25 Dicembre di Armando Ortolani (Casa Editrice Kimerik)

25 Dicembre di Armando Ortolani (Casa Editrice Kimerik)

 

Pensando a come raccontare questo libro ad un certo punto mi è apparsa davanti agli occhi la figura di una nota conduttrice tv che affianco ad un’enorme busta ha iniziato a dire:” Questa è la storia di una famiglia che per troppo tempo ha dato più peso all’apparenza che non alla sostanza delle cose e dei rapporti”. In effetti 25 Dicembre (Casa editrice Kimerik) di Armando Ortolani ci racconta proprio di questo, di una famiglia che da tempo ha perso di vista i valori più veri per dare importanza al superfluo rispetto all’essenziale, all’apparenza rispetto alla sostanza, all’effimero rispetto al concreto. I personaggi principali attorno a cui ruota tutto il romanzo sono un padre, Enzo, una madre, Elena, e due figli, Paolo e Cristina. Un’altra figura importante è certamente il fratello gemello di Enzo, Riccardo che sicuramente ricopre un ruolo centrale in molte situazioni. La storia si svolge il 24 dicembre del 2018 a Roma a casa di questa famiglia benestante della cosiddetta: “Roma Bene” dove viene organizzato il cenone di Natale, con tanto di chef stellato per non farsi mancare nulla, in cui minuto dopo minuto esplodono più o meno tutti i sospesi, tutti i non detto, tutti i malumori e i rinfacci. Il 25 dicembre si fanno i conti con le parole urlate la sera prima. Nel corso della storia ci sono parecchi flashback che aiutano a capire i fatti che via via nel tempo hanno portato i rapporti ad essere allo stato in cui li ritroviamo. È importante secondo me il fatto che l’autore voglia puntare i riflettori sui mali di questa famiglia proprio il giorno di Natale, volendo mettere in contrasto i falsi valori di cui sono ormai intrise le anime di queste persone ed i valori che invece il Natale rappresenta, semplicità, condivisione, amore verso il prossimo, generosità. E’ un romanzo tutto sommato breve ma che mette a nudo i mali dell’epoca che stiamo vivendo, di una società in cui l’apparenza, l’effimero, il superficiale diventano valori, relegando a secondari i veri valori del vivere comune. Il Natale stesso ormai ha perso il suo reale significato, sacrificato sull’altare del consumismo e dell’apparenza, vissuto semplicemente come un momento in cui scambiarsi regali, spesso fatti più per obbligo che per reale trasporto, in cui scambiarsi auguri di circostanza che per sentito affetto, e abbuffarsi di cibo. Leggendo questo libro non si potrà non fermarsi a riflettere, non si potrà non fare i conti con se stessi e con il nostro vissuto. E’ uno di quei libri che una volta letti cambiano le prospettive del lettore, il modo di vedere le cose, è quello che definisco un libro spartiacque, che traccia un solco tra il prima e dopo la lettura. Non mi rimane che invitare tutti a leggere questo romanzo perchè credo che ognuno di noi ne possa trarre momenti di riflessione importanti, momenti di grande introspezione e di crescita interiore. Complimenti all’autore che ha saputo essere così magistralmente profondo e abile nel dipingere questo spaccato di società, su cui pochi hanno il coraggio di accendere i riflettori.

 

David Usilla

 

 

 

 

 

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