La stanza delle illusioni” c’è tutto quello che serve per un grande giallo: lettere misteriose, suspense, ovviamente un cadavere… e dulcis in fundo il colpo di scena finale.
Matteo Melis