Navi nel deserto (Il ramo e la foglia edizioni) di Luigi Weber
Come sarebbe un mondo in cui, a causa di una qualche catastrofe, non ci fossero più mari, laghi, foreste, fiumi, prati, e tutto fosse ricoperto da una spessa coltre di sabbia, talmente spessa da non lasciare traccia di quello che fu?
Questo è il mondo immaginato da Luigi Weber nel suo romanzo d’esordio, “Navi nel deserto” (Il ramo e la foglia edizioni).È un romanzo nel quale la narrativa distopica si fonde con il genere post apocalittico e con il fantasy, creando atmosfere davvero molto suggestive e coinvolgenti per il lettore, ma è anche un libro in cui si parla di uomini, si raccontano le loro paure, i loro sentimenti, le loro emozioni, in cui l’animo umano viene indagato con grande profondità e con grande schiettezza.
Qualcosa nel leggere questo libro poi mi ha portato a ricordi di tanti anni fa quando in televisione seguivo cartoni animati tipo Capitan Harlock, Kyashan, Starzinger e Galaxy Express 999, forse per quell’idea del viaggio continuo in contesti al limite, o per chissà quali altre emozioni sopite che in qualche modo si sono risvegliate pagina dopo pagina a riportare a galla immagini e sensazioni.
Un riferimento invece molto chiaro che l’autore fa nel suo libro è verso le opere dello scrittore Joseph Conrad, basti solo pensare al fatto che i personaggi hanno tutti nomi tratti da romanzi dello scrittore polacco naturalizzato britannico, a partire dal giovane capitano Conrad. La rappresentazione di questo mondo diviso in gruppi ben distinti, molto diffidenti gli uni verso gli altri, in cui i pregiudizi e le discriminazioni sono il pane quotidiano, ci raccontano in maniera neanche troppo velata quello che è il nostro vivere quotidiano che è la nostra società.
La scrittura è davvero molto ricca e raffinata, la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto dal punto di vista psicologico, è davvero di livello altissimo così come lo sono le descrizioni dei paesaggi che vengono raccontati in maniera talmente vivida e completa, da farci quasi avere l’impressione di essere parte noi stessi del racconto.
L’autore riesce a gestire la complessità della trama in maniera perfetta cosa che vista la struttura del romanzo non deve essere stato per nulla semplice.
Il risultato è un libro davvero molto bello, molto godibile, piacevole e pieno di spunti sui quali riflettere.
Come già detto prima, questo è il romanzo d’esordio per questo autore e quindi possiamo ben dire che se, come dice l’adagio, il buon giorno si vede dal mattino i presupposti per leggere altri libri di questo livello ci sono tutti.
David Usilla