La Villa dei cadaveri – Luisa Ferrari (Fratelli Frilli Editori)

Recensione: La Villa dei cadaveri – Luisa Ferrari (Fratelli Frilli Editori)

 

Torna il simpaticissimo commissario Aurelio Baldanzi, l’antieroe per eccellenza uscito dalla splendida penna di Luisa Ferrari scrittrice ed anatomopatologa genovese. Con “La Villa dei cadaveri” (Fratelli Frilli Editore) torna a raccontarci le avventure di Aurelio Baldanzi, commissario poco incline ad indagare sugli efferati crimini in cui lui stesso si trova suo malgrado coinvolto e che senza il provvidenziale intervento degli altri protagonisti del romanzo non verrebbero mai risolti. Baldanzi non è l’eroe che piega gli eventi al suo volere ma piuttosto colui che dagli eventi viene travolto, che vive sopraffatto dalle situazioni e dalle emozioni tanto da venirne quasi travolto, spesso cerca di fuggire agli eventi senza mai riuscirci. Nel corso di “Cadaveri e tacchi a spillo” (Fratelli Frilli Editori), primo romanzo a lui dedicato, Baldanzi incontra la bionda bibliotecaria Ornella e con lei instaura un rapporto decisamente particolare, una rapporto forse d’amore o forse non si sa. Fatto sta che ad un certo punto Ornella scompare nel nulla senza lasciare tracce e Aurelio, preoccupato, decide che deve assolutamente ritrovarla. Mentre il primo capitolo della saga di Baldanzi si svolgeva esclusivamente a Torino, questa volta il centro dell’azione si sposta di qualche chilometro, si sposta a Rocca d’Arazzo, un piccolo paesino della provincia astigiana (secondo Wikipedia abitata da 901 persone). Qui tra boschi, sentieri, paesani curiosi ed enigmatici, cibo genuino, e una villa assai inquietante, si svolgono le parti salienti della storia anche se a modo suo, come fu nel primo libro, il Museo di Anatomia Patologica diventa, con i suoi misteri, con le sue atmosfere particolari, una sorta di attore non protagonista. Ogni personaggio è un tassello importante del grande puzzle che si rivela essere questo romanzo, ognuno di essi è viene caratterizzato in maniera molto precisa e puntuale ed ognuno sarà a modo suo fondamentale per la risoluzione del caso. Il corso degli eventi porterà i vari personaggi a doversi scontrare con situazioni surreali, inquietanti, a tratti macabre, il tutto raccontato con quella piacevole dose di ironia che Luisa Ferrai non manca mai di mettere nei suoi libri.  Tra i personaggi va notata la grande presenza di figure femminili, figure molto diverse tra loro, con caratteristiche molto differenti, tutte raccontate nelle loro virtù e nelle loro fragilità, ognuna raccontata con grande sapienza, a tratti in punta di penna a tratti invece in maniera più prorompente. Un mix di figure femminili che raccontano di un universo in rosa molto sfaccettato, ricco di sfumature, sorprendente e misterioso. Le trame che si intrecciano nel corso della storia sono parecchie e l’autrice le riesce a portare avanti senza mai perderne il filo e facendole poi confluire tutte nel gran finale. La scritture è indubbiamente scorrevole, piacevole, avvincente e con una certa ricchezza di riferimenti alla cultura pop (e non solo a quella) ai piaceri della tavola, il tutto condito da una sottile, ma neanche troppo, vena ironica. Le atmosfere sono molto curate, i luoghi presentati in maniera molto vivida, le emozioni e le sensazioni provate dai vari personaggi sono descritte in maniera molto intensa molto precisa. Un bel libro, un’autrice che farà ancora parlare di se, una casa editrice che non smette un attimo di portare all’attenzione dei lettori dei piccoli capolavori.

 

David Usilla

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