Joe Petrosino e il caso del fratello scomparso (Todaro) di Salvo Toscano

Joe Petrosino e il caso del fratello scomparso (Todaro) di Salvo Toscano

 

Personalmente ho sempre un occhio di riguardo verso gli autori che riescono a scrivere dei buoni gialli storici perché sono convinto che oggi come oggi possano essere un grande veicolo di divulgazione della conoscenza della storia.

Il libro di cui parlo oggi, “Joe Petrosino e il caso del fratello scomparso” (Todaro) di Salvo Toscano, è proprio un esempio lampante di quello che intendo  per buon giallo storico perché unisce alla qualità della trama una grande precisione e attenzione a quello che è il contesto storico in cui il tutto si svolge  riuscendo, in questo caso,  a restituire al lettore in maniera piena quelle che erano le atmosfere della New York dei primissimi anni del 1900, le problematiche relative alla grande immigrazione dei nostri concittadini verso la Grande Mela, il rapporto di grande diffidenza che c’era tra gli immigrati e la popolazione newyorkese, e poi il ritratto di un grande personaggio come Joe Petrosino.

Tutti, penso, abbiamo sentito parlare di Joe Petrosino, italiano emigrato a 13 anni con la famiglia a New York, cresciuto nel sobborgo di Little Italy e divenuto con il tempo uno dei poliziotti più famosi della storia statunitense ed italiana. Scalò tutti i gradi della gerarchia della polizia newyorkese passando da spazzino- informatore a sergente prima e a tenente poi, anche grazie alla profonda stima che nutriva per lui Theodore Roosevelt che fu da prima assessore alla polizia e poi addirittura presidente degli USA.

Petrosino provava un profondo rancore verso quei connazionali che con atti di delinquenza e criminalità pian piano andavano a far sì che erodesse quella stima che gli italiani si erano faticosamente guadagnati con il duro lavoro ed il ligio rispetto delle regole.

Divenuto tenente gli venne affidata una unità di polizia molto particolare, la cosiddetta Italian Branch, formata da poliziotti italiani con lo scopo di contrastare e debellare l’organizzazione mafiosa della Mano Nera, che all’epoca era molto attiva sul suolo newyorkese.

Nel libro di Salvo Toscano viene raccontato uno dei casi che l’Italian Branch ha dovuto risolvere  con grande attenzione alla verità storica, a quelli che davvero è successo in quel periodo.

La figura di Petrosino ci viene restituita in tutta la sua completezza, sia a livello di caratterizzazione fisica, non era certo il ritratto del classico poliziotto aitante alto magro e con gli occhi azzurri, sia dal punto di vista psicologico.

Oltre alla grande qualità della trama dal punto di vista del giallo, questo è un libro che può essere visto come un vero e proprio trattato sull’immigrazione degli italiani a New York con tutti i problemi, le contraddizioni e le implicazioni e conseguenze che essa ha portato. Non è un libro banale, tutt’altro, è un romanzo sul quale è bene soffermarsi molto, al quale è giusto dedicarsi con grande attenzione e con grande predisposizione a vedere le cose con uno sguardo aperto e con il cervello pronto a fare le dovute riflessioni.

La lettura di “Joe Petrosino e il caso del fratello scomparso” è una grande occasione di crescita sia culturale che di spirito perché sicuramente nessuno di noi può trascurare i parallelismi che ci sono tra la nostra immigrazione di allora ed il nostro essere paese ospitante oggi.

Imparare dagli errori fatti per creare le giuste condizioni per una convivenza civile, proficua e pacifica oggi è un qualcosa che ormai non può più essere procrastinato, e letture come questa possono sicuramente aiutare a farci capire quali siano le cose da fare e non fare creando le giuste condizioni per tutti.

Io onestamente sono rimasto molto colpito da questo libro, mi aspettavo un buon giallo, perché conoscevo già le qualità di scrittura di Salvo Toscano avendo già letto altri suoi libri, ed invece mi sono trovato di fronte ad un qualcosa di davvero importante che mi ha dato sicuramente qualcosa di profondo dal punto di vista culturale e umano.

 David Usilla

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