Skulld – Reinventing Darkness – Nuova ventata di mortifero death metal.

Skulld – Reinventing Darkness

Anno: 2019

Paese di provenienza: Italia

Genere: death metal

Membri: Pamela – voce; Monti – chitarra; Rappo – chitarra; Ciufs – basso; Teo – batteria

Casa discografica: alla ricerca, per cui se conoscete qualcuno aiutateli!

  1. Red Room
  2. The Priestess
  3. The Longest Hour
  4. Beaivi
  5. Cold Hands In Circle Reborn
  6. Satanic Feminism

Di certa musica se n’erano un po’ perse le tracce ultimamente, ma a Milano evidentemente c’è qualcuno che ama ancora il duro e puro death metal vecchia scuola. Cosa resa ancora più sorprendente dagli altri progetti che vedono impegnati questi musicisti: la cantante Pamela suona e canta attualmente con The Smudjas e Flowral, dai sapori emo alternative; Monti alla chitarra ha legato il suo nome ai Nowhiterag, celebre formazione dell’underground punk italiano; Teo alla batteria con La Prospettiva e Contrasto, campioni hardcore italici; l’unica presenza che non sorprende forse è quella di Rappo, ex chitarrista dei mortiferi Hierophant. Questo marasma di menti creative va a comporre un’unione lombardo/romagnola che, a giudicare da questa incisione, si prospetta di tutto rispetto. Gli Skulld al primo album, Reinventing Darkness, sbraitano chiaramente la loro passione per il death metal, che si fa’ qui più scandinavo che mai. Non tutto però è da copione. A capeggiare infatti è la voce di Pamela, molto più riconducibile al crust vista l’abrasività e la quasi totale assenza di growl o scream. In ogni caso qui la sostanza c’è ed è quasi tutta avvolta da puzza di zolfo. Si parte fortissimo con le scapocciate di Red Room, che fluiscono attraverso un vento di morte nelle plettrate impietose di The Priestess e The Longest Hour. Stop, ripartenze da manuale e cavalcate violentissime di tupa tupa. Sembra una banalità ma era già da un po’ che non si sentiva in giro un death metal così compatto, diretto e ben fatto. Inoltre mi sento di dire che la voce offre veramente un tocco inedito e una sfumatura interessante al tutto.

skulldband.bandcamp.com/album/reinventing-darkness

Il resto della scaletta scorre su questa falsariga violenta e giunti alla fine, con Satanic Feminism diventa chiaro che per gli Skulld il death metal non è solo satanismo, malvagità e provocazione, ma anche senso di appartenenza, un’altra novità che non guasta per variare un po’ la ricetta. Chiaro che quest’evoluzione è più che altro concettuale, perchè dal lato lirico è death metal tradizionalissimo, che proprio in quest’ultimo episodio ci regala un ritorno ai Death di Spiritual Healing, che mi pare un ottimo modo per concludere.

P. S.: i ragazzi stanno cercando etichette per coprodurre Reinventing Darkness. Chi è in ascolto provveda ad aiutarli!E’ anche per questo che nel link di bandcamp troverete solo le prime tracce del disco; le altre verranno svelate il 21 di Dicembre.

Voto: 10

Zanini Marco

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