Ora del lupo – Recensione film di Teresa Breviglieri
Paese di produzione: Svezia
Anno: 1966 (Prima proiezione 19 febbraio 1968)
Durata: 90 minuti
Genere: Drammatico, Horror
Colore: B/N
Specifiche tecniche: 35MM
Regia: Ingmar Bergman
Sceneggiatura: Ingmar Bergman
Fotografia: Sven Nykvist
Montaggio: Ulla Ryghe
Musiche: Lars Johan Werle
Scenografia: Marik Vos-Lundh
Costumi: Mago
Produzione: SVENK FILMINDUSTRI (SF)
Distribuzione: DEAR UA – DVD: DOLMEN HOME VIDEO
Vietato: 14 anni
Cast: Max von Sydow, Liv Ullmann, Erland Josephson,
Ingrid Thulin, Georg Rydeberg, Gertrud Fridh,
Ulf Johanson, Guderun Brost, Naima Wifstrand,
Bertil Andenberg, Folke Sundquist, Mikael Rundqvist,
Agda Helin.
Johan, pittore non più famoso e Alma, sposati da tempo, si trasferiscono in un’isola quasi disabitata. Joahn, soffre di una gravissima forma di crisi depressiva e di crisi allucinatorie e Alma, molto preoccupata per lui, cercando di stargli vicino, finisce per entrare nel vortice dei suoi incubi.
“L’ora del lupo”, è nato dalla mente di Ingmar Bergman ed è basato su un manoscritto intitolato “I mangiatori di uomini”, al quale il regista ha lavorato a lungo. Girato completamente in una riserva naturale della Svezia, il film godrà di ottime ambientazioni dove la natura fa da padrona e dove è possibile rifugiarsi in solitudine.
Johan, il protagonista di questa pellicola datata ma molto interessante, recita una frase che rimane impressa nella memoria dello spettatore spiegando chiaramente cosa significa per lui l’ora del lupo. Ve la sintetizzo in breve.
“L’ora del lupo è quell’ora tra la notte e l’alba in cui tanta gente muore e nasce, in cui il sonno è più profondo e gli incubi più vividi”.
Frase decisamente esplicativa dato che le immagini del film sono molto inquietanti, crude e violente. Il pittore fatica a vivere una vita normale nel mondo reale ma al contempo, ha difficoltà a rifugiarsi nel suo mondo di fantasia perché esistono presenze che lo aggrediscono e lo “divorano”.
Non vedevo questo film da molti anni ma proprio oggi, l’ho riguardato per potervene parlare e devo dire che mi ha dato i brividi come la prima volta che l’ho visto. Un film che racconta quanto la mente umana sia complicata e come sia possibile che l’immaginazione possa prendere il sopravvento sulla realtà.
Argomento attuale anche in tempi moderni direi. Basti pensare alla pandemia, purtroppo ancora in corso e a come il Lookdown abbia influito spesso negativamente sulla mente delle persone. Al contrario, Johan ha deciso egli stesso di estraniarsi dal mondo esterno perché già in preda alle allucinazioni e a pensieri auto distruttivi. A mio parere, la differenza delle situazioni poco importa. Quello che si evince dal film è il fatto che anche se in situazioni diverse, la nostra mente può cambiare in modo estremamente pericoloso.
“L’ora del lupo”, che non viene trasmesso alla televisione da tanto tempo purtroppo, è un film che merita ben più di una visione, perché fa riflettere sulla vita e su quanto sia vasta e complicata la nostra mente.
Ciò detto, consiglio vivamente di vederlo sia a chi lo conosce sia a chi non lo ha mai visto. Se dovessi dare un voto a questa pellicola, sicuramente un 9 pieno e credo che gli estimatori del genere horror, drammatico e thriller, dato che è un misto di generi sapientemente accorpati, saranno d’accordo con me.
Fate questo viaggio negli angoli più oscuri della mente umana, un viaggio da cui non c’è uscita. Fatevi coinvolgere dalle emozioni che sprigionano dalla follia di Johan, dalle sue frasi sibilline e dalle musiche che contornano il tutto. Vi garantisco tensione crescente e vi garantisco che rifletterete a lungo sulla fragilità umana.
Complimenti a Ingmar Bergman, che tra l’altro reputo sia stato un grande regista, per come è riuscito con “L’ora del lupo” a raccontare così abilmente quanto l’essere umano sia debole e fragile, cosa non da tutti.
Ottimo film per un grandissimo regista!
Teresa Breviglieri