Anthrax – Spreading The Disease – Armati e pericolosi.

Anthrax – Spreading The Disease

Anno: 1985

Paese di provenienza: USA

Genere: thrash speed

Membri: Dan Spitz – chitarra; Scott Ian – chitarra; Frank Bello – basso; Charlie Benante – batteria: Joey Belladonna – voce

Casa discografica: Music For Nations

  1. A. I. R.
  2. Lone Justice
  3. Madhouse
  4. S. S. C./ Stand Or Fall
  5. The Enemy
  6. Aftershock
  7. Armed And Dangerous
  8. Medusa
  9. Gung – Ho

Sono due i cambiamenti nell’organico che traghettano gli Anthrax verso una crescita fulminea e incredibile: l’ingresso di Joey Belladonna al posto del seppur ottimo Neil Turbin e l’uscita di Dan Lilker, sostituito da Frank Bello. Nonostante Fistful Of Metal sia un debutto di tutto rispetto, con solo alcuni limiti compositivi e una produzione non eccelsa, è con Spreading The Disease che si assiste alla vera creazione del suono Anthrax. Sarà infatti questa la formazione a cinque storica che attraverserà gli anni ’80 sfornando veri e propri capolavori. Forse dovrei essere più indulgente, ma è inutile girarci intorno: anche Spreading The Disease lo è.

La ricetta di un disco tutto da scoprire si distende appena si viene allertati dai primi colpi di batteria di A. I. R. e da un consistente ispessimento delle chitarre votate a dimenticare la finezza dell’heavy metal per inglobare una tensione tragica tutta hardcore e thrash. E’ però nel ritornello, retto splendidamente da Belladonna, che riemergono le raffinate cordate di basso alla Steve Harris. L’ibrido realizzato è sulla scia di Metallica e Megadeth, un 50% di heavy e un 50% di hardcore, che negli Anthrax però assume toni tensivi e drammatici particolarissimi, in cui la teatralità epica del cantato e i riff di chitarra secchi ed ipnotici sballottano l’ascoltatore chiudendolo in una morsa.

A proposito di prove vocali: Lone Justice fa’ il paio con A. I. R. permettendo al nuovo cantante di non far rimpiangere Turbin ai suoi stimati colleghi. Le note scorrono in un fiume che da aggressivo si fa’ romantico con una nonchalance non tipica di tutti e il ritornello di Lone Justice ne è un fulgido esempio. Altro particolare che emerge subito in Spreading The Disease è il salto di qualità nella scrittura dei testi. Fistful Of Metal concentrava la propria attenzione su uno stile di vita, condendolo di riferimenti emozionanti e coinvolgenti. Spreading The Disease sposta il mirino sulla vita di tutti i giorni e su tematiche sociali. Questo si vede dalla prima traccia fino al compimento definitivo di Madhouse, brano accompagnato da un video in cui vengono mostrati dei malati di mente che MTV oscurò in fretta. S. S. C./ Stand Or Fall con i suoi fraseggi sognanti e nostalgici è il certificato di un gruppo in un momento di forma smagliante, anche se basterebbe pescare a caso nel mucchio per estrarre gioielli da questa preziosissima collana di canzoni.

Parti strumentali di altissimo livello ovunque, linee vocali superlative da The Enemy ad Armed And Dangerous, brano spettacolare, che emula la struttura ambivalente di Fade To Black e sicuramente la supera nel comparto vocale. Il divertimento incontrollabile di Aftershock, la superba particolarità di Medusa e poi, la ciliegina sulla torta, un momento incontenibile e adrenalinico, il sogno di ogni thrasher che finalmente si materializza: Gung – Ho. Chitarre crudissime che si gettano a rotta di collo in un assalto frontale di tupa tupa travolgente. Altre chitarre sempre più stridenti si avventano creando un clima di tensione palpabile, questo fino al finale scandito da una marcetta che esalta un vento quasi guerresco e che sfocia in schiamazzi depravati continui. Gli Anthrax, quelli veri, in quarantatre minuti o in questi quattro minuti finali che basterebbero a raccontare un gruppo fenomenale, autore di uno dei capisaldi del metal.

Voto: 10

Zanini Marco

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