Intervista a Giovanni Montini, “Cuore di serpente”- Bertoni Editore.

Intervista a Giovanni Montini, “Cuore di serpente”, Bertoni Editore.

Abbiamo da poco recensito il romanzo “Cuore di serpente” di Giovanni Montini, abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autore.

 

Ciao Giovanni grazie per essere passato a trovarci, possiamo darci del tu?

 

Ciao a tutte e a tutti. Assolutamente sì.

 

 

D: Il romanzo è ambientato negli anni Settanta, cosa a tuo avviso rende impossibile ambientarlo ai giorni nostri?

R: Non volevo che ci fossero contaminazioni da parte di apparecchi elettronici. Così, ho bandito telefonini, social, app, e le loro conseguenze. Ciò mi ha permesso di far vivere i protagonisti in uno spazio temporale lontano dal clamore che ci circonda. L’atmosfera è ovattata, rallentata, ma più insidiosa. Ecco perché era impossibile ambientarlo ai nostri giorni.

 

 

D: Spazi in diversi tipi di scrittura, dal quasi Noir al quasi Hard. In quale ti trovi più a tuo agio?

R: Forse il noir è il genere che più mi è congeniale. Anche se i miei romanzi difficilmente appartengono, o sono riconducibili, ad una categoria specifica. I lettori spesso li hanno recepiti diversamente. Credo che la potenza della scrittura risieda proprio qui, nella capacità che ha di consegnare storie che poi ciascuno fa proprie.

 

D: I tuoi personaggi sono molto eterogenei. Ce n’è uno al quale sei più legato?

R: No, non particolarmente. Sono legato anche ad una semplice comparsa. Ciascuno di loro porta con sé una parte di me. Certo, ci sono alcuni personaggi che mi hanno coinvolto maggiormente. Mi riferisco a Giulio e ai suoi arrovellamenti, o alla fragilità di Francesca, che ho sentito molto vicino.

 

D: “Cuore di serpente” non è un romanzo facile, vuoi raccontarci un po’ della sua genesi?

R: L’idea è nata da un pensiero che mi frullava nella testa da diverso tempo: quanto siamo manipolati dalle persone che ci circondano e che affermano di volerci bene. O meglio, il bene che ci dimostrano è veramente sincero, fine a sé stesso o a volte sconfina in qualcos’altro? Questa osservazione mi ha permesso di indagare, e soprattutto di compiere un viaggio, all’interno di quei rapporti ambigui, dove il bene e il male si confondono. Come fare un bagno in acque profonde e poco chiare.

 

D: Pensi che qualcuno dei tuoi personaggi possa dar vita ad un romanzo tutto suo?

R: No, impossibile. I protagonisti si completano nell’arco del romanzo. Sarebbe molto difficile per me tornare a concentrarmi su uno di loro. Anche perché considero ogni mio romanzo una sorta di storia d’amore giunta al termine. Amo i personaggi, vivo con loro, a volte solo per loro, ma poi arriva l’inevitabile distacco.

 

D: Stai lavorando ad un nuovo progetto?

R: Sì, sono alla stesura finale di un nuovo romanzo. Un romanzo particolare nel suo genere che mi sta permettendo di indagare su un fenomeno complesso ma sommerso, di cui si vuole parlare poco. O forse si ha difficoltà a farlo.

 

Grazie per la disponibilità arrivederci a presto sulle pagine de I gufi narranti

Sabina Bernardis

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