Intervista a Mario Sergio Guerrisi – Il patto di Rocca Irsina – Dialoghi – 

Intervista a Mario Sergio Guerrisi – Il patto di Rocca Irsina – Dialoghi – 

 

Abbiamo da poco recensito “Il patto di Rocca Irsina” (Dialoghi) di Mario Sergio Guerrisi e abbiamo ora la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con lui per parlare del suo ultimo libro, farci raccontare qualcosa di lui e dei suoi futuri progetti.

Buongiorno Mario, se non è un problema ti darei del tu. Intanto grazie per aver accettato di chiacchierare con noi.

  • E’ la prima volta che ti recensiamo e che quindi abbiamo il piacere di intervistarti. Ci piace sempre conoscere oltre all’artista, anche l’uomo che dietro di esso si cela. Ci puoi raccontare qualcosa di te, della tua vita al di là della scrittura?

 

Sono sposato e ho tre figli ormai grandi. Ho lavorato per oltre vent’anni come copywriter in agenzie di pubblicità e poi come direttore creativo in alcune agenzie dove ero anche socio. La mia principale passione è il teatro: lavoro come regista per alcune compagnie semiprofessionali ed insegno recitazione in corsi di teatro, sia privati sia nelle scuole. Amo il mare e la mia Triumph Bonneville…

 

  • Hai ambientato il tuo romanzo a Rocca Irsina che è fondamentalmente un borgo che hai inventato prendendo però spunto dal paese di Irsina che realmente fa bella mostra di se nella provincia di Matera. Come mai hai voluto fare questo mix tra realtà e fantasia e perché hai scelto proprio questa location come teatro delle vicende che hai raccontato?

Tutto nasce da un film cult che io adoro particolarmente: Basilicata coast to coast. Nelle scene iniziali si vede Rocco Papaleo e la sua band che suonano per alcuni turisti davanti alla statua del Cristo Redentore, posta sul monte S.Biagio che sovrasta Maratea. L’attore inizia più o meno così la sua canzone:” …in fatto di disoccupazione giovanile non siamo secondi alla Campania, alla Sicilia ed alla Calabria. Solo che non abbiamo la mafia! Dateci un pezzetto di mafia…”. Ecco da dove nasce l’idea, quasi un atto di giustizia…(ride)

  • Demetrio Rivolta è un commissario milanese trasferito a Rocca Irsina, calato in un mondo totalmente agli antipodi rispetto a quello a cui era abituato. Come è nato questo personaggio, e come mai hai voluto creare una spaccatura così forte tra il suo prima ed il suo dopo?

Milano è da tutti considerata la sola città europea in Italia ed in un certo senso è vero. Noi milanesi pensiamo che in quanto a qualità della vita, opportunità di lavoro, divertimenti e cultura non ci batte nessuno. Milano però dà tanto ma chiede anche tanto. Ho voluto creare un personaggio che uscisse da suo “guscio dorato” e che riscoprisse e si confrontasse con un modo di vivere distante dal proprio.

  • La figura del cane Rocco è sicuramente molto particolare ed è certamente da considerarsi come uno dei protagonisti del romanzo. Come è nato questo personaggio e perché lo hai voluto come figura importante di questo libro?

Innanzitutto amo i cani (ne ho uno) e gli animali in genere. Ti rispondo con una frase di Daniel Pennac:”Uno crede di portare fuori il cane a fare pipì mezzogiorno e sera. Grave errore: sono i cani che ci invitano due volte al giorno alla meditazione!”. Niente di più vero nel mio caso: durante le passeggiate quotidiane mi ha aiutato a riflettere su quanto scrivevo. Rocco poi è una sorta di “coscienza canina” del commissario Rivolta, un randagio come lui.

  • Racconti nel romanzo anche di malavita organizzata ma la racconti in maniera per certi versi quasi romantica, racconti della famiglia Santarsiero in maniera quasi positiva. Cosa hai voluto rappresentare raccontandoci dei Santarsiero e del loro modo di gestire la vita del paese di Rocca Irsina?

Io sono nato in un paese ad alta densità mafiosa. Tanti anni esisteva un “codice d’onore” che in qualche modo evitava di coinvolgere la gente comune in fatti delittuosi. La droga poi ha rivoluzionato il sistema che è diventato estremamente violento. Oggi il fenomeno mafioso si è in qualche modo evoluto, investe sempre più in attività legali e cerca di passare “inosservato” tra le maglie della giustizia. Il clan Santarsiero non è altro che un modello sociale efficiente in uno Stato che non sempre funziona…

  • Mario Sergio Guerrisi  la parola amore e la parola amicizia sono secondo me molto presenti nel tuo romanzo. Parlo di amore non solo fisico tra due persone, parlo di amore a 360 gradi e parlo di amicizia vera, quella profonda, quella che rimane salda anche a dispetto del tempo che passa. Quanto sono importanti per te questi due aspetti della nostra vita?

 

Direi fondamentali. Ho viaggiato molto in vita mia, trasferendomi da città in città. Spesso mi sono dovuto allontanare da amicizie fraterne. Eppure la distanza non è mai stato un problema, è sufficiente anche sentirsi un paio di volte l’anno per scoprire quanto di tuo hai lasciato in una persona e viceversa.

Questo sentimento è indissolubile. Per me l’amore ha diverse sfaccettature, non è solo ed esclusivamente appannaggio della persona che ti sta accanto. Amare è un “modus vivendi”, un modo di guardare alla vita, una ricerca di benessere mentale che uno trova non solo nel genere umano, ma negli animali, nella natura, nella ricerca di ogni forma di bellezza.

 

  • Nel recensire il tuo libro ho sottolineato il fatto che Demetrio Rivolta, e non solo lui, sia un personaggio che abbia ancora molto da dire e da raccontare, che possa essere il protagonista di una saga a lui dedicata. Quando hai iniziato a scrivere questo libro hai pensato a Deme come ad un personaggio seriale? Credo che ci possa essere questa opportunità?

Hai colto ne segno. Sì il mio personaggio è nato per vivere di più…di un solo libro. Le prime persone che hanno letto il mio libro, in diversi post o a voce, mi hanno chiesto: ”Ma la storia continua, vero?”. Questo mi ha confermato che c’è attesa per il nuovo libro di quella che mi auguro possa diventare, come tu dici, una saga. Comunque in anteprima, esclusivamente per i Gufi Narranti, vi anticipo che in questi giorni ho finito la prima stesura di una nuova avventura del Commissario Rivolta.

  • Ho visto che sia tu che altri autori avete in programma presentazioni pubbliche dei vostri libri e questo credo che sia una bella cosa. Quanto è mancato, nel periodo delle restrizioni dovute al Covid, il rapporto con i lettori? Quanto è importante secondo te il rapporto diretto tra autore e lettori?

Il contatto con il pubblico, personalmente, mi è mancato moltissimo. Nonostante la redemption del libro fosse molto soddisfacente non ero affatto contento. Avevo programmato una serie d’incontri che ho dovuto spostare ed in alcuni casi annullare. Nelle ultime presentazioni, invece, ho avuto un bellissimo feeling con le persone presenti. Sono state tantissime le domande, le curiosità, gli stimoli ricevuti. E poi la gente ama che l’autore legga alcuni brani del libro. Sì, è tutta un’altra storia!

  • Hai già in mente nuovi progetti letterari per il prossimo futuro?

Di fatto ti ho già anticipato che ho appena finito il secondo libro. Mi spingo oltre…”La lupa di mare”, questo è il titolo.

Comunque sì, ho altri progetti. Uno è la riduzione teatrale di un libro di un altro scrittore lombardo ed un altro paio di idee nel cassetto da sviluppare a breve.

Grazie mille a Mario Sergio Guerrisi per la sua disponibilità e per aver risposto alle nostre domande. Speriamo vivamente di averlo ancora presto qui ospite del nostro blog.

Grazie a voi!

David Usilla

 

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