SILLOGE DI SIMONE CONSORTI:  VOCE DEL VERBO MARE ed. Arcipelago Itaca 

 SILLOGE DI SIMONE CONSORTI:  VOCE DEL VERBO MARE ed. Arcipelago Itaca 

 

Il mare e l’autunno sono le immagini centrali di Voce del verbo mare, l’ultima raccolta poetica di Simone Consorti, in uscita per Arcipelago Itaca. Ci ritroviamo in un tempo sospeso, il tempo dell’attesa, come è specificato, ad apertura di libro, nell’esergo di Wilde (“Se non ci metterà troppo/l’aspetterò tutta la vita”) dove improvvise epifanie si alternano a squarci in cui compaiono elementi del passato. Siamo davanti a poesie brevi, molto visive e insieme cadenzate e musicali. Spesso l’attesa che caratterizza l’intera opera risulta vana, come nel Deserto dei tartari di Buzzati. Stiamo parlando di un’attesa che è una sorta di preghiera. Non a caso il secondo capitolo scomoda già nel titolo (“Mentre Dio faceva il suo dovere”) la divinità e, in particolare, la sua costante assenza indifferente. Rispetto ai due libri precedenti di Consorti (Nell’antro del misantropo, L’arcolaio 2014 e Le ore del terrore, L’arcolaio 2018), qui cambia la visione dello spazio, ora meno claustrofobico, più aperto e aereo, spesso immenso come il mare. Inoltre il tono sentimentale si presenta meno cupo e pesante. Il sarcasmo e la visione smaliziata, a volte cinica, che contraddistinguono Consorti poeta si fa più rarefatta, come se l’oggetto poetico fosse percepito da una lontananza, che è una distanza da tutto ciò che è urgenza. Incorniciano la raccolta un incipit (“Ti ho dato appuntamento senza dirtelo”) e un congedo (“Ho applaudito una formica”) apertamente beffardi: nulla può più toccare ciò che ormai è solo una Voce scarnificata, umana o verbale che sia.

Di seguito pubblichiamo tre componimenti brevi tratti dalla raccolta di Simone Consorti: Voce del verbo mare  (Arcipelago Itaca, 2022), acquistabile da marzo sulle principali piattaforme online

 

Dietro questa poesia ce n’è un’altra

Dietro questa poesia ce n’è un’altra

che tu non sei in grado di leggere

e il cui significato

non potresti reggere

 

Dietro questa poesia c’è una cosa

che non è nemmeno poesia

Spiegarlo a parole è impossibile

Mi servirebbe un Dio

capace di mostrare alla marmaglia

che perfino nella notte più buia

c’è un cane che abbaglia

 

Dietro questa poesia c’è una sorpresa

una corda impiccata

alla sua attesa

 

Dietro questa poesia

è inutile che giri di colpo

Non intendo la pagina sotto

Non t’incontrerò mai

 

Non t’incontrerò mai

o non t’incontrerò più

un giorno

e in entrambi i casi

io non sono pronto

 

 

Pessoa

 

L’imprevisto era previsto per le quattro

Io sarei arrivato in ritardo in anticipo

e tu in anticipo in ritardo

 

Io sarei tornato

a riprendermi una mia impronta

e tu a recuperare una tua orma

 

Io avrei avuto un’intuizione

e tu

un deja vu

 

E’ tutta la vita che ci presentiamo

là dove non ci siamo

Che ci presentiamo

anche se ci conosciamo

“Piacere Fernando Pessoa”

 

L’imprevisto era previsto per le quattro

ma per uno sciagurato contrattempo

si è dovuto rimandarlo

 

 

Sandra Pauletto

 

 

 

 

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