INTERVISTA VITO FRANCHINI – IL 9 CHE UCCIDE – GIUNTI EDIZIONI

INTERVISTA VITO FRANCHINI – IL 9 CHE UCCIDE – GIUNTI EDIZIONI

Abbiamo da poco recensito “Il 9 che uccide”, scritto da Vito Franchini, edito dalla Giunti e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con l’autore.

Ciao  Vito, grazie essere ripassato a trovarci, iniziamo subito con le domande:

 

  • Ormai è chiaro che ti sei guadagnato uno spazio nel campo della letteratura di genere. Che effetto fa essere riconosciuto come scrittore?

 

Ti confesso che non mi sono ancora abituato. Ne conseguono tante piccole scosse, quando vedo un mio libro in vetrina, quando scorgo l’emozione nei lettori che mi chiedono una dedica, o quando qualche libraio mi racconta dei feedback sui miei lavori che raccoglie nel quotidiano.

Tanti mi contattano via social, qualche pazzo si fa chilometri per venire a incontrarmi. Se è un sogno, Vi prego di fare silenzio…

 

  • Qual è stato il tuo percorso da autore esordiente (le primissime pubblicazioni) alla consacrazione attuale?

 

9 anni di pubblicazioni da indipendente, derivanti da centinaia di email non risposte da parte di tutte le case editrici censite… non nascondo che ero già contento, avevo il mio seguito, con fatica ero emerso dal mare magno dell’anonimato. Poi una mia assidua lettrice mi ha messo in contatto con la persona giusta, e a tre giorni dall’invio della prima stesura di “Il Predatore di Anime”, ennesima email senza speranze, mi ha chiamato il Direttore editoriale della Giunti proponendomi un contratto. Sembra un romanzo, vero?

 

  • Qual è il tuo rapporto con la musica?

 

Lo stesso che hai tu con l’ossigeno.

Sono un mediocre musicista ma grande appassionato. Riguardo al genere di musica che ho sfruttato per impreziosire “Il 9 che uccide”, invece, parliamo di vera e propria patologia cronica… non se ne esce, occorre imparare a conviverci. Inoltre, sappilo, sono contagioso…

 

  • Nel tuo romanzo ci sono dei fatti che mi hanno portato a pensare all’Ordine dei Rosarossa e della Croce d’Oro e alle loro ipotetiche dinamiche, la conosci?

 

Sei una strega! Ho comprato un libro che approfondisce tali argomenti pochi giorni fa, e leggendolo talvolta mi pare di revisionare alcuni passaggi dei miei scritti. La connessione con il 9 che uccide, scritto nel 2020, di conseguenza, è involontaria…

 

  • È stato più facile scrivere: il tuo primo o questo secondo romanzo?

 

Io e la signora scrittura abbiamo un rapporto adulto, consensuale e reciprocamente appagante. Ognuno si fa i fatti suoi, io non la scomodo con corsi, master o inseguendo chimere, ogni tanto mi siedo davanti a una tastiera, la chiamo, e lei si presta, mi fa fare tutto quello che mi passa per la testa. Nulla di difficile, per fortuna, tutto molto naturale. Se trovassi difficile scrivere non lo farei, dato che ho una vita abbastanza complicata di suo.

 

  • Il tuo primo romanzo ha varcato i confini dell’Italia, la cosa oltre che a lusingarti in qualche modo ti spaventa?

 

Nessuna paura, anzi. Iniziano ad arrivare i primi feedback di lettori stranieri che mi hanno letto e che decidono di scrivermi. Brucio dalla voglia di comprendere come mi hanno tradotto, piuttosto, ma purtroppo, pur avendo una copia del libro edito all’estero, non comprendo quella lingua… 

 

  • Sembra che il fascino di Nardo sia davvero irresistibile, dovessero fare una trasposizione cinematografica, chi potrebbe interpretarlo?

 

Me lo hanno chiesto in molti ma la mia cultura cinematografica mi limita un po’. Per rispondere rubo il suggerimento dato da molti lettori, in tal senso. Favino. Io avevo in testa qualcosa di diverso, ma mi stanno convincendo… credo possa in effetti coniugare bene l’animo e il portamento nobile con gli occhi del predatore.

 

  • Volendo dare i numeri, non c’è due senza tre e il tre arriverà vero? Possiamo stare tranquilli?

 

Anche il 4, a essere precisi. Io ce li ho, vediamo che progetti ha il mio editore, e soprattutto se il 9 che uccide sarà all’altezza del primo romanzo, che è andato molto bene.

La grande notizia è un’altra, però. Ho già firmato il contratto, e l’anno prossimo pubblicherò, sempre con Giunti, un romanzo storico-avventuroso, una sorta di celebrazione di uno dei miei grandi miti, l’immortale Wilbur Smith. Altro sogno che si avvera… sono più fortunato di un gufo (narrante).

 

 

Grazie mille a Vito Franchini per la disponibilità, arrivederci  al tuo terzo romanzo, noi Gufi Narranti ci saremo ad ogni tuo nuovo successo!

 

Sandra Pauletto

 

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