Sandro Leonardi scultore. Intervista per scoprire un mondo

In questo mondo che corre sempre più veloce abbiamo la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con uno scultore, figura sempre più rara nel campo dell’arte, dove la tecnologia sta prendendo il sopravvento.

Diamo il benvenuto sulle pagine dei gufi narranti a Sandro Leonardi

 

 

  • Ciao Sandro, grazie per essere passato a trovarci, possiamo darci del tu?

🙂

 

  • Come hai scoperto di essere scultore? È qualcosa che si sente dentro un po’ come la passione per la musica o un’abilità che nasce con il tempo?

    Titolo dell’opera ANTENATI

Questa risposta potrei darla in 100 modi diversi. Uno è il modo in cui ho risposto nell’intervista fattami per Prontopro www.prontopro.it/blog/schegge-di-scultura-una-breve-lezione-sullarte-dello-scultore/ Ma per non ripetermi capovolgerò la domanda: come ha fatto la scultura a scoprire me e a scegliermi? Penso sia un po’ come un processo di selezione naturale, nel quale concorrono struttura fisica, modo di pensare, ambiente nel quale si è cresciuti. Cominciando da quest’ultimo la musa della scultura mi ha trovato in una famiglia nella quale i mestieri più comuni avevano a che fare con il disegno e con l’invenzione, attività che suppongono una capacità che sembrerebbe abbiano tutti, ma non è così: saper guardare, guardando vedere e conservare la visione tanto da farla diventare parte di sé. Inevitabilmente questa cosa che io divento guardando cerca un mezzo per farsi vedere anche da altri: il disegno, la pittura, la scultura … io le ho sperimentate tutte e siccome la scultura cercava qualcuno che avesse la mia tenacia, forza senza violenza, lentezza unita a costanza, mani grandi e sensibili allo stesso tempo, dotate di una propria memoria, la scultura ha detto alle altre due di farsi da parte, dopo che già aveva liquidato senza fatica scrittura, musica, architettura.

  • Da scultore cosa pensi della tecnologia delle stampanti 3D?

Penso la stessa cosa che un pittore pensa della fotografia: una liberazione e una sfida. Liberazione dal compito della riproduzione veristica e sfida ad andare oltre il vero, dove né la fotografia né la stampa 3D possono arrivare.

  • Qual è il lavoro scultoreo che ti ha dato maggior soddisfazione?

Quello a cui sto lavorando fin dall’inizio e che non è mai compiuto. Apparentemente sono diverse opere scaglionate nel tempo e che mostrano diversi gradi di abilità, di comprensione del fare scultura, ma per me tutte, anche il primo tentativo privo di esperienza, sono parte di un’unica scultura, tappe di un percorso che non so dire se mi soddisfa veramente; a dire il vero la parola mi risulta un po’ incomprensibile riferito a un’opera singola. Quello che mi soddisfa è avere voglia di iniziarne un’altra.

  • Può un comune cittadino contattarti per commissionarti un lavoro?

Possono tutti, cittadini comuni e non comuni

  • Quali sono le richieste che ricevi più spesso?

Quando si parla di arte si ha a che fare inevitabilmente con una distanza: tra l’artista, che è quello di cui ho parlato fin ora, e la gente alla quale l’arte è rivolta spesso senza riuscire a raggiungerla, ostacolata dai preconcetti che la maggior parte delle persone ha nei riguardi dell’arte e che condizionano le richieste che fa all’artista. Alla scultura viene chiesto per lo più di rispondere a esigenze celebrative, di servire a rituali religiosi, di ricordare dei legami affettivi, tutti spunti che l’artista deve saper cogliere per attrarre il cliente sul suo terreno e fargli percepire quello che l’arte offre in più sia a livello emotivo che soprattutto conoscitivo.

  • Dove trovi i materiali per le tue opere?
Titolo dell’opera HOTEL FRAGILE

La mia arte è una professione e come ogni professione di solito non usa materiale trovato, ma cercato e scelto dove quel materiale è trattato nel modo migliore per essere lavorato. I miei materiali sono il legno e la pietra. Entrambi esistono in natura, il legno nelle foreste e la pietra nelle montagne. Anche se qualche volta ho abbattuto personalmente qualche albero per farne una scultura, di sicuro non ho i mezzi per staccare un blocco di marmo dalla montagna e mi rivolgo a esperti cavatori che conoscono tutte le caratteristiche e i possibili difetti del materiale, così anche per il legno, se è un importante lavoro su commissione mi rivolgo a qualche segheria che tratta il tipo di legno di cui ho bisogno. Possono capitare però a volte delle occasioni di usare del materiale eccezionale non commercializzato, come quando mi trovavo nel Vergante e mi appostavo nei pressi di qualche villa del 700 alla quale rifacevano il tetto, pronto a farmi dare le vecchie travi di rovere con secoli di stagionatura, forse anche qualche chiodo di troppo, ma per la bellezza del materiale ne valeva la pena, come per un violinista trovare uno Stradivari.

  • Cosa pensi delle statue fatte in serie con lo stampino e una colata di gesso/cemento?

Io sono una persona tollerante. Anche se io eseguo solo pezzi unici e se ripeto uno stesso soggetto non lo faccio mai uguale, penso ci sia posto anche per i multipli, per le imitazioni, anche per i falsi, meglio se d’autore, per le ripetizioni industriali, purché non si passino per quello che non sono.

  • Qual è il materiale secondo te più difficile da modellare?

Chiunque direbbe che sono proprio quelli che uso io, materiali resistenti, tenaci, per niente malleabili. La facilità per me non è mai stata una categoria interessante. Mi trovo a disagio invece proprio con quelli più facili da plasmare, che rimangono sempre modificabili, come plastilina o gesso, ho bisogno di sentire la resistenza del materiale, la sua voce che mi dice: basta!

  • Hai un soggetto preferito da scolpire?

Come dicevo, io mi ritengo autore di un’unica scultura, di cui le singole sculture sono tappe di un percorso mai concluso, come Cesare Pavese diceva di essere autore di un unico libro. In questo percorso delle figure affiorano in modo ricorrente, ma non perché voglio io, come gli aironi che vidi in sogno e mi comandarono di dipingerli quando avevo 18 anni e poi da scultore di farli prima in marmo e poi in legno (immagine che allego: Antenati). È proprio quando di preferenza non ne ho alcuna che essi saltano fuori dal materiale che mi trovo tra le mani, son sempre lì come una mia segreta natura e forse ho capito perché.

  • Attualmente a cosa stai lavorando?

Normalmente, cioè mai, racconto quello che sto facendo, però se posso lo mostro. Ho un sito internet sandroleonardi.com nel quale però pubblico solo alcune opere finite e selezionate, mentre sulla mia pagina Facebook www.facebook.com/LeonardiArte tengo aggiornato il mio pubblico sui lavori in corso, spesso fin dalla prima sbozzatura o anche dalla scelta del materiale.
Attualmente sto lavorando a riposarmi (indispensabile per ricuperare un impiego di energie inimmaginabile) dall’ultimo lavoro fatto, Hotel fragile (altra immagine allegata)

 

Grazie mille allo scultore Sandro Leonardi per la disponibilità e grazie per averci fatto scoprire dettagli del mondo della scultura!

Sandra Pauletto

 

 

 

 

2 Risposte a “Sandro Leonardi scultore. Intervista per scoprire un mondo”

  1. Bravo Sandro! La tua arte mi incanta e mi emoziona sempre, ci metti tanta energia e questa arriva. Grazie per questi preziosi lavori, un caloroso ed affettuoso abbraccio da un “riccio di mare” 😉 smackete!😘 E grazie anche a Sandra per questa intervista 😊🤗

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