INTERVISTA A MARIAPIA D’ATTOLICO – A DUE VOCI – DIALOGHI EDITORE

INTERVISTA A MARIAPIA D’ATTOLICO – A DUE VOCI – DIALOGHI EDITORE.

Abbiamo da poco recensito il romanzo di Mariapia D’Attolico: “A due voci” edito dalla Dialoghi Editore e abbiamo la possibilità di chiacchierare con lei. Ciao Mariapia, grazie per essere passata a trovarci, possiamo darci del tu?

 

  • Nella prefazione si dice che racconti un fatto realmente accaduto. Come ne sei venuta a conoscenza?

 

Ho avuto la fortuna di curare la guida all’ascolto del primo concerto da violinista solista della giovane protagonista del romanzo. Mamma e figlia mi hanno raccontato la loro storia, e hanno espresso il desiderio di cogliere  l’occasione del concerto per raccontarla, tramite me, al pubblico presente: si trattava di un grande esempio di come la musica possa essere sostegno e risorsa nelle difficoltà.

Ho poi proposto alle protagoniste di trasformare la loro vicenda personale in un romanzo: mi è sembrato importante che il loro messaggio potesse arrivare a più persone possibile.

 

  • Vuoi spiegarci come hai deciso il titolo da dare alla tua opera?

 

Il romanzo è una vera e propria concatenazione dialogica dell’infanzia, dell’adolescenza, delle emozioni e delle esperienze di mamma e figlia. È una storia raccontata attraverso le loro due voci, che a tratti combaciano e suonano all’unisono, a tratti si differenziano creando una melodiosa polifonia.

 

  • Che rapporto hai tu con la musica?

 

Mi sono diplomata in violoncello presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari. Suono da quando ero piccola, mi piacciono molto le formazioni da camera, in particolare il quartetto. Ascolto musica classica e cantautorale e gestisco laboratori espressivo-musicali rivolti a bambini e genitori.

 

  • Se ti fossi trovata al posto della protagonista avresti fatto la medesima scelta?

 

Davvero difficile rispondere a questa domanda! Probabilmente non è possibile sapere come ci si sarebbe comportati in una situazione senza averla vissuta sulla propria pelle. Ammiro molto il coraggio e la determinazione della protagonista, e non so se li avrei avuti anch’io. Di sicuro, però, non giudico chi fa scelte diverse: quello della genitorialità è un tema molto complesso, ed ognuno dovrebbe sentirsi libero di agire come vuole e come può.

 

  • Il tuo libro lancia un messaggio di speranza e in qualche modo di fede. Qual è il tuo rapporto con la religione?

 

Penso che si possa sentire di avere fede anche senza aderire ad una religione. Io non mi considero “credente”, mi definirei atea se non sentissi troppo strette categorie così assolute nell’insieme della complessità della vita e dell’universo. Di sicuro sono molto sensibile al fascino del mistero, inteso come quid inspiegabile e straordinario di cui facciamo quotidianamente esperienza. Credo che esista qualcosa che va oltre quello che possiamo spiegare con la nostra razionalità, e provo gratitudine per le emozioni intense che la mia spiritualità mi consente di provare.

 

Grazie mille per la disponibilità e arrivederci a presto sulle pagine de I Gufi Narranti.

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