Intervista a  Sira Fonzi, “Sotto il cielo di Roma”, Catartica Edizioni.

Intervista a  Sira Fonzi, “Sotto il cielo di Roma”, Catartica Edizioni.

Abbiamo da poco recensito il romanzo “Sotto il cielo di Roma ” di  Sira Fonzi, edito da Catartica Edizioni e abbiamo la possibilità di scambiare con lei quattro chiacchiere.

 

D: Ciao Sira, grazie per essere passata a trovarci. Possiamo darci del tu?

R: Ciao Sabrina, certo che possiamo darci del tu! Ti ringrazio molto per la recensione e per questo incontro.

 

D: Cosa ti ha spinto a descrivere certi tratti di vita?

R Le motivazioni che mi hanno spinto a descrivere certi tratti di vita sono principalmente legate a un profondo interesse nella comprensione della natura umana. Mi affascina esplorare l’autenticità delle persone, superare le barriere emotive o le difese che a volte emergono nelle relazioni. Trovo stimolante narrare le diverse sfumature dei problemi sociali e dei legami affettivi attraverso i miei racconti, così come leggere saggi che trattano argomenti legati alla psicologia, sociologia e alle relazioni umane. Tra gli scrittori contemporanei, ammiro in modo particolare il lavoro di Maria Rita Parsi.

 

D: Roma caput mundi. Cosa rappresenta per te la città di Roma?

R: Roma è il crocevia dove le vite dei miei genitori si sono intrecciate e dove vivono i miei affetti più cari. Oltre a nutrire un forte legame affettivo e un senso di appartenenza, mi sento privilegiata per essere nata e cresciuta in un luogo che ancora oggi riesce a sorprendermi con la sua bellezza.

Ciò che mi ha sempre affascinato di Roma è la sua versatilità: è in grado di offrire infinite opportunità adatte a stili di vita diversi. È una città in cui ognuno può trovare il proprio spazio, che sia per la cultura, l’arte, il cibo, l’intrattenimento, il tempo libero o altre passioni.

Come ogni grande città, Roma presenta le sue problematiche, che impattano sulla vita dei cittadini; se un giorno non riuscissi più a tollerarle, potrei considerare il trasferimento in una fattoria insieme al mio compagno e a quanti più animali possibili.

 

D: Quali reazioni ti aspetti dal lettore?

R: Spero che il lettore possa affezionarsi ai personaggi ed emozionarsi con le loro storie, proprio come è successo a me. Mi auguro di essere riuscita a trasmettere la mia convinzione riguardo all’importanza della comunicazione e dell’empatia, oltre a quella di mettersi sempre in discussione e migliorarsi, indipendentemente dall’età o dalle circostanze.

Sarei davvero felice se attraverso le mie storie riuscissi a suscitare qualche riflessione su questi temi.

 

D:  Quando hai scoperto la passione per la scrittura?

R:  La mia passione per la scrittura è nata gradualmente, ma ha raggiunto un momento significativo circa venti anni fa, quando ho iniziato a unire due delle mie più grandi passioni: la poesia e la fotografia. Cominciai a scrivere dei versi sul retro di ogni foto, conferendo alle immagini un’anima e una profondità che trascendevano la semplice rappresentazione visiva. Questa combinazione ha creato un profondo legame tra l’espressione poetica e l’arte visiva. A causa del lavoro, però,  nel tempo ho trascurato la fotografia, ma la scrittura è rimasta una costante nella mia vita.

 

D:  Il tuo scrittore preferito?

R: Non ho un autore preferito in assoluto, la mia preferenza cambia a seconda del mio stato d’animo. Posso dirti che sono affascinata dallo stile minimalista e diretto di scrittori come Raymond Carver ed Ernest Hemingway. Ci sono anche altri autori, sia nel campo della prosa che della poesia, che riescono a toccare corde emotive più profonde rispetto ad altri, come Alice Munro, Alda Merini, Patrizia Cavalli, Erri De Luca, Hermann Hesse, Charles Dickens, Dacia Maraini e Fernando Pessoa.

 

D: Ogni singolo racconto potrebbe essere sinossi per un romanzo, perché hai scelto la forma del racconto?

R: La scelta è derivata dalla volontà di esplorare le diverse sfumature delle sfide e delle problematiche quotidiane all’interno di una metropoli. Ciascuna donna descritta in queste pagine affronta un momento critico o un vero e proprio dramma. La resilienza, la forza e le scelte di ognuna di loro le uniscono sotto lo stesso cielo.

Sebbene tutti i racconti si concentrino su un momento cruciale, “La Banda dei Fuochi” mi ha creato qualche dubbio perché è l’unico racconto che abbraccia un arco temporale più ampio. Inizialmente, avevo pensato di espanderlo in un romanzo breve, ma successivamente ho scelto di mantenere la sua struttura originale perché credo che riesca a trasmettere efficacemente il suo significato all’interno della raccolta.

 

D: Se è vero che tutto il mondo è paese credi che alcuni tuoi racconti possano essere comunque solo figli di Roma o sono dinamiche purtroppo tutte  replicabili ovunque?

R: Nonostante Roma sia lo sfondo dei racconti e mi abbia permesso l’utilizzo del dialetto in storie più viscerali, le tematiche trattate sono universali. Le dinamiche descritte, tuttavia, potrebbero risultare più facilmente trasponibili in contesti culturali simili al nostro.

 

D: Stai lavorando ad un nuovo progetto?

R: Ho appena completato la mia terza raccolta di poesie e sto attualmente lavorando su nuovi racconti che esplorano un tema unico da diverse prospettive.

 

 

Grazie mille per la disponibilità arrivederci a presto sulle pagine de I gufi narranti

 

Sabina Bernardis

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