Kreator – Coma Of Souls – Quando il sole brucia rosso.

Kreator – Coma Of Souls

Anno: 1990

Paese di provenienza: Germania

Genere: thrash metal

Membri: Ventor – batteria; Mille – voce e chitarra; Rob – basso; Frank – chitarra

Casa discografica: Noise Records

1. When The Sun Burns Red

2. Coma Of Souls

3. People Of The Lie

4. World Beyond

5. Terror Zone

6. Agents Of Brutality

7. Material World Paranoia

8. Twisted Urges

9. Hidden Dictator

10. Mental Slavery

Sfoggiata una rabbia corrosiva che esclude ogni melodia, la fine degli anni ‘80 rappresenta per il gruppo di Essen una parziale apertura verso un approccio più classicamente rock. Coma Of Souls è l’affermazione nel panorama thrash dei Kreator, perciò va da sé che le differenze rispetto ai primi lavori non siano così nette. Tuttavia si intuisce già dalla dimessa chitarra arpeggiata di When The Sun Burns Red che un lieve cambiamento è stato operato. Merito di certi abbellimenti va all’uscita dalla formazione di Tritze rimpiazzato da un chitarrista dallo spiccato gusto melodico come Frank Blackfire, già visto all’opera con i connazionali Sodom in Persecution Mania e Agent Orange, disco eccellente quest’ultimo e dal grande feeling chitarristico. La traccia d’apertura non tradisce l’attitudine selvaggia del gruppo mettendo comunque in mostra una sferragliata velocissima e di impeccabile orologeria. I suoi cinque minuti e mezzo le permettono poi di sfoderare un campionario di riff ed intrecci strumentali prelibati e rocciosi. Per quanto poi, a dimostrare di essere al passo coi tempi, il riff di partenza di Coma Of Souls ricordi molto da vicino gli Obituary di Cause Of Death, non è sufficiente ad alzare il livello di una trama meno brutale del solito e nemmeno troppo memorabile.

Anche People Of The Lie, a dispetto del suo interessante incedere mortifero iniziale, si affida ad un mid tempo non esaltante. Scale esotiche, assoli rockeggianti e un ricorso al ritornello orecchiabile ammorbidiscono la proposta dei Kreator rendendola meno spietata e più accessibile. Che la mancanza di questa spinta primordiale renda la musica del gruppo tedesco meno significativa? In Coma Of Souls l’impressione a tratti è questa. Interessante ed azzeccata invece la scelta di inserire la breve World Beyond, dall’incontenibile tappeto ritmico. Parlando poi di cose davvero eccezionali non si può trascurare Terror Zone, perla assoluta del disco e insieme a Toxic Trace momento compositivo più alto dei Kreator. Tra tempi più lenti, atmosfere misteriose ed improvvise accelerazioni, il feeling ricercato è il medesimo che rese i Sepultura di Arise musicisti eccellenti grazie a brani come Desperate Cry. Il periodo riflessivo iniziale è il preludio ad una fantastica cavalcata guidata dalla voce perfetta di Petrozza e da un solismo di chitarra di alto livello. Come detto prima l’ingresso di Blackfire portò aria fresca e di fatto Coma Of Souls è fino a questo punto l’album dei Kreator con i migliori assoli di chitarra, finalmente non solo cacofonici ma anche espressivi.

Si fa’ apprezzare anche l’apocalittica Agents Of Brutality, forte di una gestione impeccabile di ripartenze al fulmicotone e di armonie chitarristiche di maideniana memoria. La parte di Coma Of Souls più debole è a mio parere rappresentata dalla doppietta Material World Paranoia – Twisted Urges, coppia di canzoni tutto sommato nella norma e senza grandi acuti. Apprezzabili invece le ultime due Hidden Dictator – Mental Slavery, dalla spiccata orecchiabilità, dimostrazioni vivide di quanto i Kreator arrivati a questo punto cercassero di convincere l’ascoltatore che il thrash metal fosse un genere meno ostico di quanto si pensasse; questo naturalmente senza tralasciare la qualità che è sempre alta negli standard del genere. Le chitarre velenose di Mental Slavery sono quasi un marchio di fabbrica a certificare la personalità di un gruppo che merita di diritto il posto tra i migliori interpreti del thrash.

Coma Of Souls rappresenta anche l’ultimo lascito di questa corrente musicale ad opera dei Kreator che, una volta iniziati gli anni ‘90, inizieranno ad addentrarsi in territori più contemporanei come l’industrial metal. I risultati a dire il vero non saranno entusiasmanti, di fatto critica e pubblico li criticarono pesantemente, ma Petrozza non si dimostrerà troppo interessato agli esiti negativi della sua creatura. In tempi di revival comunque i Kreator sono tornati a fare thrash con dischi a mio parere trascurabili, ma promossi da molti!

Voto: 7

Zanini Marco

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.