Shrykull/ Temple Steps – Split (Split) – I misantropi odiano la razza umana.

Shrykull/ Temple Steps – Split (Split)

Anno: 2020

Paese di provenienza: UK

Genere: death doom

Membri: Shrykull: Kez Whelan – batteria e voce; William Powell – chitarra e voce; Temple Steps: Mark – chitarra; Mike – voce e batteria

Casa discografica: Trepanation Recordings

  1. Shrykull – The Misanthrope
  2. Shrykull – I Hate The Human Race
  3. Temple Steps – Nameless
  4. Temple Steps – Snapped Crook

 

Recensire uno split è sempre difficile per via del poco materiale contenuto e un po’ perché li ho sempre percepiti come dei momenti poco significativi nella discografia di un gruppo. Oggi però mi sono imbattuto in due gruppi britannici la cui produzione in questa apoteosi di split (si intitola Split) mi ha colpito particolarmente. Partiamo dagli Shrykull. Si formano a Nottingham nel 2015 e, anche se non rubano ai ricchi per aiutare i poveri, sanno farsi notare grazie ad un death doom davvero ben suonato e di ispirazione Carcass. Debuttano con un EP nel 2016, Degenerate, e dopo uno split con i Dark Mother incidono anche un disco su lunga distanza, omonimo, nel 2018. Peculiarità che accomuna comunque i due gruppi di questo album breve è che sono entrambi composti da due soli musicisti. Negli Shrykull ad esempio Kez Whelan dietro le pelli e alla voce, William Powell chitarra e voce. Un vero e proprio esempio del “farsi le cose in maniera spartana” ma senza tralasciare la qualità. The Misanthrope infatti, nonostante i suoi sei minuti e trenta secondi, scorre che è un piacere e si lega perfettamente a I Hate The Human Race (brano dei Grief). La prova degli Shrykull mi ha ricordato qualche anno fa, quando saltavano fuori come funghi tanti piccoli grandi gruppi death metal validissimi (Chapel Of Disease, Cruciamentum, Incarceration, Undergang, Funebrarum ecc…), fenomeno che è andato a sfumare parecchio ultimamente.

trepanationrecordings.bandcamp.com/album/split-2

Passando ai Temple Steps, band con un trascorso fin’ora ancora più sotterraneo (solo demo e split incisi dal 2015 ad oggi), abbiamo a che fare con due brani davvero disperati. Nameless e Snapped Crook, in bilico tra rantoli death metal e macigni sludge mi ha fatto tornare in mente gli spagnoli Horn Of The Rhino, autori di un disco sconosciuto ma fantastico, Grengus (2012). Anche qui a guidare la baracca due uomini: Mark alla chitarra e Mike alla batteria e alla voce, e che voce! Sembra di ascoltare uno a cui stanno scuoiando il cranio!

Uno split tanto per ricordare qualcosa che ci ha conquistati qualche anno fa. Uno split per il death metal, che tra presagi di morte e nichilismo assoluto a volte sa fare la sua porca figura.

Voto: 10

Zanini Marco

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