HO PROVATO A MORIRE MA NON CI SONO RIUSCITO” – ALESSANDRO VALENTI

RECENSIONE: “HO PROVATO A MORIRE MA NON CI SONO RIUSCITO” – ALESSANDRO VALENTI – ATLANTIDE EDIZIONI.

 

Il romanzo “Ho provato a morire ma non ci sono riuscito” è uno spaccato sul mondo classe duemila. La storia del protagonista Alessandro e della sua giovane vita, che affronta con l’irruenza e l’ingenuità dei quattordicenni, una storia d’amore.

Tutto sommato una storia controcorrente e a ruoli invertiti.

Mentre la società e i telegiornali ci rilanciano notizie di giovanissimi che in branco stuprano ragazzine come fossero un giocattolo usa e getta, del tutto inconsapevoli (si spera) delle proprie azioni, qui abbiamo un quattordicenne della Verona “bene” che si innamora “via instagram” di una sua coetanea romana, e si innamora a tal punto da prendere il treno per raggiungerla.

Quello di Alessandro sarà un viaggio alla scoperta della propria insicurezza e fragilità, fase tipica di quattordicenni ma non solo, perché l’amore è cieco, o  rende ciechi e sciocchi.

Cosa si è disposti a fare per amore a quattordici anni?

.Tanto di più, o tanto di meno di quanto gli adulti innamorati fanno quando si accorgono che la storia d’amore della vita ci sta scappando dalle mani?

È Alessandro più maturo della sua età, o sono sciocchi gli adulti quando, per amore, si comportano come il protagonista del libro?

La figura femminile, Emma, pare racchiudere in sé lo stereotipo della donna/ragazza incantatrice che ammalia e gioca, senza cuore, con i sentimenti degli altri, ben consapevole di comandare il gioco.

Il libro scritto al presente e in prima persona, ti butta subito dentro la storia, quasi fosse una sorta di diretta sulla vita del protagonista che si racconta senza mai voler addolcire la pillola, e senza preoccuparsi di potere disturbare il lettore soffermandosi talvolta, nei particolari pseudo intimi dei rapporti dei due adolescenti.

Come Dante va dall’Inferno al Paradiso per la sua Beatrice, così Alessandro prende la strada dell’Inferno e noi scendiamo con lui, senza potergli fare da guida.

La figura degli adulti è pressoché irrilevante ed effettivamente diverse cose lasciano un po’ perplessi, se dovesse trattarsi di un romanzo autobiografico e l’età dei protagonisti quattordicenni fosse quella reale al momento dei fatti.

Senza voler fare le pulci a “Ho provato a morire ma non ci sono riuscito” va detto che è un libro che fa riflettere e che disturba, come a suo tempo fece Christiana F. e i ragazzi dello zoo di Berlino, certo le tematiche sono diverse, ma in entrambi i casi si parla di adolescenti fragili, autolesionisti, incoscienti e soli.

La scrittura del libro è qua e la condita con dialetto romano, utile a sottolineare una certa Roma di borgata diversa dall’ambiente ricco e benestante del protagonista.

Il romanzo scorre via veloce e il protagonista rimbomba nella mente anche a lettura finita.

Molti di noi potranno riconoscersi in certi ragionamenti scritti tra le pagine del libro.

Secondo Virgilio “amor vincit omnia” ma siamo sicuri che sia proprio così?

Sandra Pauletto

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