Isgherurd Morth – Hellrduk – Una luce malinconica nell’oscurità.

Isgherurd Morth – Hellrduk

Anno: 2021

Paese di provenienza: Russia/ Francia

Genere: black metal

Membri: Romain Goulon – batteria; Max Konstantinov – chitarra; Peter G. Shallmin – basso

Casa discografica: Repose Records

1. Inferhn

2. Kultth Tormentr

3. Nokturahl

4. Lucir Stormalah

5. Beliath Todh Grimr

A comporre gli Isgherurd Morth sono musicisti impegnati già in altri progetti tra i quali Stench Price, Kamlath, Escapethecult, Heavenwithus e nel caso del batterista Romain Goulon importante è stata la presenza tra le fila dei Necrophagist negli ultimi anni di attività. Come facilmente intuibile da nome, titoli e copertina ci troviamo di fronte ad un gruppo black metal; a tale proposito non ho ancora capito a quale lingua si rifacciano i tre musicisti (fosse un alfabeto inventato la scelta sarebbe interessante oltre che inquietante).

Inquadrando stilisticamente gli Isgherurd Morth si può dire che prendano soprattutto dalla corrente immediatamente successiva all’esplosione del black metal, fondendola con sentori più moderni che comunque non prevalgono mai su una base piuttosto tradizionale. E’ un quadro composito quello del progetto venuto alla luce tra la Russia e la Francia, in cui partiture articolate quasi progressive si sposano con spazi più atmosferici e minimali. La complessità degli Isgherurd Morth e di questo Hellrduk di debutto è percepibile chiaramente in brani come Inferhn o Kultth Tormentr, ricchi di riff ma anche di feeling e di chitarre che sanno trasmettere un’emotività inaspettata. Il post rock, depredato dal black metal degli ultimi anni, qui fa’ capolino donando un’anima malinconica in mezzo a repentini spostamenti sullo sludge, sul doom o sul metal in senso più ampio, che si fa’ largo a colpi di riff muscolari. Forse a causa della voce urlata, alta e sottile, o per le strutture musicali pregne di armonizzazioni e cambi di tempo, vengono in mente gli americani Absu. Oltre alla evidente qualità di questi musicisti, Hellrduk colpisce per la capacità di sintesi e unione tra varie incarnazioni di black metal, cosa che lo rende un disco a suo modo unico, soprattutto in un panorama inflazionato. Non aspettatevi quindi una mitragliata inconsistente di blast beat accompagnata da chitarre zanzarose e ripetitive, ma un black metal imprevedibile e dal grande gusto musicale.

Particolare confermato da Lucir Stormalah che, dopo un pregevole pezzo meno elaborato come Nokturahl, scandisce nei suoi sei minuti parti strumentali ispiratissime e crepuscolari. A prova della meravigliosa bravura melodica ecco in chiusura comparire Beliath Todh Grimr, traccia che avrebbero potuto tranquillamente scrivere i Rotting Christ di Triarchy Of The Lost Lovers. Il 2021 non poteva portare in grembo sorpresa più gradita di questo piccolo grande capolavoro. Piccolo perché sono solo cinque tracce, grande perché ciò che propone è decisamente sopra la media.

Voto: 10

Zanini Marco

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.