Intervista a Teodoro Lorenzo – “Le formiche rosse”

Intervista a Teodoro Lorenzo – “Le formiche rosse”

 

Abbiamo da poco recensito “Le formiche rosse” romanzo autoprodotto di Teodoro Lorenzo e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con luiper parlare, naturalmente, del suo ultimo libro e dei suoi futuri progetti

Buongiorno Teodoro, grazie per essere tornato a trovarci.

Le formiche rosse è una sorta di raccolta di 30 racconti aventi per cornice 30 sport diversi. Come è nata l’idea di scrivere questo libro?

Non è stato pensato organicamente fin dall’inizio. Ho scritto il primo racconto durante la  convalescenza dopo il mio incidente di gioco per trovare uno sfogo alla tristezza che mi aveva pervaso. Poi è cresciuto con me, mi ha accompagnato praticamente per tutta la vita diventando una sorta di sfida con me stesso. Volevo vedere se sarei stato capace di scrivere non solo di calcio, il mio sport, praticato e ben conosciuto ma di tutti quegli altri di cui  avevo solo sentito parlare. Sono contento di aver vinto la sfida.

  • Spesso lo sport si dice sia una metafora della vita e spesso la storia dello sport cammina a braccetto con la Storia, quella con la S maiuscola. Credi che raccontando lo sport si possa in qualche modo raccontare un periodo storico e la società che lo abita?

Sicuramente lo sport  si accompagna alla Storia, quella con la s maiuscola. Ma non va a braccetto; sono i potenti che di solito se ne impossessano afferrandogli il braccio. Non riguarda comunque il mio caso; quello che  ho voluto raccontare è solo la storia con la s minuscola, fatta di emozioni e sentimenti quotidiani, quella nella quale tutti si possono ritrovare.

  • Uno dei racconti che compongono quest’opera è autobiografico e racconta di come ti infortunasti e di come di conseguenza dovesti appendere gli scarpini al chiodo. Che ricordi hai di quel momento? Come credi possa aver influenzato il corso della tua vita?

E’ un ricordo che mi sale spesso alla coscienza. L’ho vissuto, ed ancora adesso lo vivo così, come una grande ingiustizia. Mi è stato portato via un sogno, e non lo meritavo.

  • In questo periodo lo sport italiano sta vivendo giorni magici e ha dato grandi gioie ai tifosi italiani soprattutto grazie alla vittoria agli ultimi campionati europei di calcio, senza scordare i cestisti che sono arrivati alle olimpiadi e al tennista Berrettini che tanto bene ha fatto in quel di Wimbledon. Lo sport, calcio in primis, ha il potere di emozionare la gente, di farle dimenticare per qualche ora o qualche giorno i problemi quotidiani. Quanto è importante secondo il tuo punto di vista l’impatto che lo sport ha su ognuno di noi?

Questi grandi eventi hanno un enorme impatto sociale. Ci affratellano, ci ricordano che siamo parte di una comunità. Accantoniamo per un attimo i nostri problemi, siamo colmi di gioia e viene abbattuta ogni distanza sociale: non conta più essere poveri o ricchi, basta essere italiani. E’ un miracolo di cui possiamo ringraziare solo lo sport.

  • Cosa pensi dello sport giovanile, quello del campetto sotto casa, non agonistico per intenderci?

Penso con tristezza che è sparito. Sempre più raramente vedo bambini che giocano a pallone per strada. Mi viene da piangere se penso che quella palestra di vita è stata sostituita con le scuole calcio, una truffa per gabbare gli ingenui. Non si paga per giocare.

  • Credi che nel tuo futuro di scrittore possa esserci ancora spazio per raccontare la vita attraverso lo sport? Hai progetti letterari in cantiere?

Ne sto scrivendo uno, l’ultimo su questo tema; per chiudere il cerchio. Un libro strano, diverso, non so, forse moderno: tra il saggio e il memoir. Sarà un modo anche per me, partendo dalle mie esperienze, di riflettere su come sia cambiato il calcio e di cosa sia diventato.

Grazie mille a Teodoro Lorenzo per essere stato con noi e per aver risposto alle nostre curiosità. Speriamo di averlo presto nuovamente qui a I Gufi Narranti

 

David Usilla

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