Fever – Cupio Dissolvi – Nei sogni desidero di essere dissolto.

Fever – Cupio Dissolvi

Anno: 2023

Paese di provenienza: Italia

Genere: punk hardcore/ new wave

Membri: Degra – voce; Dax – chitarra; Mauri – basso; Simone – batteria

Casa discografica: Flamingo Records

1. Only In Your Dreams

2. A Big Lie

3. Bursting Out

4. Hatred

5. I

6. II

7. Home

Io lo avevo detto che promettevano bene e infatti ecco qui di nuovo i Fever con il loro primo album, seppur breve (in neanche venti minuti è tutto finito), Cupio Dissolvi, locuzione latina che sta per “desiderio di essere dissolto”, e che al contempo, per una questione di assonanze, già rispecchia bene l’opera raffigurata in copertina a cura di Clara (cantante di Lucta e Shoki).

I Fever hanno una bella personalità e questa cosa in un gruppo che gravita l’ambiente punk underground è merce rara. Lo avevano dimostrato già nel demo e ora lo confermano con sette tracce che portano la loro firma. Punk hardcore, vocalizzi ai limiti del crust, fraseggi post punk, il tutto avvolto da una produzione ruvida, a tratti forse fin troppo confusionaria ma sicuramente d’effetto. Only In Your Dreams, intro essenziale, doomy e scenico, poco approfondito, è leggermente affossato dai suoi stessi suoni catacombali, ma per entrare nel vivo della scaletta si attende solo A Big Lie, un mantello scurissimo che esplode in una cavalcata improvvisa di batteria sottolineata da una chitarra isterica prima, desolante dopo. Bursting Out mette ancora più in luce i tratti post punk con un chitarrino emozionale e una melodia tanto oscura quanto accattivante. Il passaggio dal ritmo più sostenuto a quello più “ballabile” del ritornello è qualcosa di riconciliante, un po’ come quando splende il sole da dietro una collina, anche se qui è chiaramente notte fonda.

flamingorecords.bandcamp.com/album/fever-cupio-dissolvi

Anche Hatred mette in risalto un gusto sopraffino per i riff di chitarra disturbati e spettrali del post punk più nichilista immaginabile. Durate ridotte all’osso, brani con strutture appena abbozzate ma che vivono di brevissimi momenti di godimento strumentale e di personalità, come I, un incontro ideale tra Joy Division e death metal. Cupa, ma quasi romantica con le sue chitarre quasi alla The Cure, II è un’altra piccola gemma molto ben gestita compisitivamente, nella sua crudezza. Finale davvero da effetti speciali con Home che vede la collaborazione nel cantato di Dax degli stessi Fever e di Chiara del gruppo fastcore milanese L. UL. U., che insieme si esibiscono in un coro alla The Smiths. In conclusione sicuramente tanto hardcore nelle intenzioni, nella violenza sonora, ma anche tanto, tanto, tanto post punk a delineare le coordinate di questo gruppo che fa’ qualcosa di particolare e lo fa’ anche meglio di gruppi più blasonati.

Voto: 9

Marco Zanini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.