Recensione “Dijuna e superba” Angela Gagliano
“Dijuna e superba” di Angela Gagliano è un libro autoprodotto che racconta una storia di sentimenti forti, amore e odio, sullo sfondo di una Sicilia rurale anni 80, con gente che vive nella povertà e nella semplicità senza troppe pretese e si sviluppa nell’arco di trent’anni.
Su tutto serpenteggia più o meno silenziosa la presenza della lunga mano della malavita, quella che si fatica a considerare tale perché in apparenza porta assistenza e lavoro a chi ne ha bisogno.
I protagonisti sono Marianna e Carlo. I due si conoscono fin da bambini e col passare degli anni tra loro nasce un grande amore.
La loro vita di coppia procede tra varie difficoltà economiche che li porterà a dover sopportare diverse angherie pur di lavorare, cosa spesso frustrante e ovviamente assai spiacevole.
Ma l’evento chiave di tutto il romanzo di Angela Gagliano si verifica nel 1987 quando il protagonista Carlo viene arrestato e incarcerato.
La cosa sconvolge La famiglia, rendendo ovviamente l’esistenza ancora più difficile negli anni a venire.
Ma perché Carlo ha un così triste destino?
Il colpevole di qualche atroce e ingiustificato delitto?
Sarà la moglie a far luce sull’intera vicenda chiarendo un universo di silenzi e pressioni psicologiche taciute.
“Dijuna e superba” è un libro abbastanza breve, si legge in fretta e offre al lettore sentimenti forti che appassionano.
Per quanto la scrittura di Angela Gagliano sia fluida, l’autrice ha scelto di strutturare il romanzo con continui flashback, cosa che per alcuni potrebbe risultare una scelta faticosa che rende una lettura poco attenta leggermente complicata.
Un romanzo interessante che fa conoscere una realtà sempre presente anche se mutata con gli anni, e mette in luce dinamiche che ormai sono diffuse in tutto lo stivale.
Un libro non facile e forse anche per questo autoprodotto.
Matteo Melis
