Torino Nouvelle Vague – Franco Ricciardiello (Todaro Editore)

Torino Nouvelle Vague – Franco Ricciardiello (Todaro Editore)

 

Una nota attrice, Sophie Alma, viene rinvenuta cadavere all’interno di una stanza del lussuoso Hotel a cinque stelle Duc d’Aoste et de Chambery di Torino, hotel in cui soggiornano la maggior parte delle personalità, registi e attori in primis, partecipanti alla Nuit Blanche, serata dedicata al cinema francese. Appare subito chiaro agli inquirenti che si tratta di omicidio e che quindi bisogna trovare in tempi brevi il colpevole vista l’importanza della deceduta e dei possibili sospettati. Per Erasmo Mancini, giovane PM incaricato del caso, e per il suo amico commissario Mauro Ferrando sarà un’indagine più complicata del previsto in cui dovranno destreggiarsi tra indizi, false piste, memorie del passato, inevitabili ingerenze della stampa e intuizioni inattese. Questo è l’inizio di “Torino Nouvelle Vague” (Todaro editore), il romanzo noir con cui in qualche modo Franco Ricciardiello, con il suo stile raffinato fatto anche di scorrevolezza e di attenzione alla forma, rende omaggio a quel movimento cinematografico francese degli anni 50 che ancora oggi conosciamo con il nome di Nouvelle Vague e soprattutto alla figura del regista Jean Luc Godard che trova nel personaggio di Jean-Simon Leclercq  una sorta di reincarnazione letteraria. I titoli stessi dei vari capitoli rimandano in maniera chiara alle opere di Godard in un gioco di citazioni che già Ricciardiello utilizzò nel precedente romanzo dedicato alle indagini di Mancini e Ferrando, “Cosa succederà alla ragazza” (Cordero Editore) quando i capitoli riprendevano i titoli delle canzoni di Lucio Battisti. È vero, questo è un romanzo che parla di cinema, della storia di questa arte così affascinante, che fornisce molte informazioni dal grande valore formativo e culturale, è al contempo una storia di persone, che scava nell’animo umano, nelle sue luci e nelle sue ombre, fragilità, nelle sue paure e infinite contraddizioni. I personaggi che si muovono all’interno della scacchiera predisposta da Ricciardiello non sono molti, ma sono tutti molto ben caratterizzati, sotto ogni punto di vista, che il lettore non fa fatica a figurarseli lì al proprio fianco in carne ed ossa con tanto di emozioni e sentimenti. È un romanzo che contiene al suo interno molte storie, alcune che procedono parallele a quella principale ed altre che la intersecano, che la lambiscono anche solo per un breve istante, storie che non fanno che arricchire una trama già di grande livello. Come spesso capita il momento più triste di questa esperienza di lettura è quando, sopraggiunta la parola fine, si ripone per l’ultima volta il libro sul comodino, quando si giunge al momento improcrastinabile dei saluti. Certo è che la speranza è di rivedere presto in azione Erasmo Mancini e Mauro Ferrando perché sono due personaggi che a mio modo di vedere hanno ancora molto da dire.

David Usilla

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