Intervista a Marco Lepori – Blue Sunday – Catartica Edizioni

Intervista a Marco Lepori – Blue Sunday – Catartica Edizioni

Abbiamo da poco recensito il romanzo di Marco Lepori: “Blue Sunday” edito da Catartica Edizioni e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autore.

Ciao Marco, grazie per essere passato a trovarci, possiamo darci del tu?

Solitamente, vista anche la mia età, preferirei del “VOI”, ma visto che siete “VOI”, per Voi e solo per Voi, farò un’eccezione, va bene anche il “tu”.

 

  • Ciao, com’è nata l’idea per la tua trilogia?

Ciao, ho scelto di scrivere una trilogia perché ho sempre considerato il tre il numero perfetto. Sono nato il cinque ma avevo quarantotto ore di ritardo; alle tre di ogni pomeriggio mi concedo un pisolino di circa tre ore; la terza stagione di Beautiful è di gran lunga la mia preferita; uso il trentatré di scarpe (il che mi crea molto dolore ai piedi, visto che sono di dieci taglie più lunghi); ed ho una predilezione per le motocarrozzelle (che hanno tre ruote, NDR). Detto questo, in realtà i libri sarebbero quattro; si tratta dunque di una tetralogia (parola che so scrivere ma non riesco a pronunciare bene). Nell’ultimo capitolo i personaggi, o almeno quelli ancora in vita, si spostano in massa in Qatar per lo sposalizio di un loro caro amico: si intitolerà “Matrimonio Al-Qatar” ed è previsto un breve cameo di Massimo Boldi. Il libro sarà finanziato dalla FIFA.

  • Qual è il tuo rapporto con la musica, vista la caratteristica dei tuoi capitoli?

In pochi lo sanno, ma ho un passato, piuttosto importante, come polistrumentista. A partire dagli anni in cui suonavo (il citofono) al conservatorio, proseguendo con il clacson della motocarrozzella, per arrivare alle posate sbattute suoi piatti, a mò di batterista impazzito, durante vari matrimoni. Con un pedigree di tale prestigionon potevo che diventare un grande fan dei Coldplay. Quest’estate ho realizzato il sogno di vederli per la prima volta dal vivo. Però quando hanno fatto quella cosa superfiga di fare alzare in aria a tutto il pubblico i cellulari illuminati, non ho potuto partecipare perché avevo venduto il mio iphone per potermi pagare il biglietto del concerto! L’episodio mi ha intristito notevolmente, offuscando la magia del momento.

  • Quando hai capito che scrivere era una tua passione?

Il sedici ottobre del duemiediciotto, il mio cane di allora (lo stesso di adesso), mi aveva appena rubato una mozzarella di bufala dal piatto ed era andato ad acquattarsi all’interno di una DdJ (Domus de Janas, NDR) per papparsela in santa pace. In quel momento, mentre cercavo un bastone per stanarlo e percuotermi (quest’ultimo termine è stato modificato su volontà della moglie animalista dell’autore, NDR), affinché in futuro il vorace amico a quattro zampe evitasse di compiere un gesto così poco amichevole, ho avuto l’illuminazione e ho capito che scrivere era una mia passione.

  • Marco Lepori, da lettore qual è il tuo autore preferito?

Sono sempre stato un grande ammiratore di Dante Alighieri della provincia di Firenze, sia in prosa che in poesia. Ho letto “L’inferno di Topolino”, “Il purgatorio di Paperino” e anche “Il paradiso dei Muppetts”. Aderisco fedelmente, a parte per questa intervista, ai dettami del dolce stil novo, avanguardia letteraria molto più moderna di quanto si possa pensare. Apprezzo anche molto il Mario Giordano scrittore d’inchiesta, mentre non ho alcun interesse per il Mario Giordano giornalista televisivo d’inchiesta, anche se trovo il suo tono di voce particolarmente soave e devo ammettere che a volte metto delle sue registrazioni per conciliare il sonno.

  • Qual è stata la parte della tua opera più difficile da scrivere?

Mah, che volete che vi dica? Non è che siano particolarmente difficili da scrivere! Basta entrare in un qualche bar di paese, camuffare un registratore dentro una scatola di sigari cubani, anzi dentro un libro, ché quello di sicuro non lo prende in mano nessuno. Poi, una volta tornati a casa, bisogna sbobbinare tutti i discorsi rubati ai clienti, togliere qualche parolaccia di troppo e riversarli su un foglio. Facile come bere un bicchiere d’acqua. Poi ci sarebbe il discorso dei capitoli dieci e dodici di “Blue Sunday”, che se letti al contrario svelano una terribile verità: nel 1965 Paul McCartney, a seguito di uno spaventoso incidente d’auto, è diventato un cyborg. Quella parte in effetti è stata difficile da scrivere.

 

  • Stai lavorando ad un nuovo progetto?

In quanto scrittore di successo internazionale ho l’agenda super impegnata, mi chiamano da ogni parte e non riesco ad avere tregua. Ad esempio, la prossima settimana ho i seguenti nuovi progetti: lunedì devo cambiare la cerniera della mensola in cui tengo nascosti i petardi; martedì ho toilettatura settimanale del gatto; mercoledì turno di riposo infrasettimanale; giovedì battaglia navale alla casa di riposo; venerdì cambio del tappo del water che mio figlio ha fatto saltare in aria con un petardo (vedi punto lunedì); sabato mi spetta la staccionata da dipingere; domenica sushi a pranzo e pizza per cena (e a colazione il lunedì mattina che fredda è anche più buona). In conclusione vorrei utilizzare il termine “resilienza” perché credo che stia passando di moda e mi dispiace. Scusate e grazie!

 

Grazie mille a Marco Lepori per la disponibilità, arrivederci a presto sulle pagine de I gufi narranti

Matteo Melis

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