Recensione: L’angelo con le rughe – Manuel Santagati (Dialoghi)

L’angelo con le rughe di Manuel Santagati (Dialoghi)

 

Angelo con le rugheManuel Santagati con il suo nuovo libro, L’angelo con le rughe (Dialoghi), ci racconta in punta di penna, con una delicatezza magistrale, una storia di grande umanità.

Aldo Bonaventura è il protagonista di questo libro, il sole attorno a cui girano le storie di tante persone che hanno incrociato ed intrecciato con lui le loro vite.

Il big bang da cui nasce tutto è l’incontro di due anime, che deflagra in una grande amicizia e fa sì che la storia di Aldo possa essere portata a conoscenza di tutti.

Il via al racconto lo dà l’incontro tra Daniela Altieri, giornalista che per risollevare le sorti del suo giornale, e la sua carriera, deve trovare un articolo che catturi l’interesse dell’opinione pubblica, e Aldo Bonaventura anziano pensionato che presta servizio volontario presso la pediatria dell’ospedale di Montigliano.

Pochi, forse ormai quasi nessuno, lo chiamano Aldo, per tutti è “L’Angelo”.  Daniela decide di intervistare Aldo, dopo averlo incrociato in ospedale ed averne sentito parlare.

Aldo nel corso di questa intervista ha modo di raccontare la sua vita, le sofferenze, le vicissitudini, la tenacia ed quel dono che ne ha fatto una persona speciale. Racconta l’amore per la defunta moglie Margherita, e parla della sua infanzia difficile.

C’è sempre sullo sfondo quello che lui chiama dono, un dono che fa fatica a capire e con cui ha soprattutto all’inizio, una certa difficoltà a convivere.

Raccontare il passato per Aldo è sicuramente esercizio non semplice, perché i ricordi inevitabilmente riaprono vecchie ferite, riportano alla luce dolori mai del tutto sopiti, riportano alla luce sofferenze che l’oblio non è riuscito a portare con sé.

L’uomo incalzato dolcemente da Daniela apre la sua anima, lo fa per Margherita, lo fa perché infondo per fare tacere il passato bisogna affrontarlo, lo fa perché sa in cuor suo che è la cosa giusta da fare.

Nel racconto di Aldo ci sono insegnamenti importanti, ci sono spunti di riflessione interessanti sull’amore, su come decidiamo di vivere la nostra vita, su come dalle difficoltà trarre insegnamento e forza, sulla speranza da non abbandonare mai.

La valigia di foto che Aldo porta con sé  è quasi una metafora della vita di ognuno di noi, che portiamo nel viaggio quotidiano del nostro vivere una valigia piena di foto, ricordi indelebili di un passato che ci ha resi quello che siamo, che ci ha fatto arrivare al punto in cui siamo e che ci accompagnerà per sempre fino all’ultimo giorno, quello del bilancio finale.

Come detto la scrittura è molto delicata, la delicatezza propria del canto del pettirosso, una scrittura molto profonda ma allo stesso tempo caratterizzata da un linguaggio alla portata di tutti. È un libro che consiglio vivamente a tutti di leggere, perché ognuno ha un passato con cui fare i conti, tutti abbiamo ricordi che ci fanno visita quando meno ce lo aspettiamo, tutti abbiamo un dono speciale da regalare agli altri.

Questo è uno di quei libri che definisco “spartiacque”,  che una volta terminato ti fa essere una persona diversa, forse di poco, ma sicuramente diversa, con nuove consapevolezze, con occhi nuovi sulla propria vita e sul proprio ruolo nel mondo.

È indiscutibilmente un libro che tocca le corde più profonde del cuore e dell’anima.

David Usilla

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