INTERVISTA A GIUSEPPE FRANZA – “I TRE ESORCISMI DI RAFILINA DA TORRECUSO” –

INTERVISTA A GIUSEPPE FRANZA – “I TRE ESORCISMI DI RAFILINA DA TORRECUSO” – ORTICA EDITORE

Abbiamo da poco recensito “I tre esorcismi di Rafilina da Torrecuso”, scritto da Giuseppe Franza, edito da Ortica Editore e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autore. Buongiorno, grazie essere passato a trovarci, possiamo darci del tu?

 

Certo. E grazie per la disponibilità.

 

  • Come ti sei posto nei confronti del concetto della possessione demoniaca: la interpreti in chiave razionalistica oppure per te è un fenomeno possibile (ergo, sei credente)?

Sono ateo. Nel romanzo ho cercato però di non fornire spiegazioni chiare a tutti i fenomeni che portano la protagonista a essere riconosciuta come una posseduta. In generale, sono convinto che sia possibile essere abitati da una forza estranea alla propria più intima natura. Succede di continuo, anche in assenza di patologie mentali. La cultura, il contesto particolare e il sentimento possono portare chiunque a interpretare come sovrannaturali faccende ordinarie o a sentirsi dominati da uno spirito estraneo. Anche l’innamoramento è una possessione.

  • Credi che ambienterai ancora le tue prossime opere in periodi temporali lontani oppure anche più prossimi a noi lettori?

Mi è piaciuto allontanarmi dal contemporaneo, ma non so ancora se scriverò mai un altro romanzo storico. Tutto può essere.

  • Come ti sei accostato alla scrittura? Hai sempre amato la letteratura oppure è stata una scoperta più tardiva?

Da bambino preferivo esprimermi attraverso il disegno. Poi mi sono accorto che non avevo troppa voglia di applicarmi nello studio per sviluppare una tecnica adeguata. In adolescenza ho provato a suonare, con scarsi risultati, e al contempo sono migrato verso la scrittura. Credo di aver sempre amato la letteratura. Ma dopo aver letto certi classici (Dostoevskij, Musil, Mann, questa roba qui) ricordo di aver giurato a me stesso di non provare mai a scrivere un libro.

  • A tuo avviso cosa si può fare per superare i propri preconcetti? Alcuni dei personaggi del libro sembrano esserne alquanto prigionieri …

Si deve essere messi nella condizione di poterlo e volerlo fare. Bisogna quindi scontrarsi con i limiti del preconcetto e avere l’intelligenza e la forza di superare quel confine di sicurezza. La cultura offre mezzi per allargare i propri orizzonti, ma rischia anche di ingabbiare il pensiero in altri preconcetti ancora più tenaci, perché fondati sulla presunzione o sul principio di autorità. Tutti quanti, per mia esperienza, viviamo nel preconcetto. È inevitabile. E anche questo è un preconcetto, ovviamente.

 

  • Sei già in corso di scrittura del tuo prossimo romanzo o raccolta di racconti?

No, non sto scrivendo niente. Non ho tempo. Ma ci penso.

 

Grazie mille per la disponibilità, arrivederci a presto sempre sulle pagine de I Gufi Narranti.

 

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