Intervista a Pietro Bargagli Stoffi autore de: Uropia

Intervista a Pietro Bargagli Stoffi autore de: Uropia Il protocollo Maynards

Pietro Bargagli Stoffi

Ciao Pietro, grazie per la disponibilità, possiamo darci del tu?

Ma certo, molto volentieri. E grazie a voi piuttosto, per la disponibilità e la pazienza che avete avuto a leggervi il mio romanzo.

Visto che i nostri lettori non ti conoscono, parlaci un po’ di te.

Sono nato e cresciuto a Pisa, dove mi sono laureato in Giurisprudenza prima di incontrare l’amore della mia vita e trasferirmi per dodici anni in Germania. La passione per le lingue mi ha avvantaggiato professionalmente all’estero, riuscendo a cavarmela in tutte le situazioni, dal mondo dei videogiochi a quello dell’automobile, a quello del merchandising.

Da un anno e mezzo ho seguito in Svizzera colei che è diventata nel frattempo mia moglie, e ho cominciato un lavoro che unisce alle mie esperienze precedenti anche il desiderio di contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta e alla soluzione del problema dell’inquinamento da plastica, occupandomi di soluzioni alternative vegetali, biodegradabili e compostabili.

Abbiamo da poco recensito il tuo romanzo distopico “Uropia il protocollo Maynards”, posso considerarti un euroscettico?

Direi proprio di no. Come dice di se stesso nel libro il Professor Maynards – quello del titolo – “io sono burocritico”.

Sono un convinto cittadino europeo a tutti gli effetti – sono italiano e sono tedesco, ho vissuto in Italia, Germania e Svizzera e mi sento a casa in qualsiasi Paese del continente e fratello di tutti i popoli europei – e non dimentichiamoci che i termini “Europa”, “Unione Europea” e “Unione monetaria” non sono affatto sinonimi.

Avendo una formazione giuridica ed essendo un amante della libertà e della democrazia non mi è possibile fare finta di non vedere i significativi deficit di trasparenza e di democrazia insiti in QUESTO modello di Unione Europea. Perché la loro presenza nella costruzione giuridica dell’UE rappresenta di per sé un pericolo per la democrazia, e potrebbe essere usata come un grimaldello per realizzare uno scenario simile a quello del mio romanzo.

A ben vedere, inoltre, il mio romanzo di Unione Europea non parla: infatti nel mio libro la UE rappresenta il passato, ed anche la nuova entità continentale che ne deriverà è una semplice cornice istituzionale e giuridica, che non ha nessun ruolo attivo nella mia storia. Al contrario: è un oggetto neutro e passivo che viene appropriato e strumentalizzato da soggetti che la utilizzano per ottenere i propri scopi nefasti.

Il tuo libro è purtroppo molto attuale, l’hai scritto di recente ispirandoti agli scenari sempre più probabili o era nel cassetto da tempo e hai “previsto” il futuro?

Non ho mai pensato di scrivere un libro, e non ho mai pensato di essere capace di scrivere testi più lunghi di due, tre pagine. In passato avevo fondato e diretto riviste studentesche nel mio liceo (“Il Fivme”) e nella Facoltà di Giurisprudenza di Pisa (“Il Principe”). Ma avevo solo scritto racconti brevi e articoli, invidiando gli scrittori per la loro capacità di portare avanti un lavoro a mio parere insormontabile.

Se ho scritto questo romanzo si deve a mia moglie: temendo che io perdessi le competenze linguistiche dell’italiano dopo dieci anni di vita all’estero, mi suggerì di scrivere un libro per ovviare. Come se fosse la cosa più semplice del mondo! Da buon italiano le risposi di sì – tanto poi chi si ricorda? Ma mia moglie è tedesca. Quindi implacabile: dopo un mese mi chiese a che punto ero, e …mi sono dovuto inventare qualcosa!! Era la fine del 2016, e così è nato “Uropia”.

C’è una parte del romanzo che credi impossibile possa avverarsi?

Spero proprio che niente nel mio romanzo possa avverarsi. Ma lo pensavo anche mentre lo scrivevo. Poi tante cose sono successe davvero. Se in molti leggeremo e rifletteremo sui temi affrontati da “Uropia”, ci sono buone chances di creare una coscienza collettiva, un antidoto contro le derive autoritarie, il seme della resistenza contro l’avverarsi delle mie fantasie.

Come possiamo a tuo parere invertire la rotta e salvarsi da questo futuro orwelliano?

Beh, intanto neanche le fantasie “orwelliane” di Orwell si sono realizzate: questo è un buon segno! Allora penso che nemmeno le mie fantasie “bargagliane” si realizzeranno. Sarò soddisfatto se il mio libro potrà essere uno strumento fra i tanti per portare all’attenzione dei lettori e quindi dei cittadini i pericoli reali e concreti che si stanno sviluppando e in parte si sono già sviluppati e radicati intorno a noi: parlo del rischio di appropriazione, concentrazione e strumentalizzazione di istituzioni, poteri, tecnologie, risorse, canali di informazione.

Le tue idee rientrano tra quelle dei “complottisti”, conosci le idee di David Icke?

Non conosco Icke, e non solo per ignoranza – che confesso! -, ma soprattutto perché le teorie della cospirazione e i complottismi non mi hanno mai interessato. Inoltre con “Uropia” c’è una differenza colossale e decisiva – sono andato nel frattempo su Wikipedia per farmi un’idea: “Uropia il protocollo Maynards” è un romanzo. Una storia di fantasia, una favola.

Sarebbe assurdo valutare un romanzo di fantasia, ambientato in un futuro distopico, con i medesimi criteri con cui si valutano saggi, articoli e libri che pretendono di spiegare la realtà, presente o passata. Per questo motivo nel mio libro risposte non ce ne sono. Non pretende di spiegare qualcosa di reale, ma ha il solo scopo di porre questioni cruciali, sulle quali fare riflettere ciascuno con la propria testa, per chiedersi dove finisce la realtà e dove comincia la fantasia nelle mie pagine. E poi confrontare le mie fantasie con la nostra realtà comune. Se qualcosa di vero c’è nella mia fantasia, le risposte verranno purtroppo dall’esistente.

Vuoi raccontarci le circostanze che ti hanno permesso di farti fotografare assieme al Premio Nobel per la pace Muhammad Yunus?

Per congiunzioni astrali e trigoni planetari iimprevedibili mi fu chiesto di accompagnare a Lione il Prof. Yunus, in quel periodo in visita alla EPFL di Losanna per la quale lavoravo. Ho quindi avuto il grande privilegio di passare tre ore da solo in auto con l’inventore del micro-credito e parlare con lui di disoccupazione, imprenditoria, politica, e ovviamente anche di “Uropia”. Al Nobel per la pace l’idea del libro è piaciuta, condividendo molte preoccupazioni sullo stato della democrazia nel mondo e della concentrazione di risorse e di potere: me ne chiese una copia in inglese, ma purtroppo al momento il libro è uscito solo in lingua italiana. Ha dovuto accontentarsi di questa, ma strappandomi la promessa di mandargli la versione inglese appena uscirà. Infine, con grande simpatia e naturalezza ci siamo fatti un selfie prima di salutarci. Capita tutti i giorni farsi un selfie col Nobel per la pace, no?

Ringraziandoti per la tua disponibilità ti facciamo un grande in bocca al lupo per il tuo futuro di scrittore e per il tuo libro “Uropia il protocollo Maynards”.

Sono io a dover ringraziare voi, non soltanto per questa opportunità, ma anche per il grande lavoro di segnalazione e recensione che mettete a disposizione di tutti. Ci risentiamo per il mio prossimo libro!

Sandra Pauletto

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