Intervista a Chiara Gamberale – “Come il mare in un bicchiere” (Feltrinelli Editore)

Intervista a Chiara Gamberale – “Come il mare in un bicchiere” (Feltrinelli Editore)

Abbiamo da poco recensito “Come il mare in un bicchiere” (Feltrinelli Editore) di Chiara Gamberale. Abbiamo oggi la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con lei per parlare del suo libro e del suo podcast “Gli slegati”, farci raccontare qualcosa di lei, del libro, del podcast e dei suoi progetti

Buongiorno Chiara, grazie per aver accettato di chiacchierare con noi. Mi permetto di darti del tu se per te non è un problema:

  • Questo tuo nuovo libro non è in realtà un romanzo, direi che è più una raccolta di riflessioni nate durante il lookdown a cui ci ha costretti l’ormai famigerato Covid 19. Cosa rappresenta per te questo libro? Cosa ti ha spinto a scriverlo?

Questo quaderno (è così che lo definisco, fra le pagine e dentro di me) rappresenta l’abbandono della necessità, per la prima volta in vita mia, di trasformare in una sfida stilistica quello che mi tocca, prima di cominciare a scrivere…Perché ho sempre fatto così e così adesso ho ripreso a fare: ma nel momento in cui il mondo si è ammalato non è stata ferita solo la nostra percezione della realtà, è stata ferita anche la nostra immaginazione. Così ho rinunciato a quell’immaginazione, ma ho comunque fatto l’unica cosa che so fare quando ho paura e devo accogliere un mistero: mi sono messa a scrivere. Senza trasformare quello che stava accadendo, se non nella misura in cui, come dice Walter Siti, “il realismo è impossibile”.

  • Che ricordi hai del periodo del lookdown, cosa ti ha lasciato in termini di insegnamenti e come ti sei trovata nel momento di ritornare alla vita reale?

Ancora non me la sento di parlare di vita reale…Ma, come racconto nel libro-quaderno, sono fra quelle persone che, nel primo lockdown, progressivamente hanno provato una misteriosa pace. E proprio su questo mi interrogo, nelle mie pagine: ma doveva ammalarsi il mondo per permettere a noi di recuperare un ritmo delle giornate e delle emozioni più sano? Però a questa nuova ondata sto reagendo diversamente. E’ come se il primo lockdown rappresentasse una sospensione dalle nostre esistenze. Da ottobre in poi invece le nuove strette ci chiamano a un faccia a faccia con quelle esistenze.

  • Mi è piaciuto molto la definizione “dentro di testa”, ci puoi spiegare meglio cosa intendi tu con questa espressione?

Definire “fuori di testa” chi ha problemi con la realtà, per un motivo o per un altro, è un fungo del nostro linguaggio secondo me. Chi sta male, semmai, si cade appunto “dentro di testa”, è lì che cerca rifugio da quello che gli fa male ed è lì che fatalmente si finisce per imprigionare.

  • I proventi della vendita di questo tuo libro verranno devoluti a Casa Oz. Ci racconti cosa fa questa associazione e perché hai voluto destinare proprio a loro questi denari?

E’ un’associazione meravigliosa che si occupa di garantire “una quotidianità che cura” ai bambini che affrontano tremende malattie, aiuta insomma loro e le loro famiglie a vivere anche ai bordi della tragedia che devono affrontare. Da anni sono al loro fianco e questo libro-quaderno è nato da una ferita che per una volta non ha colpito me ma tutto il mondo: ho sentito naturale che al mondo i suoi proventi tornassero.

  • Sentirsi come il mare in un bicchiere, sentire costretto il proprio io in un involucro forse troppo stretto, un po’ come l’immensità del mare relegata in un bicchiere. E’ così che ti sei sentita in quel periodo e che magari ti senti tutt’ora?

A dire la verità mi ci sento da 43 anni…Ho sempre avuto problemi con i limiti che per sua stessa natura la realtà ci impone.

 

  • Chiara Gamberale è scrittrice di successo, stimata conduttrice radiofonica, autrice ed ora anche conduttrice di un tuo podcast di successo, “Gli slegati”. In quale di queste attività tu ti senti più centrata, più a tuo agio, più Chiara Gamberale?

La scrittura è e sempre sarà il mio unico rimedio all’esistenza…

  • “Gli slegati” è il tuo primo podcast ed è uscito se non sbaglio il 12 febbraio scorso. 10 puntate in cui racconti, dalla tua camera da letto, storie che ci fanno capire che i rapporti possono avere una infinita serie di sfaccettature. Ci racconti meglio questo tuo progetto?

E’ un progetto dedicato a quella vastissima terra di mezzo di persone che hanno una voglia pazza dell’altro, ma anche una pazza paura…A costruire relazioni nella maniera più tradizionale non ce l’hanno fatta o hanno scelto di comportarsi diversamente? Sono vittime del loro destino o padrone delle loro scelte? All’amore chiedono troppo poco o troppo? Ho trasformato queste domande nella serie podcast Gli slegati. Uomini e donne appunto che non si può dire siano davvero soli, ma non si può dire nemmeno stiano davvero con qualcuno. Come Marco e Lea che per salvare quanto di vitale rimaneva del matrimonio, ma per eliminare le bugie e i tradimenti che nel frattempo erano arrivati, hanno costruito un muro che separasse la casa e permettesse a entrambi di esprimere liberamente la propria sessualità senza però perdere il conforto di quella vicinanza. Come Don Luigi, che ha preso in affido il figlio di una donna che veniva da lontano e un giorno ha bussato, disperata, alla sua parrocchia. Francesca invece si è scoperta incinta dopo la terza notte che passava con un uomo: e ha deciso di tenere la bambina che oggi ha tredici anni e conta su sua madre e su suo padre che fin dal primo giorno l’hanno cresciuta da buoni amici, ognuno a casa sua. Emma, poi, riesce ad avere relazioni solo con uomini sposati, perché “chi l’ha detto che un uomo che ti presenta i suoi genitori ti rispetti di più di un uomo per cui sei l’ossessione sessuale”…Spero che queste storie aiutino chi le ascolta come hanno aiutato me, mentre registravo le puntate. E’ davvero una specie di terapia di gruppo per provare a fare pace tutti con le nostre incoerenze e le nostre complessità.

  • Hai scritto tanti libri, uno più bello dell’altro, tutti di grandissimo successo. C’è però un libro che hai scritto che ti ha lasciato qualcosa di più, un ricordo particolare, al quale ti senti più legata?

Le luci nelle case degli altri. Perché è l’unico libro che ho scritto mentre ero felice e basta. E per fortuna lo sapevo.

  • Inevitabile concludere questa chiacchierata, di cui ti ringraziamo di cuore, chiedendoti se hai già in cantiere un nuovo libro e se ci sono all’orizzonte nuovi progetti artistici. Hai qualche anteprima per noi?

Tre anni fa sono diventata madre, ed è stata la più potente rivoluzione che ha travolto la mia vita. Solo ora sento che sto cominciando a tornare a me stessa, a fare incontrare la Chiara di prima con la Chiara madre e da pochissimo forse hanno cominciato a scrivere a quattro mani…

Grazie mille di cuore alla bravissima e gentilissima Chiara Gamberale per essere stata con noi sulle pagine dei Gufi Narranti e augurandole i migliori successi per il futuro speriamo di riaverla presto qui con noi

David Usilla

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