Intervista a Rocco Ballacchino, “I due volti della verità”, Edizioni Mursia

Intervista a Rocco Ballacchino, “I due volti della verità”, Edizioni Mursia

Rocco Ballacchino

 

Diamo il bentornato sulle pagine dei I gufi narranti a Rocco Ballacchino, ospite assiduo che possiamo ormai definire un amico del blog.

 

D: Allora Rocco, da quando abbiamo recensito il tuo romanzo sono cambiate molte cose nella tua carriera letteraria, vuoi raccontarci come si è evoluto il tuo rapporto con la scrittura in questi anni?

R: Diciamo che è un rapporto meno “amichevole” e più professionale in cui alla passione iniziale si sono affiancate dinamiche legate al mondo editoriale. Penso sia normale.

 

D: Da un po’ sei alle prese con un nuovo personaggio non più delle forze dell’ordine ma giornalista e scrittore, oltre all’amore per la scrittura, cosa lo accomuna a te?

R: Rispetto al commissario Crema, per molti mio clone, lo scontroso Luca Moretti è caratterialmente molto differente dal sottoscritto. La scrittura però permette anche la possibilità di raccontare ciò che apparentemente è molto diverso da noi. Lo trovo davvero intrigante.

 

È stato difficile staccarsi  dal tuo personaggio precedente con il quale hai iniziato la tua carriera di scrittore?

R: Sì, il commissario Crema era assai più rassicurante. Lui e il critico cinematografico Mario Bernardini costituivano una coppia investigativa affiatata. Avevo però la necessità di cambiare e di intraprendere una nuova sfida narrativa.

Luca Moretti è la personificazione di tutto ciò.

 

D: Credi esista ancora del giornalismo d’inchiesta?

R: Penso che sia sempre più una rarità, sostituito dal giornalismo dei salotti televisivi in cui conta più il sensazionalismo e la spettacolarizzazione del dolore.

 

D: Il tuo romanzo: Due volti della verità, ha un titolo che deve far riflettere: ogni cosa come le monete ha due facce, perché a tuo avviso la giustizia spesso tende a  focalizzarsi su un colpevole anche quando è abbastanza chiaro che sembra esserci un’altra verità?

R: Non è facile rispondere, ma a volte l’opinione pubblica tende a vedere un colpevole perfetto anche dove non c’è. Magari perché una persona ha delle caratteristiche antropomorfiche da presunto omicida.

La magistratura ovviamente non deve “adattarsi” a una visione comune della realtà ma indagare senza pregiudizi.

 

D: Con il tuo personaggio mi hai fatto pensare a Mino Pecorelli, tu ti sei ispirato a qualcuno? o più semplicemente come nasce il tuo personaggio e il suo cognome?

R: Luca Moretti “come la birra” è un giornalista contro e il paragone che fai lo renderebbe orgoglioso. Lui è anche piuttosto pieno di sé ed ha la presunzione di ritenere che sia stata la sua birra preferita a citare il suo cognome e non il contrario, come il buon senso suggerirebbe.

 

D: Scherziamo un po’…

Non temi che il regista Nanni (Moretti) non essendo mai citato per il cognome simile, si possa offendere?

R: Non penso, anche se potrebbe essere uno spunto ironico per  un prossimo libro.

 

D: Non solo giallo in “I due volti della verità” ma anche una punta di “sentimentalismo”, una piccola storia nella storia, gli intrecci che legano i due “protagonisti” li hai già in mente o si sviluppano in qualche modo a tua insaputa?

R: Mi piace sempre inserire delle sottotrame sentimentali, anche perché mi sono accorto che vengono molto apprezzate dal pubblico dei lettori.

 

D: Per concludere, se le regole editoriali te lo permettessero, sarebbe a tuo avviso possibile regalare a noi lettori un crossover che veda collaborare Moretti con Crema e Bernardini?

R: Sarebbe davvero bello, anche solo per qualche pagina, ma temo non sia realizzabile nel breve termine.

 

D: Sei in giro con il firma copie?

R: Ho fatto diverse presentazioni in cui mi sono piacevolmente confrontato con i lettori. Ad Agosto ho un paio di impegni letterari montani che pubblicizzerò a breve sulle mie pagine social.

 

D: Stai lavorando ad un nuovo progetto o ti godi la meritata pausa?

R:   Dopo quindici anni e oltre trenta pubblicazioni ho voglia di fermarmi per riflettere. L’editoria è un mondo difficile che può sabotare anche la creatività. Non voglio scrivere tanto per scrivere ma solo se continuerà a divertirmi.

 

Grazie a Rocco Ballacchino per esser tornato a trovarci, ti aspettiamo con  il tuo prossimo lavoro!

Grazie a voi per le vostre interessanti domande.

 

Sandra Pauletto

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