Recensione de “L’uomo nero” di Ermanno Guerrini – Dialoghi 

Recensione de “L’uomo nero” di Ermanno Guerrini – Dialoghi 

Il romanzo proposto da Ermanno Guerrini  si svolge in un paesino apparentemente tranquillo ma che fu centro di scontri durante il secondo tragico conflitto mondiale.

Il romanzo è sicuramente un giallo dalla struttura classica in cui il Tenente coadiuvato dalla sua squadra e con la presenza di alcuni personaggi, non per forza secondari, ci porterà alla scoperta oltre che dell’assassino di una serie di luoghi comuni sugli stranieri in particolare quelli con la pelle scura.

Il romanzo si sviluppa su due piani temporali, cosa non spesso semplice da gestire ma che Guerrini fa con abilità.

Il romanzo rimbalza quindi tra il presente ed il passato, passando dalla Seconda Guerra le cui ramificazioni arrivano fino ai giorni nostri.

Ma chi è l’uomo nero? E quando si etichetta così qualcuno a cosa fa riferimento il colore?

Certo il colore della pelle è qualcosa di immediato, ma l’uomo in quanto essere uomo di nero può avere troppe cose e il colore così buio non fa pensare a nulla di buono.

Ermanno Guerrini si è sempre distinto nel sociale e lavora nel territorio; queste due caratteristiche fanno de “L’uomo nero” oltre che un ottimo giallo una sorta di romanzo d’inchiesta e denuncia sul tema dell’immigrazione.

Abile la penna dell’autore nelle descrizioni che permettono non solo di rendere il romanzo accattivante,. ma anche di fissarlo nella memoria soprattutto in certe scene descritte magistralmente e che son sicura rimarranno impresse anche a voi.

Libro che va letto perché non racconta una storia fine a se stessa, ma apre svariate parentesi di riflessione, cosa non sempre facile da trovare soprattutto nei romanzi “gialli” spesso considerati esclusivamente lettura di svago.

La storia è autoconclusiva e si sviluppa indicativamente sulle 160 pagine quindi indicato anche a quei lettori che si fanno spaventare dai libri voluminosi.

Sandra Pauletto

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