Recensione: “Pensieri stropicciati” silloge di Silvana Tosatto

Silvana Tosatto

Recensione: “Pensieri stropicciati” silloge di Silvana Tosatto

 

“Pensieri stropicciati” è una raccolta di poesie, riflessioni in prosa e immagini, scritta da Silvana Tosatto e pubblicata nel 2019 da Sillabe di Sale Editore; si tratta di un compendio che comprende anche immagini potenti della natura, creatrice di tutto e nella quale noi tutti ritorneremo a esistere.

Ma ora addentriamoci nella silloge:

“Voglio burrasca, un mare in tempesta/un raggio di sole e perder la testa”, così Silvana scrive nella sua raccolta di prosa e poesia: gli opposti che si integrano, il dolore da cui scaturisce l’immaginazione di persone e paesaggi, infine ricordi della propria madre e della propria infanzia.

Si tratta della felicità delle “piccole cose”, di immergere i sorrisi dentro altri sorrisi, dei baci, delle rimembranze dell’affetto della madre che è vissuta troppo poco, ma che ha trasmesso a sua figlia, l’autrice, veri valori affettivi.

La vera felicità sta nella semplicità, e malgrado questa semplicità, è vera e autentica: l’amore, l’affetto, la visione di persone umili nelle strade, gli animali. “La felicità arriva a piccole dosi, non è un’esplosione!”: la felicità arriva dopo un percorso a volte solitario, a volte un po’ tortuoso, ma sempre in linea con il processo evolutivo degli uomini. Il dolore è un male necessario per il processo creativo, perché permette di crescere e autodefinirsi come persona.

L’autrice, come nel Fanciullino di Giovanni Pascoli, rivede l’importanza della figura della “bambina che vive in lei”, come qualcosa di autentico e solenne, perché solo i bambini riescono a cogliere il messaggio intimo dell’universo e delle piccole cose.

La donna di mezza età incontrata a Torino fa balenare per un attimo l’umanità intera agli occhi di Silvana: quella donna racchiude un universo di dolore e di gioia, di vita e di morte e forse la riporta al ricordo della cara madre, in quanto donna, in quanto appartenente a quel mondo di donne che soffrono e che amano nonostante tutto il dolore. Perché una donna è caparbia, accoglie un bambino nel grembo, ma anche senza essere madre, è fiera e coraggiosa comunque.

In questi versi “Allora ti chiedo di stare con me/ per fare il viaggio più bello che c’è” chiede a qualcuno di importante di fare un viaggio con lei, una persona importante, una persona con cui condividere un distacco dalla sua terra e poter visitare luoghi sconosciuti e inesplorati. Il viaggio: un tema ricorrente nella sua poetica, che sia viaggio fisico o mentale, ma sempre appreso con la curiosità di chi vuole imparare e amare, dovunque si trovi.

Qualche volta l’autrice vorrebbe essere trasparente per sfuggire agli sguardi, come un’anima senza corpo, un essere spirituale senza il peso del fisico: ma finché siamo vivi, custodiamo dentro noi, felicità e dolori autentici.

Quando si nasce, nasciamo nudi, in un mondo a cui forse non apparteniamo totalmente, ma comunque siamo destinati a vivere, a fare esperienza e a maturare progressivamente. Silvana ringrazia qualcuno, forse Dio o forse una forza intangibile, per la natura di cui è intriso il mondo, come un dono, in cui si immerge per non pensare al male, e in cui ritrova il perdono nei confronti dell’umanità e la riflessione perduta.

Consiglio di leggere la silloge di Silvana Tosatto per la carica affettiva rivolta verso la madre e per la quotidianità dei gesti di tutti i giorni. Ho apprezzato l’attaccamento alla vita nonostante le avversità e la femminilità dolce del testo poetico.

Eloisa Ticozzi

 

Intervista a Silvana Tosatto – Pensieri stropicciati – Sillabe di Sale Editore

Dopo aver analizzato la silloge della poetessa Silvana Tosatto abbiamo il piacere di scambiare con lei quattro chiacchiere.

 

  • Ciao Silvana benvenuta sulle pagine de I gufi narranti, possiamo darci del tu?

 

  • R. Certo, diamoci pure del tu.

 

 

  • La tua opera “Pensieri stropicciati” edita da Sillabe di Sale è decisamente articolata. Con quale criterio scegli di usare la prosa piuttosto che la poesia e la rima?

 

  • R. Credo che la prosa possa essere poetica quanto la poesia. Per me l’importante è esprimere un’emozione, riuscire a comunicarla. Non è importante il mezzo che scelgo, può essere una poesia a verso libero o in rima baciata, o alternata, oppure a volte è necessaria la prosa per potersi dilungare ed esprimere meglio un concetto. Le parole hanno un’anima e io le adoro. Amo combinarle insieme dando loro un suono nuovo. Le parole sono magiche.

 

  • Le fotografie, fatte Claudio Volpe, inserite nel volume, le hai scattate ispirata dalla tua poesia o le hai scelte da un tuo archivio a completamento della stessa?

 

  • R. Le fotografie, a parte quella scattata da mio marito che gli chiesi di scattare sapendo già che l’avrei adattata a una poesia, possono essere conseguenza o causa di un testo. A volte è la foto che mi ispira a scrivere e altre volte scelgo foto adatte a esprimere quello che ho scritto in precedenza. Anche una fotografia è poesia per me; poesia è saper cogliere e saper rendere palese la bellezza a chi non riesce a vederla. La bellezza è ovunque.

 

  • La felicità è presente nella tua silloge, secondo te Che cos’è la felicità?

 

  • R. Per me la felicità va a pari passo con la serenità. Adoro stare in mezzo alla natura e ammirarne la bellezza che mi trasmette pace interiore e felicità pura. È indescrivibile l’emozione che sento nel petto quando sto in un bosco, in un silenzioso luogo di montagna, quando osservo i colori del cielo nel mutare delle stagioni… ricordo anche l’emozione unica che ho provato nel vedere l’Oceano Atlantico per la prima volta sulle spiagge sconfinate della Francia. Insomma, la natura mi dà ciò di cui ho bisogno. Felicità è anche l’amore, l’affetto delle persone che abbiamo accanto, l’armonia, la cura di sé stessi, una carezza al mio cane che mi dimostra il suo amore incondizionato. Tuttavia, non deve dipendere da altri la nostra felicità. La felicità è qualcosa che nasce da noi stessi e che ha più valore se si riesce a condividerla con le persone che amiamo, ma Lei basta anche a sé stessa. Felicità è anche riuscire a realizzare i propri sogni e fare ciò per cui siamo portati, è divenire il nostro “Io” migliore.

 

  • Nei tuoi testi c’è la poesia in rima, quale metrica preferisci?

 

  • R. La poesia mi nasce spontaneamente, a volte in rima a volte no. Non ho preferenze. Seguo l’ispirazione.

 

  • Il viaggio è per te fonte d’ispirazione, appena si potrà ricominciare a spostarsi, hai una meta per il tuo prossimo viaggio?

 

  • R. Mi piacerebbe molto tornare in Bretagna. I suoi paesaggi sono molto particolari, spettacolari e selvaggi, anche se ad esempio non sono mai stata in Sardegna ed è uno dei luoghi che non vedo l’ora di visitare.

 

  • C’è un argomento tra quelli trattati che ti crea più difficoltà a scrivere?

 

  • R. A scrivere non trovo difficoltà, a meno che non si tratti di un argomento che non senta mio… semmai ho difficoltà a rileggere. Non riesco a leggere ciò che scrivo ad alta voce senza piangere. Sono molto coinvolta emotivamente, non potrei scrivere se non lo fossi. Uno scrittore si espone molto mettendo nero su bianco i suoi pensieri e, specialmente attraverso la poesia, ci si mette a nudo esponendo le proprie fragilità, le paure, i desideri. Insomma, ci si può trovare in difficoltà a rendere pubbliche le proprie emozioni ma alla fine è proprio questo che fa la differenza e che crea intimità tra chi scrive e chi legge. Spesso mi sento dire: “Hai espresso esattamente le sensazioni che provo anch’io, solo che tu lo sai spiegare magnificamente”. Credo sia importante creare questo legame col lettore.

 

  • Grazie per l’intervista e per la disponibilità, arrivederci a presto sulle pagine de I gufi narranti.

 

  • R. Grazie per l’intervista.

 

 

 

 

 

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