La Sopravvissuta di Irma Hibert (Battello Stampatore)

La Sopravvissuta di Irma Hibert (Battello Stampatore)

 

La guerra, ogni guerra lascia dietro a sé macerie molto più ingombranti di quelle che vediamo sulle strade, molto più profonde rispetto ai fori di proiettili si muri, sono le macerie che ingombrano l’anima delle persone sopravvissute a queste guerre. Sono macerie fatte di incubi, paure, vite spezzate, sogni infranti, adolescenze ed infanzie perdute, privazioni, fame e miseria.

Irma Hibert con il suo La sopravvissuta (Battello Stampatore) ci racconta la sua vita: lei bambina ai tempi dell’assedio di Sarajevo. La città bosniaca fu teatro, a cavallo degli anni 90 di uno dei più lunghi e violenti assedi che la storia recente ricordi.

L’assedio, che vide contrapposte le forze dell’appena nato stato della Bosnia Erzegovina e le forze dell’Armata Popolare Jugoslava, durò ben 4 anni, dal 5 aprile del 1992 al 29 febbraio del 1996, ed il costo in termini di vite umana fu altissimo, si parla di circa 12000 vittime e 50000 feriti.

In un contesto come questo è dura essere bambini, è dura essere uomini e donne, è dura portare a casa la pelle ogni giorno, è dura anche solo cercare di fare l’unica cosa possibile, sopravvivere.

Irma Hibert ci racconta quei giorni, ci porta ad esplorare un mondo che ci sembra distante ma è a due passi da noi, attraverso uno dei momenti storici più tragici del secondo dopo guerra in Europa. Ci racconta come poter godere di cose che nelle nostre casa riteniamo ormai scontate ma che per lei non lo erano: la corrente elettrica, l’acqua corrente, per citare i più “banali”

Ci racconta di come da un giorno all’altro le lezioni a scuole si sono interrotte per non riprendere più, di come si facessero i salti mortali per arrivare un pezzo di pane fresco o a qualche patata.

È un libro commovente, struggente che si attacca al cuore del lettore e difficilmente se ne staccherà, scritto in maniera molto precisa, articolata ma fluida e adatta a tutti i tipi di lettori. L’autrice con una sensibilità straordinaria ci porta a capire gli orrori della guerra, ci accompagna attraverso le atmosfere agghiaccianti di una città sotto assedio, sotto bombardamento costante. Ci sono poi le riflessioni profonde di una persona che la guerra ha strappato alla sua terra e che si porta dentro la consapevolezza di non appartenere  più a nessuna terra. È un libro che nello scorrere di poche pagine racconta molto, entra nella coscienza del lettore, entra nel suo cuore, entra nella sua sensibilità portandolo a riflettere su come una guerra può fare vittime anche al di là dei morti e dei feriti, perché  è vittima anche  chi è costretto a lasciare le proprie radici in cerca di migliori condizioni di vita.

La guerra devasta generazioni di persone prima che un paese possa tornare ad una sorta di normalità.

Sono convinto che libri come questo siano di una importanza fondamentale perché riesumano dall’oblio momenti drammatici troppo spesso dimenticati, contribuendo a tenere viva la fiamma del ricordo,  di tutte quelle pagine tragiche di cui il libro della storia umana purtroppo è ricco

David Usilla

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