INTERVISTA A PAOLA PETRELLA – “DI VITA CE N’È UNA … E ALTRE SEI” – Dialoghi

INTERVISTA A PAOLA PETRELLA – “DI VITA CE N’È UNA … E ALTRE SEI”.

Abbiamo da poco recensito il romanzo di Paola Petrella: “Di vita ce n’è una sola … e altre sei”, Dialoghi Edizioni e ora abbiamo il piacere di scambiare due parole con l’autrice.

 

  • Ciao Paola, ben arrivata sulle pagine de I Gufi Narranti, possiamo darci del tu?

R: Ciao e grazie dello spazio! Certo, con piacere.

  • La prima domanda è obbligatoria ti interessi di religione orientale?

R: In veritá, sono sempre stata interessata a qualunque forma di spiritualità, di qualunque origine essa fosse. Credo fermamente che la vita non abbia nulla di materiale, che ogni giorno, ogni dettaglio, ogni momento, dimostrino quanto tutto sia parte di un ordine misterioso e bellissimo.

  • Conosci la leggenda buddista tailandese sui gatti?

R: Si, certo. Da quando ho visto il mio gatto addormentato sotto la statua del Buddha Thailandese nel salotto di casa mia, ho creduto fosse vera! C’è questa storia, che dice ogni gatto che sovente è possibile incontrare addormentato sotto la statua del Buddha, sia un’anima giunta a perfezione, reicarnatasi in un felino. Più o meno ciò che succede a Maya nella storia. E che solo un’anima in perfetta pace con se stessa sa interagire con quell’ essere tanto difficile quanto misterioso e dolcissimo che è il gatto.

  • Qual è il tuo rapporto con i gatti?

R: Mi sono sempre sentita in perfetta sintonia con i gatti, il che non accade a tutti. La loro discrezione, il modo eccentrico e sfuggente di amarti, la loro amicizia difficile da conquistare ma pura e coerente, mi hanno sempre fatta sentire parte del loro universo.

  • Com’è nata l’idea per questo libro?

R: È difficile dire come nasca un’idea… Tanti spunti, che fermentano tutti insieme nella testa: mio padre medico e il suo interesse per le esperienze di out of body in neuropsichiatria, l’intimità quotidiana con i miei gatti, la bellezza di certe loro pose, il simbolismo orientale, un lungo viaggio a Parigi: tutto questo insieme, forse.

  • Perché hai scelto proprio Parigi per l’ambientazione?

R: A Parigi stavo in una stanza su Passy, come la protagonista del romanzo; da lí vedevo le minuscole mansarde che si affacciano sul quartiere e al buio mi piaceva osservare la vita che si svolgeva dietro le loro finestre. E mi ricordo che c’era un gatto che mi fissava, dietro una di quelle finestre.

  • Come lettrice qual è il tuo autore preferito?

R: Come si fa a scegliere? Posso citarne più d’uno? Sartre, Saramago, Calvino.

  • Stai già lavorando a qualche nuovo romanzo o hai qualcosa in mente?

R: Entrambe le cose. Ne ho un secondo in uscita, una storia d’amore e di perdono in una bellissima Roma d’autunno, e un terzo in scrittura, in bilico fra l’ambizione di New York e la selvaggia Islanda. Perché non ci si ferma mai…

 

Grazie per la disponibilità e arrivederci a presto sulle pagine de I Gufi Narranti.

Sandra Pauletto

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