Recensione: La visione del male – Fabrizio Di Marco (Todaro Editore)

Recensione: La visione del male – Fabrizio Di Marco (Todaro Editore)

 

Il male ha mille sfumature, mille facce, si annida negli angoli più reconditi dell’animo umano, alle volte è più evidente quasi piu sfacciato, altre volte invece è più subdolo, più nascosto, più profondo con sfumature che vanno oltre ogni immaginazione, sfociando in situazioni aldilà di ogni umana comprensione. Queste mille facce del male sono il centro attorno a cui ruotano le vicende raccontate in questo stupendo thriller di Fabrizio Di Marco, “La visione del male” (Todaro Editore). Le varie facce del male ci vengono raccontate senza tanti giri di parole, senza filtri, senza indorare la pillola, ci viene sbattuta in faccia in tutta la sua cruda realtà portandoci a fare i conti con comportamenti che di umano hanno davvero poco. Di quanto la mente umana possa essere perversa e crudele si renderà presto conto il giovane giornalista freelance Giovanni Martelli che nel corso delle sue indagini riguardanti la scomparsa di giovani donne si imbatterà nel sadico mondo degli snuff movie, video in cui delle persone vengono realmente torturate ed infine uccise. Le indagini di Martelli non possono che passare dal luogo in cui il male, in tutte le sue declinazioni, trova il suo giusto habitat, il Dark Web, quella parte di internet che normalmente non vediamo ma che dà accesso a quanto di più criminale e perverso la mente umana possa pensare. Le indagini di Martelli si incroceranno presto con quelle di Angelino Torrisi, ex ispettore della questura di Bologna che ora è un investigatore privato al soldo di personaggi poco raccomandabili. Fabrizio Di Marco ambienta questo thriller in una delle città italiane che grazie alla sua aura di mistero più si adatta ad essere cornice ideale entro cui dipingere un giallo di grande qualità. L’autore ci delizia con una scrittura scorrevole ricca di colpi di scena, senza mai scadere nella banalità o nei cliché. E’ un libro che non concede spazio alla noia, che non presenta tempi morti, in cui l’autore non si sofferma su inutili divagazioni, ricco di pathos. Ho trovato interessante la capacità che ha avuto l’autore nel caratterizzare i personaggi, si arriva ad empatizzare con loro, a sondare le loro anime, a sentire le loro emozioni, a partecipare ai loro tormenti a vivere le loro sensazioni. Le ambientazioni stesse sono descritte con grande cura ma senza appesantire la narrazione, dando al lettore la sensazione di essere calato esso stesso nella storia, di essere esso stesso parte delle vicende narrate rendendo così ancora più ricca e suggestiva l’esperienza di lettura. Sul finale si può in un certo senso ricavare quella che potremmo vedere un po’ come la morale di questo libro, il fatto cioè che la visione del male non è uguale per tutti, non tutti percepiamo il male allo stesso modo, addirittura alcuni trovano nel male una sorta di riscatto dal male stesso. È un thriller davvero ben scritto che oltre ad una storia avvincente e coinvolgente, lascia al lettore più di uno spunto di riflessione su quelle che sono le nostre scelte, su come passare da vittima a carnefice possa bastare davvero poco, a come il male si annidi anche a due passi da noi, senza magari rendersene neanche conto. Questo libro è il compagno ideale per un pomeriggio sul divano perché ci permette leggendo di dimenticare tutto quello che sta succedendo fuori, cosa utile di questi tempi.

 

David Usilla

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