Il cinema ritrovato XXXIV edizione
Bologna 25-31 agosto 2020
Tutte le sezioni
La macchina del tempo:
IL SECOLO DEL CINEMA: 1900
Il vecchio secolo è alle spalle. Dopo cinque anni di rodaggio, il cinema è in forma smagliante. Tra esaltazione della modernità elettrica e dispiegarsi d’un immaginario esotico, l’Esposizione universale di Parigi del 1900 sarà una ‘pietra miliare’ e un formidabile banco di prova per la nuova meraviglia tecnologica, che spalanca infinite vedute sul mondo. La nostra sezione è pensata non come un panorama, ma come una disseminazione centrifuga di immagini che s’irradia a partire da ciò che si vide all’Expo parigina: le vedute e le diapositive tricrome Lumière, l’Indocina colonizzata nei magnifici film del grande viaggiatore Gabriel Veyre e un programma ricostruito del Phono-Cinéma-Théatre. Altrove, intanto, una palpitante Venezia veniva catturata dall’operatore Giancarlo Stucky, il giramondo Joe Rosenthal andava dall’Inghilterra al Sudafrica e alla Cina in cerca di storie da filmare e il grande Georges Méliès fabbricava nuove meraviglie: una Jeanne d’Arc di monumentale lunghezza (250m) e un incantevole Rêve de Noël.
A cura di Mariann Lewinsky
L’invenzione dell’amore:
L’INVENZIONE DELL’AMORE
Alice Rohrwacher e gli amici dell’Orecchio Acerbo ci porteranno la pandemia. Ma sarà una pandemia speciale, amorosa: A invenção do amor, poema scritto da Daniel Filipe nel 1961 (tradotto in immagini quattro anni dopo da António Campos), destinato a diventare uno degli inni della Rivoluzione dei garofani.
La macchina dello spazio:
YUZO KAWASHIMA: L’ANELLO MANCANTE
Kawashima è l’‘anello mancante’ tra cinema giapponese classico e nouvelle vague nipponica. Allievo di Ozu e maestro di Imamura, i suoi film uniscono la cura e la precisione dell’epoca dello studio system con la sgargiante audacia degli anni Sessanta. Per Imamura, Kawashima “incarnò il nuovo cinema giapponese con dieci anni d’anticipo”, attestandone l’influenza duratura sul cinema del suo paese, malgrado la prematura scomparsa a soli quarantacinque anni. Le precarie condizioni di salute contribuirono a ispirargli una visione del mondo pessimistica e uno spiccato senso dell’assurdo. Nella sua opera, drammi realistici intensi e raffinati si affiancano a commedie disinvolte e imprevedibili, in bilico tra satira e farsa. Maestro di stile, Kawashima amava le composizioni elaborate e disponeva con intelligenza i suoi interpreti tra gli arredi e gli attrezzi di scena. Regista di attori, incoraggiava interpretazioni spigliate, chiassose e vitali in cui la mimica, il tono della voce, la postura, i gesti e i movimenti si combinavano rendendo le caratterizzazioni persuasive e dettagliate. La rassegna proporrà una selezione delle sue opere migliori.
A cura di Alexander Jacoby e Johan Nordström
Il paradiso dei cinefili:
RITROVATI E RESTAURATI 2020
Scoperte provenienti da tutto il mondo e il meglio dei nuovi restauri digitali e analogici; il risultato di anni di duro lavoro di archivi e laboratori di restauro. Quest’anno, oltre ai migliori restauri di capolavori come L’Étrange monsieur Victor, Luci del varietà, À bout de souffle e The Misfits, celebriamo il trentesimo anniversario della Film Foundation proponendo alcuni tra i loro restauri del cinema americano e italiano, tra cui Force of Evil, I cento cavalieri, Tap Roots, Accattone e la commedia I’m No Angel. Più ricchi e diversificati di quanto si possa immaginare (con ulteriori titoli da Germania, Cecoslovacchia e Svizzera), preparatevi a ritrovare alcuni classici moderni come il racconto di Robert Altman sui giocatori d’azzardo compulsivi, California Split, e il ritratto compassionevole di un vero outsider, The Elephant Man, di David Lynch.