I diavoli di Bargagli – Ippolito Edmondo Ferrario (Frilli Editore)

I diavoli di Bargagli di Ippolito Edmondo Ferrario (Frilli Editore)

Molto spesso dentro alla cornice di un giallo, di un thriller, di un noir, viene rappresentata una storia che va al di là di quelli che sono i cliché del genere, gli scrittori spesso utilizzano questo genere letterario per raccontare storie di respiro più ampio, per sollevare il velo su vicende reali che però magari sono state avvolte dall’oblio della storia, che sono scomparse dalla memoria collettiva. Credo che Ippolito Edmondo Ferrario con “I diavoli di Bargagli” (Frilli Editore), che segna il ritorno sulle scene del “banchiere nero” Raul Sforza, abbia voluto proprio fare questo, sollevare il velo da una vicenda che ha segnato in maniera importante la storia di un piccolo pezzo del nostro paese. La storia che vede nuovamente protagonista Raul Sforza riprende un vecchio fatto di cronaca, un vicenda che interessa Bargagli, un piccolo paesino delle colline della Val Bisagno, partendo dalla prima metà degli anni 40 fino ai primi anni 80. E’ una storia che parte dalla resistenza, anzi, per meglio dire, dalla parte marcia di quella che fu la più ampia lotta partigiana contro il regime nazifascista, per poi trascinarsi, con gravi fatti di sangue, fino al 1983. Se qualcuno fosse interessato ad approfondire l’argomento, su internet ci sono più riferimenti alla vicenda del “Mostro di Bargagli”. La storia che ci racconta Ippolito Edmondo Ferrario è di qualche mese successiva alle vicende narrate nel primo romanzo, “Il banchiere di Milano” (Frilli Editore), e vede il protagonista, Raul Sforza, scontrarsi con il suo passato, con i suoi demoni, con quello che forse è stato il dolore più forte della sua vita. Una lettera, una semplice lettera recapitatagli nella sua dimora milanese ha il potere di riaprire vecchie ferite, e lo riporta a rivivere un dolore mai sopito, lo mette di fronte ai fantasmi di un passato che non è mai riuscito davvero a mettersi dietro alle spalle. La voglia di risposte lo spinge a lasciare per un po Milano per trasferirsi sulla costa ligure, dove tra la sua casa di Bonassola e Bargagli, il teatro della sua nuova indagine, Raul Sforza si troverà a dover mettere in campo tutte le sue abilità per dare finalmente un senso a tante situazioni che ad un primo sguardo di senso ne hanno ben poco. Chi ha già avuto modo di imbattersi in Raul Sforza sa che è sicuramente un uomo raffinato, acuto, intuitivo, eccentrico, amante del lusso, della buona musica e dell’arte in genere, della buona cucina ma è anche un uomo spregiudicato, avvezzo a metodi decisamente poco legali per ottenere ciò che vuole, gli scrupoli morali sono l’ultimo dei suoi problemi. Sicuramente l’immagine dell’eroe senza macchia e senza peccato non è quella che gli si attaglia meglio, tutt’altro, però è sicuramente un personaggio che riesce a far breccia nel cuore del lettore perché alla fine credo che non sarà lo sdegno verso un uomo non certamente limpido e pulito a prevalere ma un sentimento di ammirazione e rispetto. Nel suo complesso è un libro che lascia il lettore con il fiato sospeso lungo tutto lo svolgersi della vicenda, la storia raccontata è assolutamente coinvolgente sospesa sempre tra i fatti del passato e quelli del presente indissolubilmente intrecciati in una trama fitta come la caligo, la cosiddetta “nebbia di mare”, quella nebbia che secondo la tradizione popolare accompagnerebbe le anime dei morti verso la pace. La descrizione dei personaggi e del contesto in cui essi si muovono è minuziosa, precisa, e ricca di particolari e questo permette al lettore di immergersi in maniera totale nei fatti narrati.  L’autore è sicuramente un fine conoscitore dell’animo umano e questo lo si può apprezzare proprio nel modo in cui è riuscito a caratterizzare tutti i personaggi, nel modo in cui li fa muovere all’interno degli eventi, in cui li fa interagire, nel modo in cui ne racconta emozioni, pensieri e sentimenti. Il numero di pagine di cui è composto il libro è sicuramente cospicuo ma devo dire che scorrono rapide, veloci, fluide, fino al finale che in un qualche modo conclude la vicenda lasciando comunque nel lettore la fondata speranza di rivedere presto Raul Sforza impegnato in nuove indagini, in nuove avventure.

David Usilla

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